Il Posto Nel Cuore

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Cap. 128

Quella mattina, Samuel si era svegliato prima di me. Quando aprii gli occhi, lo ritrovai seduto che mi fissava.

"Che c'è?"

"Voglio che mi ci porti."

"Dove?"

"Al tuo paese. Voglio andare al cimitero dove sono sepolti i tuoi genitori e vedere dove sei nata!"

"Ma Samu..."

"No! Niente ma Samu! Una scappata veloce e dopo torniamo a Milano."

Per la prima volta mi sentii emozionata a varcare il grande cancello di ferro battuto del cimitero. Come se stessi andando davvero a presentare l'uomo che amavo ai miei genitori.
Mi imbambolai difronte alla lapide, un soffio di vento e un colpo al cuore!
Fu un attimo e mi sentii attraversare la mente da un pensiero.
Si conoscevano già, perché frequentavano tutti e tre lo stesso posto: il mio cuore!

Il mio paese era talmente piccolo che per vederlo tutto, in macchina, ci mettemmo al massimo cinque minuti.

"Non vuoi fermarti a salutare nessuno?"

Stavo guardando fisso la strada e mi resi conto che effettivamente non avevo nessuno da salutare.
Dopo la morte dei miei genitori, ero cambiata tantissimo. Avevo perso anche i pochi amici che avevo.
Trasferendomi a Milano avevo iniziato una nuova vita, non avevo più cercato nessuno e nessuno aveva cercato me.
Ma stavo bene così, la mia vita milanese mi piaceva molto.

"Non ho nessuno da salutare, torniamo a casa!"

Poi, durante il viaggio gli raccontai della famiglia che aveva comprato la mia vecchia casa.

"Quando verranno non ti preoccupare, te li procuro io i biglietti."

E senza distrarmi troppo dalla guida, mi diede un bacio sulla guancia. Si appoggiò comodo sul sedile e dopo aver messo una mano sulla mia gamba si addormentò.
Si svegliò un paio d'ore più tardi, avevamo da poco passato Verona.

" Verona! La città degli innamorati! Dovremmo venirci una volta!"

"Perché? Siamo innamorati noi due?"

"Lo sai vero che se non ti conoscessi così bene da sapere che stai scherzando, ora ti lascerei di sana pianta?"

"Ti amo, Samuel!"

"Non fare la ruffiana ora! Questa sera dovrai farti perdonare!"

Ridemmo entrambi intensamente.
Dopo qualche minuto di silenzio...

"Ross? Lo vuoi un figlio con me?"

"Cosa?"

Pensavo stesse scherzando, ma voltandomi velocemente, mi accorsi che era serio.

"Sto parlando seriamente Ross. Lo vorresti un figlio con me?"

Non sapevo cosa rispondere, avevo mille pensieri che mi giravano per la mente.

"Perché non lo vuoi?"

"Non è che non lo voglio..."

"Cosa allora?"

"Ho paura!"

"Ross, non c'è niente di sicuro nella vita. Anche José e Mireia hanno affrontato delle difficoltà prima di avere Elena !"

"Samu, io..."

"So quello che hai provato, ero accanto a te e prometto di esserci sempre, qualsiasi cosa accada. Se avrai paura, io sarò lì a tenerti la mano e tu, con i tuoi sorrisi, cancellerai le mie. Perché anch'io ho paura, ma non voglio rinunciare alla possibilità di costruire una famiglia con te! "

Misi la freccia ed accostai lungo la corsia d'emergenza.

" Che fai? "

" Samu, tu ti rendi conto di quello che stai dicendo? "

Mi guardava come se stessi per ucciderlo e non riuscii a trattenermi dallo scoppiare a ridere.

" Sei una stronza! "

" Si, lo so! Ma sono la stronza che tu ami e che in futuro diventerà, se Dio vorrà, la madre dei tuoi figli! "

" Ti amo davvero! "

" Lo so!"

Nel pomeriggio lo lasciai a Milanello, dove aveva la seduta di allenamento e andando verso casa mi resi ancora una volta, conto di quanto ero stata fortunata a trovare un uomo come lui, dopo che la vita mi aveva riservato grandi sofferenze.

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora