Pordenone - Udine

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Cap. 126

Samuel:

Novembre, che mese opprimente! Il recupero dopo questo ennesimo infortunio fu duro.
Per fortuna avevo accanto la mia migliore amica, l'amore della mia vita.
Non c'era giorno in cui, tornato a casa, non trovassi il suo sorriso ad accogliermi.
Faceva di tutto per farmi stare bene, avvolte si sorbiva anche interminabili partite alla playstation, invitando i miei amici.
Una sera, mentre Gian e Vins si stavano sfidando all'ennesimo Real-Barcellona, la raggiunsi in cucina. Stava lavando le cose che aveva usato per prepararci una torta, che stava già cuocendo nel forno.
La guardavo e in quell'istante mi scorsero davanti tutti questi anni.
Come avevo fatto fino ad ora, senza di lei? Ma soprattutto come starei ora, se lei non fosse accanto a me!

Quando finalmente si accorse che la stavo fissando mi sorrise.

"Che ci fai tu qua?"

"Ti guardo!"

"Che c'è Samu?"

"Non riesco ancora a crederci che sei la mia ragazza!"

"Perché? Io sono la tua ragazza? Non c'è niente di ufficiale tra noi!"

"Tu sei sempre stata la MIA ragazza, anche quando eri con un altro!"

Mi diede un bacio con quella sua dolcezza inimitabile.

"Ora torna di là, prima che quei due ci distruggano casa!"

Quando più tardi si presentó in salotto con le tre fette di torta, ci fu un applauso.
I miei amici l'adoravano, aveva conquistato non solo me, ma anche loro.

"Allora Samu, come procede il recupero?"

"Mah! A giorni dovrei riprendere gli allenamenti con la squadra. Dovrei essere riconvocabile per la partita con l'Udinese dell'11 dicembre."

"Dai manca poco, non mollare!
Ross?"

"Si?"

"Anche se Samu starà meglio, tu non smetterai di farci trovare le torte, vero?"

"No Gian! Stai tranquillo! Ci saranno sempre torte pronte per voi!"

Ed entrambi le corsero incontro abbracciandola e prendendola in braccio.

"Ehi basta! È la mia ragazza quella!"

"Sei geloso, Samu?"

"Come potrei non esserlo!"

Si cazzo, ero geloso, costantemente geloso. Geloso non di loro due certo, ma avevo la paura infinita di perderla!

Ross:

Stavo ridendo insieme a quei ragazzi che avevano la capacità di far passare ogni tristezza, quando un'idea mi balenó nella mente, sentendo la parola Udinese.

Quando Samuel tornò a casa il giorno dopo, mi trovò al computer intenta a prenotare una stanza in un Hotel di Pordenone.

"Che fai?"

"Samu, vorrei tornare a casa un paio di giorni."

"A casa?"

"Si, vorrei tornare al mio paese. Non ci vado dal Natale scorso e ne sento il bisogno."

"Ah,ok! E quando ci vorresti andare?"

"Ma, pensavo il 10, tanto tu sarai in ritiro per la partita con l'Udinese! Saremmo stati lontani comunque!"

"Pensi sempre a tutto!"

"No, è solo che non voglio stare tanto lontano da te."

Mi bació, non aveva idea di quello che aveva elaborato la mia mente, e soprattutto non era afferrato sulla geografia italiana, e a quanto pare nemmeno i suoi amici, che sentendo quanto avevo deciso, non riuscirono a fare il collegamento.
Cosa avevo deciso? Semplice! Pordenone era a meno di un'ora da Udine. Dopo aver passato la giornata al mio paese, avrei raggiunto il capoluogo friulano per vedere la partita del Milan.

Venerdì pomeriggio salutai Samuel e mi misi in macchina. Poco più di 4 ore ed ero nel mio amato Friuli.
Raggiunsi l'albergo è procedetti alla registrazione, aggiungendo che la notte successiva sarei stata raggiunta dal mio ragazzo, avrebbe fatto la registrazione domenica mattina senza nessun problema.
Prima di cena, passeggiai per il corso, erano passati anni dall'ultima volta. Molti negozi avevano chiuso ed altri nuovi ne avevano preso il posto.
Una vetrina catturó la mia attenzione. Entrai.

"Voglio quello!"

Avevo trovato il regalo di Natale per Samu. Mi stava guardando dalla vetrina, dicendo sono quello giusto, prendimi!

Il sabato lo passai al mio paese. Quando giunsi al cimitero non riuscii a trattenere le lacrime, benché non sentissi la loro presenza in quel luogo, ma solamente tanto la mancanza dei miei genitori.

Dopo essermi ripresa, passai davanti alla mia vecchia casa e vedendo un uomo fuori in giardino, mi fermai.
Era Marco, avevo conosciuto lui e sua moglie, il giorno in cui firmammo per la vendita.
Anche lui mi riconobbe e mi fece entrare chiamando sua moglie.

"È un piacere rivedervi."

"Anche per noi, come stai?"

"Bene, grazie. Vedo che non avete fatto grossi cambiamenti!"

"No, ci piaceva così. Ora mancano solo un po' di addobbi natalizi!"

"Già, li ho visti l'anno scorso..."

"Sei passata? Perché non sei entrata?"

"Non volevo disturbare."

"Dai, non disturbi!"

Passammo un po' di tempo insieme, conobbi anche Paolo, il loro bimbo, che a quanto pare, era un tifoso accanito del Milan.

Mi misi a ridere pensando che l'unica cosa rimasta in questa casa di mio, quando me ne andai, fu solo un poster: il poster di Paolo Maldini.
Un segno del destino?

"Papá un giorno mi porterai a vedere una partita del Milan?"
"Certo!"

"Beh, potreste venire a trovarmi a Milano, vi ci porto io a vedere la partita del Milan. Conosco qualcuno che può procurarmi i biglietti per la tribuna."

Li salutai con quella promessa e imboccai la strada per Udine.


MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora