MAMILHAPINATAPAI

Un Segno Del Destino?

Cap. 85

Dopo tre ore passate a rigirarmi nel letto, pensai che era ora di alzarsi, era inutile rimanere lì.
Mi infilai un paio di pantaloni ed una felpa e, senza fare rumore, uscii di casa.
Andai verso la spiaggia e tolte le scarpe, immersi i piedi nell'acqua fredda del mattino.
Il sole si stava alzando, i colori dell'alba erano meravigliosi. Camminai sul bagnasciuga per non so quanto tempo, la mente, cullata dal rumore del mare, non facevo che pensare alla sera prima; all'intreccio di quelle dita, ai respiri.
Come avrei fatto a guardarlo di nuovo in faccia senza arrossire? Senza agitarmi?
Ripensai alla cena a casa di Samu a Milano, quella di fine gennaio...
...quella sera era stato imbarazzante, ne era scaturito poi quel litigio furibondo con Alessio che, mi rendevo conto solo ora, non aveva alcun senso: era lui quello che tradiva, non io!
Mi salí nuovamente la rabbia, io avevo fatto di tutto per lui, quante volte avevo cercato di allontanarmi da Samu solo perché sapevo che a lui dava fastidio...
...ma poi succedeva sempre qualcosa che ci faceva riavvicinare. E se fosse un segno del destino?
Decisi di ritornare a casa, quando fui quasi arrivata, vidi Samuel uscire per andare a correre nella direzione opposta, mi avrà visto?

Entrai e trovai Noemi e sua madre che parlavano in cucina.

"Ah, eccoti! Ti va di venire al mercato con noi?"

"Datemi dieci minuti e sono pronta."

Mi cambiai velocemente e andai con le due donne che mi stavano aspettando; speravo almeno, di non pensare per qualche ora.

Andammo al Mercato Central de Atarazanas, proprio nel cuore della città. Il mercato era ricco di prodotti locali, freschi e di ottima qualità.
Già al mattino presto era brulicante di persone dedite all'acquisto perfetto.
Le mie accompagnatrici erano concentrate sulla spesa e io le ascoltavo interessata ed intenta a conoscere le parole spagnole che indicavano il prodotto che stavano acquistando.
Dopo qualche ora, era giunto il momento di rientrare, io non ne avevo voglia, avevo paura di affrontare Samu.
Noemi capì la mia inquietudine e disse a sua madre che ci saremmo fermate ancora un po', per fare shopping e spettegolare tra amiche.

Attraversammo il mercato e ci sedemmo ad un bar per un aperitivo.
Dopo che il cameriere ci portò l'ordinazione, iniziarono le domande.

"Allora che succede?"

"Nulla!"

"Devo ancora chiederti scusa per ieri sera."

"Oh no! Non è necessario."

"È evidente che è necessario. Che ti frulla per la testa? Me lo vuoi dire? Non sei la solita Ross! E non dirmi che è colpa di Alessio, perché, se ti conosco bene come credo, tu ad Alessio oggi, non ci avevi ancora pensato."

È vero, mi conosceva bene, anche se ad Alessio ci avevo pensato, era solo perché mi era ritornata alla mente quella famosa cena. Ma non sapevo se ero pronta a parlarle, dopotutto era suo fratello.
Perciò rimasi in silenzio, ma Noemi era ancora più testarda di Samuel...

"Mi vuoi dire perché hai paura?"

"Paura di cosa?"

"Di pensarti con Samuel, cosa se no?"

Cazzo se mi conosceva davvero!

"Non lo so! Forse ho paura di ricadere di nuovo in una storia che mi possa far soffrire."

"Tutte cazzate! Samuel è diverso da Alessio e tu lo sai benissimo . Lui c'era sempre quando hai avuto bisogno . "

Era vero, in tutti i miei momenti bui, Samu era al mio fianco, anche quando lo cacciavo!
Ripensai a tutte le volte che lo avevo chiamato, a tutte le volte che lui appariva, proprio al momento giusto, anche se non lo avevo chiamato. Come per magia! Ma allora cos'era che mi frenava?

"Noemi, sinceramente non lo so!"

"Non è che ti sei resa conto che provi qualcosa per lui da prima della tua rottura con Alessio? E adesso ti stai colpevolizzando per la fine della vostra storia?"

Come faceva a leggermi così bene dentro? Le riusciva bene, meglio che a me. Restai zitta, non riuscivo a controbattere.
Decise di lasciarmi un po' in pace...

" Va beh! Per ora la smetto, ma solo perché ho voglia di shopping! Non credere che sia finita qua! "

Per un po' ero salva.