Cap. 161
Samuel:
Ormai mancava davvero poco a tutto: alla fine del campionato, al matrimonio, alla nascita della nostra bimba.
Tutto il mio essere era in tensione. Anche se non scendevo in campo per giocare, lo stress per questo finale di stagione si faceva sentire.
Dopo le vittorie con Fiorentina e Verona (sconfitta anche la cabala) mancavano solo due partite. Il traguardo era vicino, volevamo oltrepassarlo per primi.
Durante la settimana che precedeva lo scontro con l'Atalanta, accompagnai Ross alla solita visita di controllo. Tutto procedeva a meraviglia, era entrata nel sesto mese e anche la bimba stava bene. Ora iniziavo a godermela anche un po' io, quando la sera ci stendevamo sul divano a guardare un film e per un po' di coccole, la piccola aveva preso l'abitudine di scalciare e Ross diceva:"È già gelosa del suo papà, non vuole che neanche la mamma glielo rubi!"
Inutile dire che quelle parole mi facevano gioire, non vedevo l'ora di averla tra le mie braccia.
I preparativi per il matrimonio procedevano bene, a breve sarebbero arrivati anche i miei genitori, per aiutarci nelle ultime cose. Mamma poi, non vedeva l'ora di arrivare e prendersi cura di sua nuora. Aveva paura si stancasse troppo e forse, aveva anche ragione perché un giorno, rientrando da Milanello, la beccai a tagliare l'erba del giardino.
"Ma dico io, non potevo trovarmi una ragazza normale che pensa solo allo shopping e al relax? Tu sei pazza, nelle tue condizioni dovresti riposare."
"Sto bene, non ti preoccupare. Non sono abituata a stare con le mani in mano, mi annoio a stare senza far niente."
La amavo, era così diversa da tutte le donne che avevo conosciuto, era la mia perfetta metà mancante.
Ross:
Le belle giornate e il caldo che finalmente era arrivato, mi invogliavano ad uscire. La mattina andavo a camminare anche un paio d'ore, poi mi rifugiavo in casa anche se mi annoiavo molto.
Non ero il tipo da stare in panciolle, infatti passavo molto tempo in giardino e anche se Samuel mi sgridava, mi occupavo dell'erba e delle piante.
Da quando ero arrivata in questa casa, quel giardino aveva ripreso vita.L'inizio del sesto mese, mi aveva portato più energia e vitalità, stavo bene e i brutti pensieri non facevano capolino da un pezzo.
Mancava meno di un mese al matrimonio, i ragazzi avevano ancora due partite da giocare, due partite molto difficili. La prima già domenica con l'Atalanta.
C'era tanta tensione nell'aria, ma allo stesso tempo una carica particolare. Venerdì Samuel tornò a casa annunciando che sarebbero andati in ritiro."Cosa? Come mai? Non l'avete mai fatto per le partite in casa."
"Abbiamo deciso così, per stare tutti uniti e non pensare ad altro."
"Abbiamo?"
"Si, noi giocatori. Ibra l'ha proposto e poi abbiamo condiviso tutti la decisione."
"Bene. Siete proprio un bel gruppo. Vi meritate di vincere insieme, come una famiglia!"
Domenica pomeriggio raggiunsi San Siro come al solito con i ragazzi, ma c'era una grossa novità: la prima partita per Theo Junior. È diventato subito il beniamino di tutti, passava da un braccio all'altro divertito.
L'atmosfera allo stadio era qualcosa di magico, non avevo mai visto niente di simile. I ragazzi della curva avevano organizzato una coreografia incredibile, il calore che si sprigionava dai tifosi, si poteva sentire anche attraverso la pelle.
Dopo un primo tempo molto teso, in perfetto equilibrio ecco il gol di Leao a liberare i cuori e le voci dei 75.000 e più presenti. Ma l'Atalanta non era morta, sempre pronta a pungere fino a che Krunic compie un recupero sorprendente e Theo parte. Parte e non lo ferma più nessuno, più di 95 metri di campo in solitaria ad altissima velocità, fino a che il pallone non giunge a gonfiare la rete.
È il delirio puro! Un gol fantastico, da cineteca, qualcosa da guardare e riguardare all'infinito.
E poi Theo sotto la tribuna per suo figlio, un'emozione indescrivibile. Chissà se mi sarebbe mai successo? Quel che era certo era che non sarebbe avvenuto in questo stadio!Samuel:
Quella sera ci fermammo a mangiare fuori con un bel gruppo di amici. Attendevamo una chiamata, nessuno voleva vedere la partita dell'Inter, ma speravamo che il Cagliari ci desse una mano. Purtroppo no! Tutto ancora da decidere, ma con la convinzione che eravamo una bella squadra, forte e concentrata. Potevamo raggiungere il nostro obiettivo.
Ross era un po' stanca ed una volta a casa, andammo subito a letto e si accoccoló su di me."Zoe era così felice oggi per la dedica di Theo al piccolo!"
"Ha fatto un gol straordinario e proprio con tutta la sua famiglia allo stadio."
"Già, deve essere bello quando ti dedicano un gol. Non vedo l'ora che ritorni in campo e che tu possa fare altrettanto per noi!"
"Lo spero, comunque io ti ho già dedicato un gol!"
"Ah si? Quando?"
"Il mio primo gol a San Siro!"
"Non è vero!"
"Si invece! Sono corso sotto la tribuna con il dito alzato in direzione tua, che eri accanto a mia sorella."
"Ma io e te non eravamo niente, ancora..."
"Tu eri già tutto per me! Quando per un attimo i nostri occhi si sono incontrati, pensavo l'avessi capito!"
"Avrei dovuto in effetti! Il tuo amore mi ha sempre circondato. Non so come sarei ora senza di te!"
Ci avevamo messo molto, ma alla fine eravamo diventati noi, per sempre!
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MAMILHAPINATAPAI
RomanceUna ragazza che decide di dare una svolta alla sua vita, il destino, un amore?, un'amicizia più forte di tutto. Dalla campagna alla città, per stravolgere il suo mondo, per mettere ordine nella vita di altri, per imparare ad amare e ad amarsi...