Perché Restare...

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Cap. 144

Ross:

Passarono i giorni e ricominciai anche il lavoro.
Avevo promesso a Samuel che sarei stata attenta ed al primo allarme mi sarei fermata. La salute mia e del bambino veniva prima di qualunque cosa.
Nel frattempo, per lui, le cose non andavano tanto bene.
Il mercato riparatore di gennaio si era aperto e le voci di una sua possibile cessione erano nell'aria.
Tante le squadre interessate: Sampdoria, Españiol, Valencia e Rajo Vallecano.
La squadra italiana, con l'arrivo del suo ex allenatore Giampaolo, sembrava in pole position, ma più i giorni passavano e più le strade si dividevano.
Le squadre spagnole erano tutte squadre importanti, certo non erano Real o Barcellona, ma lottavano tutte per i primi posti in classifica.
Una sera ne parlammo ed io dopo, ero convinta che avremmo fatto le valigie.

"Samu, allora? Cosa pensi di fare?"

"Vorrei restare!"

"Lo so. Ma forse non è la soluzione migliore..."

"Perché?"

"Perché io ho bisogno di te. Avrò bisogno di appoggiarmi a te e per aiutarmi tu hai bisogno di essere felice. E per essere felice hai bisogno di giocare e qua al Milan non hai grosse possibilità!"

"Per essere felice io ho bisogno solo di te! Tutto il resto è importante, ma non fondamentale! Comunque adesso vedrò con i ragazzi dell'agenzia e valuterò la situazione."

Mi preoccupava lasciare l'Italia, ma sapevo che accanto a lui avrei potuto superare ogni difficoltà.

Samuel:

La mancata convocazione per Milan - Juve e il continuo non giocare, mi stavano demoralizzando.
Per fortuna tutto ciò che era fuori dal calcio, era più meraviglioso che mai!
Forse Ross aveva ragione, cambiare squadra poteva essere la situazione migliore.

Mille dubbi mi riempivano la mente, la mia indecisione sul trasferimento era legato in gran parte, anche allo stato attuale della mia compagna.
Se prima un trasferimento sarebbe stato difficile, ma non preoccupante, ora che aspettava nostro figlio, forse sarebbe stato più complicato.
Non potevo portarla via dal suo mondo, e viste le sue preoccupazioni, non potevo portarla via dalla dottoressa che la stava seguendo e aiutando in questo periodo.
Eppure il trasferimento al Valencia era una buona occasione, soprattutto per avvicinarsi a casa, alla nostra famiglia.
Ad un certo punto tutto sembrava fatto. Dopo averne discusso insieme, avevamo deciso di provare. Raggiunsi un accordo con gli spagnoli, ma purtroppo furono le due società a non trovarsi d'accordo su alcuni punti.
Niente di male, restare a Milano era quello che volevamo.

Eppure le critiche arrivavano da ogni dove, senza capire le mie vere ragioni.
Mi accusavano di restare solo per i soldi! Di certo, il mio stipendio contava, ma se fosse stato necessario ridurlo, per rimanere al Milan e giocare, l'avrei certamente fatto.
Amavo la città, la squadra e mi sarebbe piaciuto che mio figlio nascesse qua.
Ogni giorno di gennaio che passava era un'agonia!
Per fortuna nello spogliatoio le cose non erano cambiate, con i compagni stavo bene e anche il rapporto con Pioli non era brutto.
Solo non riuscivamo tatticamente a capirci, o forse davvero io, non riuscivo ad esprimere ciò che valevo.
Continuavo comunque a lavorare duro, avevo solo bisogno di opportunità per giocare e far vedere tutto il mio impegno.

Nel frattempo Ross aveva dato le dimissioni. A fine mese sarebbe rimasta a casa.
La cosa la faceva un po' preoccupare, ma vista la sua attuale condizione, era la cosa migliore da farsi. Una volta nato il bambino e deciso il mio futuro calcistico, avrebbe potuto rimettersi in corsa per un lavoro.
Ora, era così bello tornare a casa e coccolarla pensando al suo meraviglioso regalo di compleanno.
Non vedevo l'ora di veder crescere quella pancia e sentire i primi movimenti, scoprire il sesso del piccolino ed iniziare a comprare le cose.
Ero più eccitato di lei, che aveva ancora attimi di paura.

Le giornate di fine gennaio erano più calde del solito, il sole splendeva anche nella fredda Milano.
Ci stavamo abituando all'idea che nulla sarebbe cambiato,ma l'ultimo giorno di mercato arrivó un'ultima offerta da parte della Sampdoria che il Milan avrebbe accettato.
La cosa mi spiazzó, all'inizio sembrava la soluzione migliore: rimanere in Italia per Ross e giocare un po' di più. Ma alla fine non me la sono sentita, ci avevamo creduto, volevamo rimanere a Milano.
Non potevo andare in prestito cinque mesi per poi ritrovarmi a giugno nella stessa situazione.

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora