Non È Facile

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Cap. 67

Cercavamo di ricostruirci, di ricominciare, ma non era facile.
Con quelle frasi, lui mi aveva dimostrato di non avere fiducia in me.
E io mi domandavo dove avevo sbagliato, cosa avevo fatto perché lui pensasse questo.
Due anime che volevano riscoprirsi, ri-amarsi come era già successo in passato.
Una cosa ci accumunava in quel momento, tutti e due non volevamo perderci. Su questo cercammo di rifondare il nostro rapporto.

Non era facile, anche a causa del momento no che Alessio stava vivendo sul campo. Con l'arrivo di Tomori al Milan, sembrava aver perso il posto da titolare.

La squadra nel girone di ritorno, aveva subito qualche colpo: la sconfitta con lo Spezia e una settimana dopo, la batosta nel derby.
Anche Samuel faceva fatica a trovare spazio in campo, il più delle volte, gli veniva preferito Saelemaekers.

L'ultimo giorno di febbraio, ci fu Roma - Milan e finí, per fortuna, con una vittoria per 2 a 1.
Alessio che non aveva giocato, ne approfittó per fermarsi dai suoi.
Io quella domenica ero sola a Milano, avevo provato a chiamare Ilaria, ma era tutta presa dalla tesi, perché di lì a poco si sarebbe laureata.
Invece Alessia si era allontanata, soprattutto dopo che, le ultime volte che ci eravamo viste, io e Ilaria le ripetevamo sempre di convincere Gigio a rimanere al Milan. Lei se la prendeva e rispondeva...

"È Raiola che decide, lo sai bene, anche Alessio è con lui no?"

Si era con lui, ma in realtà io non ne sapevo niente, non mi ero mai interessata a quell'aspetto del lavoro di Alessio, non avevo neanche mai visto il suo procuratore.
Fatto sta che ero sola. Non avevo molte amiche.....
..... dopo la messa della mattina, decisi perciò di approfittare del bellissimo sole per fare una passeggiata ai giardini Montanelli, vicino al museo di storia naturale.
Mi comprai un panino ed una bottiglietta d'acqua e con il mio libro mi sedetti su una panchina ad assaporare i caldi raggi del sole.
Dopo qualche ora mi incamminai verso casa, ricordandomi che c'era la partita. Lessi la cronaca su Google. Non mi ero persa molto, feci una doccia, mi preparai una tisana e poi avvolta in una coperta, uscii in terrazzo ad ammirare la mia città che si stava illuminando.

La giornata volgeva al termine e io pensavo a...
...invece di pensare al mio ragazzo, pensavo a Samu.
Presi il cellulare e le mie dita cercarono il suo nome. Due squilli e mi rispose a voce bassa.

"Hola Niña!"

Risi pensando a quanto amavo quando mi chiamava così, mi faceva pensare ai miei genitori, a quando mio papà chiamava mamma perché non trovava qualcosa...

"Nina, dove hatu mess..."

Sentire la sua voce, mi metteva i brividi, erano in treno e stavano rientrando a Milano.
Gli chiesi come era andata la partita, mi rispose che era stato ammonito, ma era importante aver preso i tre punti.
Avrei voluto parlare ancora con lui, ma un avviso di chiamata, mi informava che Alessio mi cercava, percui salutai lo spagnolo e richiamai Ale.

"Con chi eri al telefono?"

"Con Ilaria"

Mentii...

"Volevo avvisarti che stasera uscirò con i miei e dopo vedrò degli amici, perciò se chiami e non rispondo, non ti preoccupare."

"Ok, a domani amore"

E ci salutammo. Pensai che strana telefonata, prima non l'avrebbe mai fatto, ora mi avvisava di tutto.
Ci teneva davvero, allora?
Così finii la serata guardando la sesta stagione di Viching su Netflix.

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora