Cap. 145
Era stata una settimana dura per Samuel, le critiche continuavano ad arrivare, ma come al solito lui riusciva a metterle da parte e continuava il suo lavoro.
Stavano preparando la "PARTITA", quella importante, il derby di ritorno.
Perdere significava dire addio ai sogni di scudetto.
Una sola era la possibilità che tutti ripetevano come un mantra:"VINCERE E VINCEREMO!"
Perciò erano tutti molto concentrati e anche solo aiutare i titolari in allenamento era determinante per la riuscita al meglio della gara.
Durante questa settimana feci nuovi esami e Samuel insistette per accompagnarmi.
Il suo senso di protezione nei miei confronti si era intensificato. Ogni momento libero lo passava al telefono con me; io mi sentivo un po' in colpa, ma anche tanto amata.
Soprattutto quando tornava a casa da Milanello e mi riempiva di coccole ed attenzioni.
Non osavo immaginare come sarebbe stato con un bambino.I giorni passavano e si avvicinava il grande evento.
Venerdì sera a malincuore mi lasciò per il ritiro pre-partita.
Mi ritrovai sola dopo tanto tempo. Non immaginavo che sarebbe stato così strano. Era la prima notte che non dormivamo insieme dallo scorso anno, ormai.
Il letto mi sembrava così grande...Sabato mattina mi alzai a fatica dal letto, avevo dormito pochissimo e male.
Poi... ...era proprio quella giornata lì, quella del derby!
Ero una tifosa come gli altri e l'ansia pre-partita si fece sentire fin da subito. La preparazione e i colloqui che avevano avuto in squadra questa settimana per trasmettersi l'importanza della vittoria, sembrava avessero fatto effetto anche su di me.Alle 16:00 in punto, salii in macchina per raggiungere San Siro. Questa volta avevo rifiutato il solito passaggio dai ragazzi, avevo bisogno di scaricarmi un po' guidando.
Sapevo che Samuel sarebbe stato in panchina, ma quel giorno non contava, dovevano essere un corpo solo, un'anima sola.La stracittadina ebbe inizio e fu subito guerra!
Un magnifico Maignan ci tenne a galla per molto tempo, poi su un calcio d'angolo del traditore.....
...gol dell'Inter.
Affanno, paura e sconforto attanagliavano giocatori e tifosi.
Ma noi siamo il Milan: non si molla mai!Così, dopo una cioccolata calda che mi avevano offerto i miei soliti compagni di tifo, Gian e Vins, nell'intervallo, ci riconcentrammo sulla partita.
Subito i ragazzi avevano dato l'impressione di volerci provare, ma niente riusciva a concretizzarsi.
Poi un lampo e in meno di tre minuti avevamo pareggiato e poi eravamo passati in vantaggio, grazie ad uno splendido Olivier Giroud.
Un boato incredibile: Milano eravamo veramente noi!
Non vi dico i minuti che seguirono: solo Ansia!
Poi libero sfogo alla gioia più assoluta.
Grazie ragazzi, grazie Mister, grazie Milan!La squadra stava festeggiando alla grande in campo prima, e negli spogliatoi dopo.
Gian andò incontro a Samu, mentre io e Vins li aspettavamo nel parcheggio. Stavamo chiacchierando sereni quando tutto ad un tratto il colore delle luci passó da blu a rosso. Poco dopo Gian e Samu arrivarono ridendo come pazzi.
Fu solo più tardi che scoprimmo, grazie ai video su Instagram, quello che era successo.
Solo lui poteva fare una cosa del genere, lui il mio pazzo amore, tifoso quanto me del nostro Milan.
Grazie anche per questo amore mio!
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MAMILHAPINATAPAI
RomanceUna ragazza che decide di dare una svolta alla sua vita, il destino, un amore?, un'amicizia più forte di tutto. Dalla campagna alla città, per stravolgere il suo mondo, per mettere ordine nella vita di altri, per imparare ad amare e ad amarsi...