Nati Per Stare Insieme

73 1 0
                                    

Cap. 104

Tutta la serata era stata speciale, la cena, il bacio fuori dalla porta e poi in camera.
Non mi dava nessuna fretta, era tutto perfetto, tanto che quelle parole mi uscirono istintivamente.
Com'era possibile?
Stavo provando davvero quelle sensazioni, quelle emozioni?
Mi cambiai e lo raggiunsi nel suo letto, era nervoso, mi stava aspettando, come avesse la paura che io non tornassi.
Poche ore e lui avrebbe preso un aereo per tornare a Malaga.
Mi appoggiai a lui e dormimmo abbracciati.
La sveglia suonó ed io mi sentii male.
Lasciai Samuel sistemarsi mentre andavo in cucina a preparare la colazione.
Mi veniva da piangere, stavo cercando di asciugarmi le lacrime, quando lo sentii avvicinarsi.

Il taxi arrivó, ci dovevamo salutare, anche per lui sembrava difficile.
Ci baciammo, cercó di consolarmi.

"Torno presto, te lo prometto! Mi manchi già!"

Mi disse aprendo lo sportello dell'auto, per poi voltarsi e correre di nuovo da me per un ultimo bacio.

Questa settimana ci aveva unito definitivamente, avevano sempre avuto ragione tutti quanti gli altri: noi eravamo nati per stare insieme!
Perché me ne ero accorta così tardi?

Era passato un giorno dalla sua partenza, sentivo un vuoto terribile.
Rimanevo a letto, perché lì, né sentivo ancora l'odore.
Passavo il tempo al computer in attesa delle sue chiamate, che per fortuna erano frequenti.
Mi raccontava ogni cosa, mi faceva vedere dov'era, mi rendeva partecipe della sua vita.
Poi alla sera passavamo ore al telefono solo per sentirci più vicini.

Il venerdì avevo un altro appuntamento per dare un'occhiata ad un altro appartamento, non lo avevo raccontato a Samuel, ma mi chiamò proprio mentre stavo visitandone le stanze.
Questo non era male. Sembrava fatto apposta per me, non era nemmeno tanto lontano da casa sua.
Era quello giusto, lo sentivo.
Samuel non era convinto, mi disse che stavo affrettando le cose. Chiesi un po' di tempo per pensarci, per il momento non c'erano altre richieste.

Sabato mattina mi svegliai molto presto, lui mi mancava terribilmente, non facevo altro che pensare a lui.
Sentii suonare il campanello, non avevo idea di chi potesse essere.
Me lo ritrovai davanti e gli saltai addosso, non riuscivo a crederci.

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora