Aiutami

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Cap. 48

Samuel:

Ricordo benissimo quella sera, ero tornato in campo dopo l'infortunio ed ero felice, perché il recupero procedeva bene.
La trasferta di Genova ci aveva portato altri 3 punti ed eravamo in piena corsa per il quinto posto in campionato.

Arrivammo a Milano più presto del solito, la partita si era giocata alle 19.30.
Una volta sceso dal pullman, stavo infilando il borsone nel portabagagli dell'auto, quando sentii suonare il mio telefono. Risposi con...

"Sei orgogliosa di noi?"

Ma le parole mi morirono in gola, perché dall'altro capo del telefono sentii solo un pianto forte e disperato.
Salii in macchina senza salutare i miei compagni e misi in moto pregando di non trovare ne semafori rossi, ne forze dell'ordine.
Arrivai da lei incurante di tutti i limiti e la trovai in lacrime.

"Aiutami Samu sto male, il mio bambino..."

Rimasi per un attimo pietrificato, ma poi la aiutai a salire in auto per accompagnarla in ospedale e lungo il tragitto mi confessò tutto, interrompendo le frasi con grandi singhiozzi.

Ross:

Era quasi finito il primo tempo di quel Sampdoria - Milan, quando dolori lancinanti iniziarono a farsi strada nella mia pancia.
All'inizio non pensavo fosse nulla di grave, ma aumentavano sempre più.
Ero spaventata e cercai di chiamare Alessio, anche se lontano avrebbe potuto almeno consolarmi e tranquillizzarmi, ma non rispondeva.
Continuavo a provare ogni due minuti, ma era sempre staccato. Provai dai suoi genitori, ma partiva la segreteria.
Iniziavo ad avere paura a sentirmi sola.
Provai a chiamare Ilaria, ma non rispondeva, provai con Alessia, ma anche sul suo partiva la segreteria.
Aspettai ed aspettai, dopo mezzanotte provai con l'unica persona che sapevo, avrebbe immediatamente risposto. Alla mia richiesta di aiuto arrivò subito.

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora