La "Vacanza"

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Cap. 80

Sentire il profumo e il rumore del mare, mi faceva già stare meglio.
Quando arrivammo a casa Castillejo, era vuota. Erano ancora tutti via, così Samuel mi accompagnó in quella che era già stata la mia camera due anni prima.
Lui poi raggiunse la sua.
Sistemai le mie cose e poi scesi di sotto.
Mi stavo guardando attorno, quando un abbraccio mi sorprese da dietro.

"Ben arrivata amica mia!"

Noemi! Finalmente, quando mi girai e la vidi, fu come rinascere, mi era mancata tanto.

"Come stai?"

"Possiamo non parlarne?"

"Certo, che ne dici di una passeggiata?"

Feci di sì con la testa e lei andò ad avvisare il fratello della nostra uscita.
Camminammo in silenzio per qualche chilometro, quando finalmente mi decisi.

"Ti ha raccontato tutto, vero?"

Me lo confermó.

"È stato terribile scoprirlo?"

"Mi sono sentita un idiota, non mi ero accorta di nulla. Anzi mi sentivo in colpa ogni volta che mi avvicinavo a tuo fratello."

"Non è facile, ma vedrai che ti riprenderai presto. Questa settimana la famiglia Castillejo al gran completo, ha intenzione di viziati e coccolarti per tutto il tempo. Quando tornerai a Milano, sarai di nuovo felice."

"Lo spero!"

Quando tornammo a casa, erano rientrati tutti e mi accolsero con baci e abbracci calorosi; quello che mi aveva detto Noemi era proprio vero.

Il clima caldo di Malaga ci permise di cenare in giardino e come al solito, venni servita e riverita, e come al solito Samuel e Noemi, dovettero tradurre; ma iniziavo a capire qualche parola.
Nonostante ciò conversare con loro era rasserenante.
Era sabato sera, ma decidemmo di restare in casa, d'altronde la compagnia era ottima, perché uscire?

"Cosa farete domani?"

Chiese mamma Rosa al figlio, che le rispose in spagnolo. Capii Picasso, Plaza, Malaga e poche altre parole, perciò chiesi.

"Cosa faremo domani?"

"Pensavo di portarti a visitare la città, ci stai?"

"Certo che si!"

Risposi quasi sbadigliando

"È meglio che vado a fare il caffè"

Disse Samu alzandosi e dirigendosi verso la cucina. Era stato un po' distante per tutto il giorno, mi aveva lasciato alle amorevoli cure di sua sorella prima, e di sua madre dopo.
Anche ora metteva spazio tra di noi.

Dopo un'ora i suoi genitori ci lasciarono e poco più tardi anche Noemi.
Come la sera prima c'eravamo solo noi, ma stavolta neanche un po' di musica a farci compagnia.
Cercai di guardare altrove, concentrando la mia attenzione sul magnifico cielo stellato che ci sovrastava.
Sentivo i suoi occhi addosso, ma quando mi giravo per guardarlo, lui si voltava come se nulla fosse.
Cosa gli stava succedendo?
Era forse pentito di avermi portato a casa sua?
Decisi di non torturarlo e torturarmi oltre, perciò mi congedai da lui con un abbraccio ed una buona notte.

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora