Per Non Pentirmi

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Cap. 40

Erano passati dieci giorni dalla sera del concerto, io e Samu non ci eravamo più visti, ma ci scambiavamo come al solito messaggi su WhatsApp.
Avevo ripensato molte volte a quella sera, chiedendomi cosa fosse giusto e cosa sbagliato.
Volevo stare con Alessio, lui mi rendeva felice, ma Samu sapeva tendere ogni corda del mio essere, sia fisica che mentale.
Era passato un anno da quando io e Alessio stavamo insieme, da quando lui mi fece capire che voleva qualcosa di più importante tra noi, eppure se mi guardavo indietro, nei momenti per me più importanti, lui non c'era.
O perché c'era il Milan, la nazionale, la sua famiglia, i suoi amici o la stanchezza, si creavano sempre dei vuoti che, senza farlo apposta venivano riempiti da Samuel.
Anche questa volta, lui non c'era, festeggiammo il nostro primo anniversario lontani.
Quella mattina fui presa dal panico e se anche questa volta...
Finii di lavorare, mandai un messaggio a Samu ed uno ad Alessio, poi staccai il telefono fino al giorno dopo; dovevo a tutti i costi rimanere da sola o avrei fatto qualcosa di cui mi sarei pentita per sempre.

Riuscii a non vedere Samu per un mese, le domeniche lavoravo e restavo a casa il lunedì per stare più tempo con Romagnoli.
Non potei evitarlo a metà dicembre, in occasione della festa per i 120 anni della società. Quella sera ci sarebbe stata l'ufficialità tra me e Alessio, la stampa presente non avrebbe di certo trascurato il capitano e la sua accompagnatrice. Io che non sopportavo di essere al centro dell'attenzione, come avrei fatto?
Mi sentivo nervosa, era la prima volta che partecipavo ad un evento del genere (c'era stata la premiazione dell'anno scorso, ma ero riuscita a defilarmi per quasi tutta la serata), mi sentivo un pesce fuor d'acqua.
Andare a comprare un vestito fu un'impresa, non avevo la più pallida idea di cosa bisognasse indossare. Per questo chiesi aiuto ad Ilaria ed Alessia, molto più mondane di me.
Loro in un lampo avevano trovato il look ideale; Ilaria poi, da modella che era, qualsiasi cosa infilasse era splendida. Dopo un'infinità di cambi, in cui non mi sentivo a mio agio, finalmente trovai quello giusto. Un tubino nero che lasciava scoperte le spalle ed arrivava poco sopra il ginocchio, con un piccolo ricamo all'altezza del cuore. Era semplice, ma allo stesso tempo elegante e sentivo che rispecchiava appieno la mia personalità. L'impresa fu salire sui tacchi, che odiavo e cercavo di usare il meno possibile. Le due amiche approvarono.

Quella sera aggiunsi all'abito un lungo scialle bianco con strass argentati e il modo in cui Alessio mi guardava, mi faceva stare tranquilla.
Non fu lo stesso quando, durante la festa, sentii lo sguardo di Samu addosso. Mi stava squadrando dalla testa ai piedi, sentivo di andare a fuoco.
Lui era bellissimo, riusciva sempre a trovare qualcosa di unico nei suoi look.
Avevo bisogno di andare in bagno a rinfrescarmi un po'. Quando uscii era accanto alla porta ad aspettarmi.

"Holá Niña, non mi saluti nemmeno? Sei bellissima!"

Non so perché, ma quelle parole mi avevano fatto ribollire il sangue più di tutti i complimenti di Alessio, dovevo darmi una regolata. Dovevo raggiungere il mio ragazzo o non ne sarei uscita viva.

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MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora