Ritorno A casa

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Cap. 14

Nei primi giorni di dicembre decisi, in concomitanza con il ponte di Sant'Ambrogio, di ritornare a casa a dare un'occhiata e a recuperare alcune cose per iniziare ad addobbare il mio minuscolo appartamento in vista del Natale.

Alessio non era particolarmente felice, ma per me era davvero necessario.
Controvoglia mi accompagnó alla stazione e dopo un'infinità di baci mi lasciò salire sul treno.
Arrivata nella piccola stazione non potei non provare una morsa al cuore.
Raggiunsi la corriera e in poco meno di mezz'ora ero a casa.

Erano passati sei mesi da quando me ne ero andata e trovandola così buia e vuota non riuscì a trattenere le lacrime.
Ma come per incanto uno squillo arrivò in mio soccorso. Era Samuel che mi chiedeva come era andato il viaggio; non so come, dalla mia risposta, riuscì a capire che qualcosa non andava, così invece di riattaccare, restò a parlare con me fin quando anch'io non mi sentii un po' più serena. Quel pagliaccio riusciva sempre a farmi tornare il sorriso. Così quando mi salutò ero in grado di affrontare il mio recente passato.

Con grande dolore pensai che forse era il caso di dare un taglio definitivo, di vendere la casa; ormai la mia vita sembrava aver avuto un nuovo inizio in quel di Milano. Consapevole di questa mia decisione, mi ripromisi di contattare un'agenzia ed iniziai a guardarmi un po' intorno per vedere se c'era qualcosa da poter subito inscatolare.

Il mio cuore mi condusse in cantina dove erano sistemati gli scatoloni degli addobbi di natale. Con qualche sorriso e tante lacrime, selezionai accuratamente le cose da tenere e da portare con me a Milano e quelle da buttare.
Natale era sempre stato per me e la mia mamma, il periodo più bello dell'anno. Avevamo sempre qualcosa da fare, da preparare per rendere la casa più ospitale o la tavola più appetibile. Dopo la sua morte avevo due scelte: morire dentro anch'io o continuare a vivere sfruttando appieno della gioia che mi aveva insegnato. Inutile dire che scelsi la seconda.
Quando dopo qualche ora riemersi dalla cantina con l'intenzione di informarmi su un corriere per far trasportare tutte le scatole a Milano, il mio telefono iniziò a emettere tutti i suoni possibili. Mi ero dimenticata che sotto non prendeva. Tra le notifiche, spiccavano i tanti messaggi e le chiamate di Alessio, che presa dagli eventi, mi ero proprio scordata di avvisare. Così non esitai e cercai il suo contatto in rubrica.

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora