Sorriso Grande

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Cap. 82

Tornammo a casa che era quasi ora di cena, giusto il tempo di una doccia.
Avevamo passato il pomeriggio a visitare, prima la casa natale e poi,  il meraviglioso museo di Picasso.
Situato in uno storico palazzo della città, il museo era stato voluto dallo stesso pittore, e ne rendeva omaggio, contenendo molte sue opere sia dell'età giovanile che di quella più matura.

Arrivai in giardino per ultima e tutto era già pronto; mi chiesero della giornata, così iniziai a raccontare tutto con tale entusiasmo che tutti scoppiarono a ridere, soprattutto alla fine quando confidai loro di essere stanca morta perché Samuel ...

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Arrivai in giardino per ultima e tutto era già pronto; mi chiesero della giornata, così iniziai a raccontare tutto con tale entusiasmo che tutti scoppiarono a ridere, soprattutto alla fine quando confidai loro di essere stanca morta perché Samuel mi aveva fatto camminare un sacco.

La cena come al solito era squisita, mamma Rosa era davvero una cuoca formidabile. Ora capivo perché Samu si affidava alle videochiamate con lei, per cucinare qualcosa durante la quarantena dello scorso inverno.

La serata era calda, mi buttai su uno sdraio in giardino e, complici la stanchezza e il silenzio, mi addormentai, o almeno credo perché era l'ultima cosa che ricordavo.
Il giorno dopo, mi svegliai ancora vestita, ma nel mio letto.
Mi diedi una sciacquata alla faccia ed ai denti, mi cambiai e scesi in cucina che erano già le 11.00.

"Ancora un po' e sarei venuto a cercarti!"

Disse Samuel ridendo. Sapeva benissimo che non era da me dormire fino a tardi, ma questo posto aveva sempre avuto su di me, un effetto benefico.

"È troppo tardi per muoversi, che ne dici se oggi passiamo la giornata in spiaggia? Noemi ci raggiungerà per l'una con il pranzo."

Gli sorrisi in segno d'approvazione e corsi in camera ad infilarmi il costume.

Mi sentivo sempre in imbarazzo, quando dovevo mostrare parti del mio corpo. Residui di un passato che mi aveva visto essere una ragazza con problemi di peso.
Dopo la morte dei miei genitori, lo stress, le tante cose da fare e la poca voglia di cucinare, mi aiutarono a perdere parecchi chili, ma il disagio era rimasto.
Samuel mi aveva già vista in costume, però quel giorno c'era qualcosa di diverso, mi sentivo strana.
Arrivati in spiaggia, stendemmo gli asciugamani, ma io rimasi con la maglietta.
Lui mi guardó con occhi indagatori, ma non disse nulla, si sdraió a pancia in giù e restò fermo in silenzio.           Io presi un libro e mi innoltrai nella lettura talmente profondamente, che non mi accorsi nemmeno quando si alzò e prendendomi in braccio, mi portò in acqua incurante delle mie maledizioni.
Quando riemersi, stretta ancora tra le sue braccia, mi sentivo viva.
C'eravamo solo noi, il mare, il sole, il suo sorriso, il mio riflesso nei suoi occhi...

No, non successe niente, perché in quell'istante arrivò Noemi, che ci chiamò dalla spiaggia.
Ci staccammo e la raggiungemmo. Aveva con sé un cesto carico di cose buone. Del prosciutto, focaccia, frutta fresca ed un termos, per finire il pranzo con un buon caffè caldo.
Noemi dispose tutto è si sedette sul telo di Samuel, lui ne stese un altro, con mia somma delusione, accanto alla sorella.
Finito di pranzare ci sdraiammo tutti e tre a prendere il sole. Era lunedì, giorno lavorativo e la spiaggia iniziò ad affollarsi solo a metà pomeriggio, quando noi decidemmo di entrare nuovamente in acqua.
Stavo tornando a riva, quando una coppia attirò la mia attenzione: lui aveva i capelli corti e neri, lei corti e biondi, mi fecero pensare ad Alessio e all'altra donna. Chissà se ora erano insieme?
Sentii Samu avvicinarsi per buttarmi ancora sott'acqua, ma quando vide il
mio sguardo, capì tutto e chiamò la sorella.

"Noemi, stasera si esce! Destinazione Soho!"

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora