Andare Avanti

82 1 0
                                    

Cap. 74

Arrivai a casa, penso solo grazie ai miei angeli che dal cielo mi stavano proteggendo. Non capivo nulla!
Una volta dentro, presi qualche vestito, il beauty, poche altre cose e le infilai in un borsone, sbattendo la porta, me ne uscii.
Per fortuna avevo ancora il numero di telefono del B&B dove, tre anni prima, avevo passato i miei primi giorni a Milano.
Provai e avevano una camera, per ora sarebbe stato sufficiente così.
Presi la metro e alla fermata Palestro, raggiunsi la struttura. Sbrigai le pratiche e poi finalmente potei chiudermi in camera da sola.
Finalmente potevo piangere, finalmente potevo crollare...
... ma dopo quello che avevo già sopportato, questo era nulla, dovevo rialzarmi subito.
Misi la sveglia e presi sonno quasi immediatamente.
Il mattino seguente arrivó troppo presto, raggiunsi il signor Antonio che stava alzando la saracinesca del laboratorio; quello, in questi tre anni, era sempre stato il nostro momento, c'eravamo solo noi.
Quando mi vide, gli occhi gli si inumidirono, quella sarebbe stata la mia ultima settimana.
Pensai per un attimo di rimanere, Antonio mi avrebbe sicuramente tenuto, ma avevo bisogno di allontanarmi e cambiare la mia vita, il mondo mi era crollato addosso ancora una volta.
Mi avvicinai ad Antonio e lo abbracciai, gli volevo bene come ad un padre e lui me ne voleva come ad una figlia.
Gli promisi che nonostante lasciassi il lavoro, sarei tornata spesso a trovarli.
Con un lieve sorriso, ci mettemmo al lavoro, a breve sarebbe arrivato anche il mio "allievo"; bisognava darsi da fare.

Quando la signora Maria sbucó nel laboratorio per darci un saluto, la pregai che, se si fosse presentato qualcuno a cercarmi, di dire che non c'ero. Mi guardò stranita, ma lo promise.
Il tempo passò velocemente e dopo aver pulito tutto, uscii salutando i proprietari che stavano ancora istruendo il nuovo arrivato.
Avevo fame, mi fermai a mangiare un gelato, erano più di 24 ore che non toccavo cibo, prima di scoprire TUTTO.
Fino a quel momento non avevo avuto tempo di pensare, ma ora il cuore mi si strinse di nuovo in una morsa.
Stavo percorrendo la strada verso la metro, quando don Luca accostó con l'auto.

"Vuoi un passaggio?"

Accettai e subito lui capì che c'era qualcosa che non andava, mi lasciò sfogare.
Dopo tutte le mie parole e i miei pianti, mi prese le mani e guardandomi negli occhi, mi disse che il Signore mi stava mettendo alla prova; ma in serbo per me e il mio futuro c'era sicuramente qualcosa di meraviglioso.
In quel momento volevo credergli a tutti i costi!

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora