Ha Vinto Lei

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Cap. 140

Col passare dei giorni, le mie paure andavano a sfumare, anche grazie alla presenza di Noemi, che era sempre pronta a tirarmi su di morale.
Gli esami del sangue che erano buoni e la mia attuale tranquillità, la spinsero però a tornare a casa.
Mancava già da troppo tempo! Prima le vacanze, poi la quarantena ed infine una cognata in preda all'ansia, la stavano tenendo lontano dalle altre persone della famiglia.
In verità non riuscii a trovare altre scuse plausibili per farla restare.
Sarebbe tornata presto, me lo promise, e soprattutto e comunque nel solo istante in cui io avessi avuto bisogno di lei.

Con l'inizio della settimana sarei anche dovuta rientrare al lavoro, ma chiesi ancora un paio di giorni di permesso.
Al compleanno di Samuel mancava davvero poco e non avrei potuto sganciare la bomba e poi correre al lavoro.

Lunedì pomeriggio mi stavo preparando per andare allo stadio, quando sentii suonare il telefono.

"Ehi! Pasticcera, serve un passaggio?"

"Grazie Gian, volentieri!"

"Venti minuti e siamo lì!"

"Siamo?"

"Io e Vins!"

"Ah già, dimenticavo! Voi non vi muovete mai da soli!"

Quando arrivammo a San Siro, mi sentivo come una vip con le guardie del corpo, ormai non mi lasciavano più sola. Cominciavo a sospettare che sotto sotto ci fosse lo zampino di Samuel, perché mi controllassero. Si preoccupava sempre per me e ancora non sapeva del bambino! Cosa sarebbe successo da domani?
Vins mi riportò alla realtà.

"Questa sera sei più bella del solito!"

"Grazie!"

"Occhio Vins, che se ti sente Samu sei spacciato!"

Ci mettemmo a ridere tutti e tre.

"Allora Ross, per il compleanno di Samu, noi avremmo organizzato qualcosa di semplice, visto il momento pandemico. Un aperitivo al nostro solito posto. Ci stai?"

"Certo! Pochi ma buoni!"

"Naturalmente sorpresa, non dirgli niente!"

"Certo, sarà una giornata ricca di sorprese per lui, domani."

"Perché?"

"Anch'io ho una sorpresa per lui!"

"Wow! Ce la vuoi dire?"

"Ma non ci penso proprio! È solo per noi!"

"Cattiva!"

E dopo uno scambio di linguacce e di sguardi, sapevo a cosa pensavano loro con quell'espressione maliziosa..., spostammo la nostra attenzione alla partita.

Erano passate le 23:00, quando Samuel uscì dagli spogliatoi e salimmo in macchina di Gian.
Non aveva giocato ed inoltre il Milan aveva perso una partita dove strameritava di vincere, anche a causa di un madornale errore arbitrale. L'arbitro aveva fermato troppo in anticipo l'azione che aveva portato al gol di Messia, senza concedere il vantaggio: una beffa!
Non vi dico le parolacce che sono volate in tribuna!
Samuel era un po' abbacchiato e Gian provó a tirarlo un po' su!

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora