Serenità

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Cap. 159

Samuel:

I giorni passavano sereni da quando avevo deciso il mio futuro.
Non poter giocare mi infastidiva lo stesso, ma vivevo la situazione in modo diverso, più calmo.
Speravo almeno di essere d'aiuto ai miei compagni, desideravamo tutti poter vincere qualcosa insieme ed essere così fieri di far parte di questo meraviglioso gruppo.

Si avvicinava la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro l'Inter e come tutti i derby, lo sentivamo parecchio

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Si avvicinava la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro l'Inter e come tutti i derby, lo sentivamo parecchio.
Ci stavamo preparando bene, ci allenammo anche a Pasqua; quel giorno poi, ci raggiunsero anche le nostre famiglie per una grigliata in compagnia.

Quel giorno era anche il compleanno di Noemi, dopo un po' di anni l'avrebbe festeggiato senza di me. Io e Ross la chiamammo insieme, dopo il pranzo con la squadra. Era in spiaggia a festeggiare, beata lei!


Alessio:

Avevamo da poco finito l'allenamento, mi ero lavato ed ero sceso al campo dove ci aspettava la grigliata di Pasqua.
Poi la vidi, stava chiacchierando sorridente con Ilaria.
Erano passati un po' di mesi dall'ultima volta che ci eravamo trovati faccia a faccia.
Si, Ross mi aveva chiamato per farmi gli auguri di buon compleanno, ma era diverso. Ora, trovarla lì, a pochi metri da me, era una sensazione strana.

Il suo corpo aveva preso rotondità e quei chili in più non le stavano per niente male.
La gravidanza l'aveva resa ancora più bella e poi era felice! Aveva quel sorriso che era sempre stato il suo punto di forza, ma che con la perdita del nostro bambino, non le avevo più visto addosso.
Ero stato proprio uno stupido, mi ero fatto scappare una ragazza meravigliosa. Dopo la nostra rottura, non sono più riuscito a trovare una ragazza percui io ero solo Alessio e non un calciatore famoso.
Mi trovavo ancora solo e alle volte era triste rientrare a casa e trovarla vuota.
Stavo ancora guardando Ross quando Samuel si avvicinó a lei, le posó una mano sulla pancia e le diede un bacio.
Eccolo il mio "nemico", anche se sapevo perfettamente che non era colpa sua: era il destino!
Ecco che lui la fece ridere, ecco quella risata che mi mandava in bestia!
Lui era l'unico capace di farla ridere così, ci era riuscito fin da subito, ed io avrei dovuto capirlo.
Avevo provato in tutti i modi ad ostacolare quella che tra loro, all'inizio, era solo un'amicizia, forse proprio per questo si era intensificata e avevo dato loro la possibilità di far crescere il loro rapporto, fino a portarlo a quello che erano ora: una coppia a tutti gli effetti.
Erano davvero belli insieme, dovevo ammetterlo a malincuore, era così: loro erano fatti uno per l'altra da SEMPRE!

Mi riportó alla realtà Davide, che mi invitó ad unirmi al resto dei compagni.
Il pranzo fu allegro e gioviale, ci conoscevamo bene ed eravamo una famiglia più che una squadra.
Io e Ross ci ritrovammo e ci salutammo con un abbraccio, sotto lo sguardo attento di Samuel che, a differenza mia, non le impediva di parlarmi anzi, ma dopotutto era il suo vero ed unico compagno di vita e niente avrebbe più potuto separarli.
Il sottoscritto era solo il passato e un amico come altri.

"Sei molto bella, come stai?"

"Grazie Ale, sto bene e tu?"

"Anche, grazie"

Ripensai a quando aspettava il mio bambino, alla sorpresa e alla paura che mi avevano preso e poi pensai al momento in cui chiamai Samuel e lui mi raccontó dell'aborto e al mio quasi sospiro di sollievo.
Avevo rovinato tutto, ma forse era giusto così, non mi sentivo pronto anche se a lei non l'avevo mai detto. Samuel a differenza mia, voleva diventare padre e ne era entusiasta.

"State davvero bene insieme. Si vede che ti rende felice e tu rendi felice lui!"

"Grazie!"

Mi abbracció nuovamente e tornó da lui.

Samuel:

Il martedì della partita arrivó velocemente, ma purtroppo non andò come sperato. Non era proprio destino, il periodo che stavamo vivendo non era a nostro favore. Nonostante le occasioni avute ed i tiri effettuati, sembrava proprio che il pallone non volesse entrare. Era una maledizione, quando poi finalmente entró, l'arbitro si inventó l'ennesimo fuorigioco fantasma e l'entusiasmo si spense.
C'erano amarezza e delusione nello spogliatoio, non pensavamo proprio di perdere e soprattutto con tre gol di scarto, un risultato certamente bugiardo per quello che si era visto in campo.
Da questa caduta dovevamo rialzarci per ricominciare a lottare per raggiungere quello che era rimasto come nostro obiettivo stagionale.

Il giorno dopo a Milanello ospitammo un'amichevole con la SSD Audace Calcio, naturalmente la differenza di livello si vedeva e vincemmo segnando nove gol, ma io personalmente, ricorderò quel giorno con gioia per aver potuto orgogliosamente indossare la fascia da capitano per quasi tutto il secondo tempo. Sapevo perfettamente che non era una partita ufficiale, ma questa squadra mi ha dato molto, soprattutto la possibilità di conoscere la mia futura moglie e resterò per sempre legato a questi colori.

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora