8. Macedonia

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Il 5º giorno del mese di Anthestérion nell'anno 88 dell'Olimpiade

Con il sorgere del sole, l'aria fresca della mattina risveglia la natura intorno a me. Mi alzo, sentendo il peso delle scelte passate sulle spalle, ma con una determinazione rinnovata per affrontare il futuro incerto.

Montando di nuovo il cavallo, riprendo il cammino, tracciando una strada lontana da ciò che è stato. Attraverso paesaggi selvaggi e boschi inesplorati, cerco una nuova vita, lontana dai fantasmi del mio passato.

Guido il cavallo oltre i confini della Grecia, in cerca di un nuovo inizio. I panorami mutevoli mi circondano, come se il paesaggio stesso riflettesse il cambiamento che cerco. Lascio dietro di me le tragedie e le rovine del mio passato, sperando che il futuro mi offra una redenzione che la mia terra natale non può concedermi.

Il mio viaggio mi porta oltre i confini della Grecia fino a raggiungere le terre della Macedonia. Arrivo al palazzo, una costruzione maestosa circondata da giardini ben curati. Le mura solide parlano di storia e stabilità. Davanti al palazzo, la corte reale si presenta in tutta la sua magnificenza. Guardie reali a cavallo pattugliano l'ingresso, mentre al di là delle porte imponenti, intravedo cortigiani vestiti con ricercatezza, occupati nei loro affari.

All'interno, il re macedone, figura maestosa seduta sul trono, mi osserva con uno sguardo benevolo. Accanto a lui, i membri della corte si scambiano chiacchiere, mentre servi silenziosi si occupano degli affari di stato. La sala è riccamente decorata, con tappeti sontuosi e dipinti che adornano le pareti, emanando un'aria di potere e tradizione.

Mi presento al palazzo, senza nulla da offrire. Il re macedone, guardando con compassione, pronuncia: "Daphne Dimitroa, sei la benvenuta nel nostro regno. Le tue disgrazie passate non saranno ricordate qui. Troverai rifugio e opportunità nella Macedonia."

"Vi ringrazio, nobile sovrano. La vostra generosità è un dono inaspettato. Spero di poter contribuire al meglio a questa comunità." rispondo con gratitudine.

Il re macedone, con gentilezza, mi offre alloggio nel palazzo reale. Le pareti dipinte di colori tenui creano un'atmosfera accogliente, e ampie finestre consentono alla luce del giorno di filtrare delicatamente. Un tappeto pregiato adorna il pavimento, invitando a camminare a piedi nudi.

Il letto, con lenzuola di seta, è posizionato strategicamente per godere della vista rilassante sui giardini sottostanti. Fiori freschi su un tavolino e un arazzo a parete, aggiungono un tocco di eleganza. In un angolo della stanza, un piccolo scrittoio offre uno spazio per riflessioni e scritture. Il canto degli uccelli e la brezza fresca leniscono il peso delle mie esperienze passate.

Mentre la serenità della stanza mi avvolge, mi inginocchio accanto al letto e, con il cuore pieno di gratitudine, rivolgo le mie preghiere alle divinità che guidano il mio destino. "Afrodite, guidami nel cammino dell'amore e della saggezza. Apollo, ispirami nei passi che intraprenderò."

Mi stendo sul morbido letto di seta. Il canto distante degli uccelli e la brezza leggera creano una melodia rassicurante, cullandomi dolcemente nel sonno.

La pace ritrovata nella Macedonia mi avvolge come un abbraccio, e mi lascio trasportare nel mondo dei sogni, consapevole che il nuovo inizio può portare speranza anche dopo le più oscure tempeste.

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La luce del mattino filtra attraverso le tende, dipingendo la stanza di tonalità dorate. La melodia degli uccelli all'aperto annuncia un nuovo giorno. Mi preparo per la giornata imminente, indossando abiti puliti e leggeri offerti dalla corte macedone. Indosso abiti di seta, leggeri e decorati con motivi eleganti che riflettono lo stile della corte. Le stoffe morbide scivolano dolcemente sulla mia pelle, creando una sensazione di raffinatezza. Un profumo leggero di fiori aleggia nell'aria.

Mentre mi guardo allo specchio, rifletto sulla gentilezza del re macedone nel fornirmi vestiti adatti.

La mia giornata a corte trascorre in compagnia di altre donne della nobiltà macedone. Partecipo a riunioni e conversazioni sulle arti, la cultura e la vita di corte. Una dama di corte si avvicina sorridendo: "Principessa Daphne, le donne qui condividono storie e competenze uniche. Troverai molte occasioni per connetterti e contribuire, anche se alcune questioni politiche potrebbero restare al di fuori del nostro raggio d'azione."

Nel pomeriggio, passeggiando nei giardini, ammiro la bellezza naturale della Macedonia e mi immergo nelle riflessioni personali.

La sera, durante le cene di corte, condivido racconti e conoscenze con gli altri ospiti, cercando di integrarmi gradualmente nella nuova realtà che mi circonda. "Dovreste trovare marito, affinché siate protetta indipendentemente" mi consiglia una dama. "Sono grata per il vostro consiglio," rispondo con un sorriso cortese, "ma sono ancora troppo scossa dall'accaduto."

Ritirata nella stanza mi affaccio alla finestra, mirando la luna radiosa. "Afrodite, madre, cosa devo fare?" chiedo. Mentre rivolgo la mia preghiera ala dea, la stanza si riempie di una delicata luce dorata. Una presenza eterea si manifesta, e di fronte a me appare la graziosa figura di Afrodite, la dea dell'amore e della bellezza. "Figlia mia, il cammino che hai scelto è unico e coraggioso. Segui il tuo cuore e la tua visione, e il destino si svelerà nei modi più straordinari," sussurra Afrodite, la sua voce permeata di calore materno. "L'amore e la forza risiedono dentro di te. Sii la guida della tua vita. Questa sarà lunga e immortale, circondati di chi ti può elevare e allontana chi può abbassarti."

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