Le candele brillano nella camera mentre Eudora mi mette a letto. Metto un dito sulla fiammella per poter spegnere la fiamma ma la balia mi ferma e mi controlla "Principessa è pericoloso giocare col fuoco" mi dice come per avvertirmi "Sei stata fortunata a non farti nulla, prega sempre che gli dei siano propizi" mi raccomanda come farebbe una madre con la figlia anche se mia madre non è qui accanto a me.Cammino tra le aiuole curate, i sentieri di pietra e gli olivi che donano ombra. Il sole filtra tra i rami, creando giochi di luce, e il canto degli uccelli completa l'atmosfera idilliaca. Sotto la fronda d'olivo, mi trovo di fronte a una figura avvolta da un radiante alone di luce. Emergendo dall'ombra degli alberi, rivela occhi profondi come stelle. "Salve, Daphne," pronuncia con una voce melodiosa "Mi chiamo Hermes, il tuo destino è un intreccio di divinità e umanità, e il tuo cuore custodisce il potere di entrambi i mondi.
Gli alberi di olivo sembrano sussurrare antiche melodie, e la luce divina che avvolge la figura di Ecate si riflette nei loro rami. "Trova la tua forza nei doni che possiedi, e sarai in grado di plasmare il tuo destino. La magia è la chiave che apre porte verso mondi sconosciuti.
Nella dimora reale, il fuoco danza nel camino, proiettando ombre sinistre, con occhi fissi in Meandro su di me che cerca di placare la mia rabbia. "Non è compito tuo scegliere, è tuo compito prepararla a ciò che le spetta" ribatte fermo mio marito. La rabbia cresce in me. Alzo la mano, pronuncio incantesimi antichi. Un lampo accecante avvolge Meandro, il silenzio segue il boato, e il suo corpo cade inerte. La sala è intrisa di oscurità, il fuoco e la morte pesano nell'aria. Mi avvicino a Meandro, il senso di colpa palpita nel petto. Gli occhi del defunto re incontrano i miei, e la responsabilità della mia scelta si abbatte su di me. "Aiuto! Qualcuno mi aiuti," grido, lacrime simulano il dolore di una moglie che ha appena perso il marito.
Con mano tremante, invoco il potere ardente dei ceppi di legna nel camino, un fuoco che danza tra le fiamme roventi. La sala del consiglio si illumina di una luce ardente mentre la magia si libra nell'aria mente dirigo le fiamme verso le sedie del consiglio. Lingue di fuoco si moltiplicano, divorando la sala e generando panico. Il fumo avvolge ogni angolo, oscurando la visione. Mentre il fuoco divora il palazzo, la voce dei miei cari si perde tra le fiamme. "Mamma! Papà!" grido, cercando i miei familiari nel caos infuocato. Il crepitio distruttivo sovrasta ogni richiamo. Nel tentativo disperato di trovarli, la speranza svanisce con ogni passo. "Calista! Elenos!" continuo a chiamare, ma le loro voci sono soffocate dal fumo nero. Tra le rovine ardenti, il silenzio pesante rivela la tragedia: la mia impetuosità ha privato la mia famiglia della vita.
La notte è permeata da un tumulto crescente: porte sfondate, latrati interrotti da grida angoscianti. Chiedo a Marcus cosa stia succedendo, e lui, con ansia sul volto, si prepara a indagare, dicendomi di restare al sicuro. Attendo con il cuore sospeso, ma il frastuono si avvicina, trasformandosi in un sinistro presagio di tragedia. Marcus parte, e il mio cuore batte veloce nell'attesa. Il ritorno di Marcus dipinge sulla sua faccia la tristezza. "Daphne," mormora con voce rotta, "i nostri figli... sono andati." Le lacrime scorrono incontenibili mentre il mondo crolla intorno a me. Ma l'ira e il dolore si trasformano in un potere ancestrale. Due aggressori appaiono dietro di lui, ma la mia vendetta scaturisce nelle fiamme che li avvolgono. La stanza risuona di un potere tragico, mentre il grido di agonia si unisce al mio. Ho perso la mia famiglia, di nuovo.
Erode persiste, ma il mio sguardo infiammato avverte. "Non spingermi oltre i limiti," lo avverto, ma lui ride con disprezzo. Crede di aver sconfitto ogni minaccia. "Pensi davvero di poter sfidare il mio potere?" chiede con arroganza. Con un gesto deciso, guido il fuoco attraverso il palazzo, creando una barriera ardente tra noi. "Preferisco la libertà alla tua falsa prosperità," affermo, mentre le fiamme danzano, illuminando il mio volto. "Cosa hai fatto?" chiede il re, spaventato. "Mi restituisco la libertà che mi hai negato in tutti questi anni," rispondo, sgattaiolando via attraverso la notte. Mentre mi allontano, sento il crepitio delle fiamme dietro di me, mentre gli zoccoli di un cavallo nero galoppano verso il porto.
Gli occhi di Arminio bruciano di desiderio mentre cerco la libertà nelle fiamme. Guido il potere del fuoco per liberarmi dalle corde, scatenando il caos tra gli uomini di Arminio. Nonostante le guardie mi catturino, Arminio proclama che gli dei hanno deciso che sarò la loro regina. Tuttavia, rifiuto la sua volontà e chiedo l'aiuto di Giunone, la dea madre. Con la sua guida, mi preparo a usare il potere del fuoco per ribellarmi contro il destino imposto e trovare la mia libertà.
Nel buio, le fiamme divorano Roma mentre Nerone osserva la devastazione con occhi freddi. La sua follia si manifesta nelle sue parole, proclamando il suo dominio mentre la città brucia. Proteggendo Claudia, sento il calore del fuoco, e il terrore si diffonde tra la folla disperata. La notte dell'incendio diventa un sinistro spettacolo di distruzione e pazzia imperiale.
Davanti al re accusatore, respingo le accuse con fermezza, difendendo la ricchezza delle tradizioni antiche. "Re di un regno effimero, il passato è il riflesso del nostro presente e il fondamento del nostro futuro. Le catene possono trattenere il mio corpo, ma la mia volontà resterà libera, radicata nelle tradizioni che hai cercato di annientare." Mentre il rogo viene ordinato, le fiamme risvegliano la forza dentro di me, e le voci celesti mi chiamano. Nel momento cruciale, il fuoco divino distrugge le catene terrene, scioglie la croce e annienta il re. Le fiamme danzano come antiche dee, svelando la mia trasformazione. Vedendo il fuoco circondarmi chiudo gli occhi...
...Apro gli occhi impaurita. Non c'è più fuoco attorno a me, e tutto quello è solo passato. Mentre osservo l'arcobaleno in lontananza, la sua brillantezza sembra trasformarsi in un fuoco avvolgente. Mi sforzo di aprire bene gli occhi, e improvvisamente, la prospettiva cambia. Il fuoco, una forza che ho sempre temuto, ora brilla in me, rivelando la sua vera natura, un dono divino.
In quell'istante, appare Iride, la dea arcobaleno, con la sua figura eterea e colorata. "Daphne, il fuoco che porti è il dono che hai di nascita, è il ponte tra il cielo e la terra, una connessione unica con gli dèi."
"Iride, ho temuto questo fuoco per così tanto tempo, non so controllarlo come dovrei" affermo le mani che hanno provocato tanto dolore. Iride sorride con gentilezza. "Non temerlo, ma abbraccialo. Imparerai a controllarlo" afferma lei dissolvendosi nei colori.
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La storia infinita
Hayran KurguDaphne, figlia di Apollo e Afrodite, sarà costretta a vagare nelle epoche, fino a trovare il suo posto in società (se avete letto "Amore Proibito" questa storia parla della stessa Daphne)