Ante diem XI Kalendas Iunias 380 d.C.
Nel torpore del sonno eterno, un raggio dorato di luce solare filtra attraverso le tende della mia camera da letto. Apollo, mio padre, il dio del sole, mi sveglia con la sua presenza radiante. La luce dorata danza nel buio della notte, annunciando l'inizio di un nuovo giorno divino. "Daphne," chiama Apollo con voce melodiosa, la sua figura eterea si materializza alla luce della mia stanza. "È giunto il momento di affrontare un'altra giornata tra gli dèi e i mortali."
Mi sollevo dal letto regale, avvolta nella luce aurea di Apollo. "Padre," rispondo con rispetto, "che messaggio porti dall'Olimpo oggi?"
Apollo, con gli occhi lucenti di saggezza, risponde: "Il destino continua a intrecciarsi, e le tue azioni avranno un impatto sugli eventi che si susseguono. È tempo di esplorare nuovi orizzonti e di influenzare il corso delle vicende divine e terrene."
Mi guardo intorno nella mia dimora romana, consapevole che ogni scelta avrà conseguenze nell'intreccio del tempo. "Padre, guida il mio cammino. Che la luce mi illumini nei passi che intraprenderò oggi."
Apollo sorride, un bagliore divino nei suoi occhi. "Che la tua giornata sia illuminata dalla sapienza e dalla forza, figlia mia. L'Olimpo osserva, e il destino attende le tue decisioni."
Con quelle parole, Apollo scompare nella luce dorata del mattino, lasciandomi pronta ad affrontare un nuovo giorno tra le sfumature dell'eternità.
Mi avvicino al mio guardaroba, scegliendo con cura la tunica di tessuto pregiato dai colori sobri, ornata da dettagli finemente ricamati. I miei capelli, fluenti e lucenti, vengono intrecciati con perle e fili d'oro.
Pronta ad affrontare il giorno, mi dirigo verso il cuore di Roma. Mentre passeggio attraverso le strade di Roma, il mio sguardo incrocia quello di un uomo di alta statura e portamento regale.
Entrambi a piedi, nel vicolo stretto, l'uomo non si ferma per farmi passare "Chi vi credete di essere" esclamo infastidita. "Chi vi credete di essere voi per rivolgervi a me in questo modo" risponde lui con sgarbo. Con uno sguardo di sfida, mi presento con fermezza: "Sono Daphne, la principessa Daphne, difendente dei più nobili romani, la gens Iulia, e ho diritto di passare prima di voi."
L'uomo, con una smorfia di sorpresa e forse un briciolo di ammirazione misto a disgusto, risponde: "Sono Onorio, principe di Roma. Se è così, principessa, concedo il passo."
Attraverso il vicolo, ma Onorio mi afferra per il braccio con forza fermandomi. "Principe Onorio, la vostra impudenza è fuori luogo," dico con una nota di indignazione, cercando di svincolare il mio braccio dalla sua presa decisa.
Onorio, con uno sguardo ardente, risponde: "Nessuna principessa può sfidare l'autorità senza conseguenze. Rispettate il vostro rango, Daphne, o potreste scoprire quanto è pesante la mano del potere."
La nostra conversazione si trasforma in un acceso scambio di parole, ognuno difendendo con fiera ostinazione la propria posizione. Le strade di Roma diventano lo scenario di uno scontro verbale, mentre l'orgoglio e la dignità si scontrano in un duello di volontà.
La folla intorno a noi si ferma a guardare, attratta dalla dinamica inusuale tra una principessa e un principe. Il nostro litigio, intriso di orgoglio e rivalità, risuona nelle strade affollate, lasciando intravedere una prospettiva di tensioni e alleanze nel cuore di Roma. "Principe Onorio, la vostra pretesa di autorità non vi dà il diritto di trattare con disprezzo coloro che incontrate," dichiaro, la mia voce risuona con fermezza. Onorio, con sguardo penetrante, risponde: "Il rispetto si guadagna, principessa. E voi non sembrate disposta a rispettare le regole che governano la nostra società."
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La storia infinita
FanfictionDaphne, figlia di Apollo e Afrodite, sarà costretta a vagare nelle epoche, fino a trovare il suo posto in società (se avete letto "Amore Proibito" questa storia parla della stessa Daphne)