101. matrimonio impiccato

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15 giugno 1099 d.C

Rispetto alla calda brezza del deserto, le ombre della notte si addensano attorno a me mentre cammino nei giardini del palazzo. Un messaggero giunge con passo frettoloso, il suo volto serio annuncia una notizia nefasta. "Daphne, urgente notizia dal palazzo. La regina Layla verrà giustiziata all'alba per adulterio."

La notizia mi colpisce come un fulmine, lasciandomi attonita sotto il manto stellato. La delicatezza del vento notturno sembra trasformarsi in un lamento silenzioso, e il mio cuore si stringe di compassione. L'oscurità delle palme sembra nascondere segreti e tragedie, mentre la città sottostante è avvolta in un silenzio pesante, ignara del dramma che si svolge tra le mura del palazzo.

Avverto un nodo nella gola mentre cerco di assorbire la crudeltà di un destino così inesorabile. Il sultano Aladino, la sua terra di meraviglie, ora offuscata dalla tragedia di una donna condannata. È come se il deserto stesso avesse inghiottito la speranza, lasciando solo il ricordo dell'amore perduto. Una tensione palpabile aleggia nell'aria mentre il castello si prepara per l'esecuzione della regina. Il cuore mi batte forte, sapendo che il destino di un'altra donna è legato alle intricanti trame della corte. Accanto a una finestra, scorgo la regina, mi avvicino con cautela, sospettando che il suo destino sia strettamente legato a oscure manovre. Lei mi guarda con occhi smarriti, forse cercando un barlume di speranza. "Perché, Daphne? Perché dovrei accettare questa condanna? Non ho mai tradito Aladino" dice mente la disperazione tintinge le sue parole.

Il nostro sguardo si intreccia in un momento di comprensione reciproca, consapevoli dell'oscurità che avvolge il nostro mondo. Nel cortile, la folla si raduna per assistere all'esecuzione, un sinistro spettacolo che promana un senso di rassegnazione e paura. Il sultano Aladino compare sulla piattaforma, la sua figura imponente ora opacizzata da un'ombra di rimorso. "Che sia eseguita la giustizia!" grida una voce nella folla. L'atmosfera si carica di tensione, e io, nascosta tra le ombre, osservo con il cuore in gola. La regina rivolge a me uno sguardo implorante, una silenziosa richiesta di aiuto ma prima che io posso fare qualcosa il rialzo viene lasciato cadere dal Sultano stesso che Layla perde la vita con quel cappio. L'orrore si diffonde attraverso il mio essere mentre assisto impotente all'esecuzione della regina Layla. La folla esplode in un miscuglio di grida e sussurri, ma il sultano Aladino rimane impassibile, il volto scolpito dalla durezza delle sue decisioni.

Nel silenzio pesante che segue l'esecuzione di Layla, sono chiamata nelle stanze del sultano Aladino. Il palazzo sembra ancora risuonare del grido di dolore della regina e delle discussioni inquietanti della corte. Avanzo con una mescolanza di timore e determinazione, pronta ad affrontare il sultano. Il sultano Aladino mi attende con uno sguardo intenso, e il suo volto serio riflette la gravità delle recenti vicende. "Daphne," inizia con voce decisa, "questi giorni hanno portato dolore e incertezza al nostro regno. Mi rendo conto che la vita a corte è intrisa di segreti e tradimenti. Vorrei che fossi al mio fianco come mia moglie, non solo per il bene del regno, ma perché ho visto in lealtà."

Le sue parole risuonano nell'aria carica di tensione, e mentre valuto le implicazioni di questa proposta, il sultano aspetta una mia risposta. "Se declinerai la mia offerta sappi che la tua fine non sarà tanto diversa da quella di Layla" sussurra con tono minaccioso. "Sultano Aladino, accetto la vostra offerta," rispondo con voce ferma, cercando di nascondere l'amarezza della situazione.

Il sultano sembra soddisfatto della mia risposta, ma nell'intimo so di aver stretto un patto indesiderato. "Adesso vai nelle tue stanze" mi ordina e faccio come mi viene ordinato.

Nelle stanze assegnatemi nel palazzo di Aladino, rifletto sulle intricanti vie della corte e sulla mia decisione forzata. Il profumo degli incensi permea l'aria mentre mi preparo per la cerimonia del matrimonio. Le vesti verdi e i gioielli pesanti sono simboli tangibili della mia nuova posizione.

Sul volto, il velo nasconde il turbamento che il mio cuore prova. Insieme alla mia mano destra stringo una piccolo amuleto, l'unico ricordo del passato che non posso abbandonare, un tesoro intagliato con maestria, raffigurante serpenti intrecciati che si slanciano verso il centro. Il metallo prezioso, ornato da dettagli finemente lavorati, racchiude un piccolo smeraldo che scintilla con la luce.

Nella quiete della mia stanza, il velo oscuro del turbamento si fa più denso. Con l'amuleto di Salazar Serpeverde tra le dita, mi trovo in ginocchio a rivolgere le preghiere alla dea Afrodite. "Madre Afrodite, regina dell'amore e dell'arte, ascolta la mia supplica. Proteggi coloro che amo e, se è tua volontà, svela un filo di luce in questo buio che avvolge il mio destino."

Nel silenzio, cerco conforto nelle parole rivolte alla dea, sperando che la loro melodia raggiunga i cieli e porti consolazione al mio cuore afflitto.

16 giugno 1099 d,C

Il giorno successivo, nell'atmosfera intrisa di tensione, mi preparo per un matrimonio che il mio cuore non ha scelto. Indosso un abito dai tessuti preziosi, il velo che copre il mio volto è come un velo sulla mia anima. L'amuleto di Salazar Serpeverde giace freddo contro la mia pelle, un ricordo persistente del passato che mi lega a un amore perduto.

In silenzio, faccio il mio ingresso nella sala preparata per la cerimonia. I colori sgargianti e gli ornamenti magnifici sono in netto contrasto con la tempesta che si agita dentro di me. Sotto lo sguardo del sultano Aladino e dei presenti, avanzo con passo misurato, un'anima in catene a un destino scritto da altri. Il sultano Aladino, il mio nuovo sposo, mi guarda con un misto di desiderio e trionfo. "Mio amore, oggi è il giorno in cui le nostre vite si intrecciano," dichiara il sultano, rivolgendosi a me con un sorriso che nasconde una minaccia implicita. Rispondo con un'espressione controllata, mentre l'amaro sapore del destino non voluto permea ogni mio gesto.

La cerimonia prosegue con il cambio di anelli e la promessa di unione eterna. Il sultano mi porge un anello imponente, una catena dorata che simboleggia l'inasprirsi delle catene che ora avvolgono il mio destino.

Tra gli spettatori silenziosi, sento gli sguardi scrutatori e giudicanti. Tuttavia, il mio cuore rimane legato al passato, all'amore perduto e ai segreti che solo il vento conosce. In questa unione indesiderata, mi aggrappo all'amuleto di Salazar Serpeverde, un legame con un tempo in cui le scelte erano mie e il futuro non era scritto da altri.

La notte cala, e mentre il banchetto inizia, intraprendo una nuova fase della mia esistenza con la consapevolezza di essere intrappolata in un labirinto di destini intrecciati. Sotto il velo, il mio sguardo si scontra con quello del sultano, e nell'oscurità, la mia anima implora la madre Afrodite di guidarmi attraverso le incertezze di questa nuova vita.

Nel cuore della notte, le stanze regali si trasformano in un calderone di silenzio e ombre. Il banchetto ha ceduto il passo al manto notturno, e io mi ritrovo sola, contemplando il mio riflesso nel morbido chiarore della luna. Sotto il velo, il mio sguardo si scontra con quello di Afrodite, la madre degli amori, sperando che la sua guida possa illuminare il cammino oscuro che si snoda davanti a me.

Il legame con Salazar Serpeverde, celato nell'amuleto, è il mio ultimo collegamento con una vita che ora si dissolve come sabbia tra le dita. Quel ciondolo, un regalo durante la nascita di Seraphina, è il custode di un amore che la storia ha cancellato, eppure resta un faro di speranza nel buio di un futuro incerto.

Nella quiete della camera nuziale, la notte avvolge i miei pensieri come un velo. Le parole del sultano Aladino risuonano nelle pieghe del mio cuore, la minaccia di conseguenze oscure se dovessi ribellarmi. Nel buio della mia prigione dorata, mi chino in preghiera. "Madre Afrodite, guida la mia mano e il mio cuore. L'amore, l'unico amore che ho conosciuto, è custodito in questo ciondolo. Proteggimi dai sotterfugi del destino e illumina la via verso la verità."

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