119. Omosessualità

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23 giugno 1350 d.C

Mentre la regina Bianca esprime il desiderio di farne la sposa del principe Juan, mi sento improvvisamente sopraffatta dall'incredulità. La proposta mi coglie di sorpresa, e il mio cuore batte veloce nel petto mentre cerco di elaborare ciò che sto sentendo.

"Figlio mio," comincia la regina con voce gentile, "ho pensato che Daphne sarebbe una scelta eccellente per te. È una donna di grande bellezza e nobiltà, e la sua presenza qui al palazzo è stata un conforto per me."

"Mi dispiace, Daphne," mi dice sinceramente il principe Juan, il suo sguardo esprime un mix di determinazione e rammarico. "Ma il mio cuore appartiene altrove."

Le sue parole mi colpiscono profondamente, e non posso fare a meno di sentire un moto di compassione per lui. "Capisco," rispondo con gentilezza, cercando di trasmettergli il mio sostegno "Devi seguire ciò che senti nel tuo cuore, anche se so che può essere difficile."

Mentre il principe Juan si congeda con gentilezza, rimango sola con la regina Bianca, che sembra delusa ma risoluta nel suo intento. Mi guarda con un'espressione misurata, cercando forse di comprendere le mie reazioni.

"Mi dispiace che la mia proposta non abbia avuto successo," dice la regina con un sospiro, la sua voce riflettendo una miscela di delusione e determinazione. "Ma sono certa che c'è un destino migliore in serbo per te, Daphne."

La sua fiducia mi tocca profondamente, e le sorrido con gratitudine. "Grazie, vostra maestà," rispondo con sincerità. "Anche se le cose non sono andate come previsto, sono grata per l'opportunità di essere qui al vostro fianco."

La regina mi sorride con gentilezza, e nel suo sguardo intravedo un'intesa silenziosa. "Sei una donna di grande forza e dignità, Daphne," mi dice con calma. "Sono sicura che riuscirai a superare qualsiasi ostacolo che la vita ti porrà di fronte."

Mentre mi allontano dalla regina Bianca per ritirarmi nelle mie stanze, mi accorgo di essere seguita da alcuni servi del palazzo. Inizialmente ignoro il loro sguardo insistente, ma presto mi rendo conto che la loro intenzione non è affatto benevola.

Con crescente apprensione, cerco di distanziarmi da loro, ma si avvicinano sempre di più, ridendo tra loro con malizia. La paura inizia a stringermi il petto, mentre cerco disperatamente di trovare un modo per sfuggire alla loro attenzione indesiderata.

Proprio quando sembra che non ci sia via di fuga, una figura familiare appare all'orizzonte. È il principe Juan, che si avvicina con passo deciso, il suo sguardo ardente di determinazione.

Senza esitazione, il principe si frappone tra me e i servi, con autorità nella voce mentre ordina loro di allontanarsi immediatamente. La sua presenza imponente li fa indietreggiare, mentre io mi ritrovo a respirare un sospiro di sollievo.

"Se avete ancora il coraggio di avvicinarvi a lei, dovrete affrontare me," dichiara il principe con fermezza, il suo tono senza possibilità di replica.

I servi del palazzo, intimoriti dalla sua presenza regale, si allontanano rapidamente, lasciandomi sola con il principe Juan. Lo guardo con gratitudine, sentendo il cuore battere forte nel petto per l'emozione e il timore appena passato.

"Grazie," sussurro, incapace di esprimere appieno la mia riconoscenza per il suo intervento tempestivo.

Il principe mi sorride gentilmente, offrendomi il suo braccio per condurmi al sicuro nelle mie stanze. "Non ti accadrà nulla mentre io sono qui," mi assicura con fermezza, e nel suo sguardo vedo un'impegno autentico nel proteggermi da qualsiasi pericolo possa minacciarmi.

Mentre camminiamo lungo i corridoi del Palazzo Reale, il principe Juan rompe il silenzio con un sospiro pesante. "Daphne," inizia con voce morbida, il suo tono pieno di vulnerabilità, "ci sono delle cose che devi sapere su di me."

Il mio cuore si stringe di preoccupazione, percependo l'urgenza nella sua voce. "Certo, principe Juan," rispondo con gentilezza, preparandomi ad ascoltare con attenzione.

"Devi sapere che... io..." Il principe esita, cercando le parole giuste per esprimere ciò che pesa sulla sua coscienza. "Io ho dei sentimenti... diversi," ammette finalmente, la sua voce appena sopra un sussurro "Mi dispiace non avervi voluto sposare, ma non voglio che voi pensiate l'abbia fatto per voi, l'ho fatto perchè io amo gli uomini"

Sono colta di sorpresa dalla sua confessione, ma mi sforzo di mantenere un'espressione neutra, senza giudizio. "Anch'io ho amato una donna in passato" rispondo sinceramente, cercando di trasmettergli comprensione. "Dite davvero?" mi chiede con stupore "Mia madre pensa che sia una malattia amare chi è del nostro stesso sesso, è per questo che spinge in un matrimonio, ma io non voglio illudere di amare una donna, non voglio che lei soffra. Il mio amore è per Klaus, e nessun prete potrà farmi cambiare".

"Vi ammiro per il vostro coraggio nel seguire il vostro cuore," gli dico con sincerità "Ma farlo costò la vita della mia Livia" confesso riportando alla memoria un ricordo che speravo aver sotterrato. "Cos'è successo?" mi chiede con curiosità. "Fui obbligata a un matrimonio, con un uomo che di umano aveva ben poco. Tuttavia era un nobile e ciò permise a colui su cui io riposi fiducia di vendermi affinché lui ci guadagnasse e, a parer suo, io avessi continuato una vita agiata. La mia ancella era l'unica in quel palazzo a esser cortese con me, a trattarmi come una donna e non un oggetto di proprietà del re. Ci innamorammo, e tenemmo segreta questa nostra relazione, tuttavia lui ci scoprì e la fece impiccare. Cercò di punire anche me, ma per volere divino un incendio divampò e io riuscì a scappare viva, senza più nulla, senza la persona che amavo. Capì allora che avrei dovuto mettere da parte i miei sentimenti per sopravvivere."

Il principe Juan mi guarda con un misto di determinazione e compassione. "Daphne," inizia con voce morbida, "desidero proteggerti, non farti più soffrire, ma soprattutto voglio proteggere il mio Klaus. Se mia madre o qualcuno venisse a scoprire che non sono guarito faranno lo stesso che è successo alla tua Livia.Per questo motivo, vorrei chiederti di sposarmi. Il nostro matrimonio sarebbe una facciata per gli altri, ma nel mio cuore tu sarai sempre una cara amica e confidente."

Le sue parole mi toccano profondamente, eppure so che la mia risposta non può essere diversa. "Accetto di sposarvi, principe Juan," dico con risolutezza. ci stringiamo la mano in segno di accordo, consapevoli che dovremmo obbedire ai nostri doveri per nascondere il nostro cuore.

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