ante diem X Kalendas Aprilis 180 d.C
Il regno di Marco Aurelio, segnato dalla saggezza e dalla filosofia, fu un'epoca complessa e intensa. Mentre l'imperatore affrontava le sfide dell'impero, il suo spirito riflessivo e le sue decisioni improntate alla giustizia delineavano una storia di responsabilità e umanità.
"La grandezza di Roma risiede nella virtù e nella compassione," riflettevo spesso con Lucio. Marco Aurelio, guidato dalla filosofia stoica, cercava di coniugare il potere imperiale con la moralità e l'equità. La sua dedizione all'ideale del "buon governo" si rifletteva nelle decisioni intraprese per garantire il benessere delle province e la stabilità dell'impero.
Nonostante le responsabilità che gravavano sulle sue spalle, Marco Aurelio trovava tempo per la riflessione personale. Le sue Meditazioni, scritte durante le campagne militari, testimoniano il conflitto interiore di un sovrano che cercava la saggezza e la serenità anche nelle situazioni più difficili.
L'imperatrice Faustina, donna dal cuore forte e consapevole della delicatezza delle dinamiche di potere, sosteneva il marito con grazia. Era un periodo di confronti con le popolazioni limitrofe e di gestione delle complessità interne, ma il loro legame condiviso e la profonda stima reciproca erano il fulcro della loro relazione.
Ogni decisione, ogni trattato, ogni conflitto incarnava il peso delle scelte di Marco Aurelio. Roma prosperava, ma la fatica e le tensioni politiche lasciavano segni indelebili. Il senso di responsabilità dell'imperatore faceva eco nei corridoi del potere e nei cuori del popolo.
Era un periodo in cui la virtù e la filosofia si fondono con la politica, creando un'epoca che sarebbe stata ricordata nella storia come un capitolo di profonda riflessione e impegno per il bene comune.
L'ombra della successione incombeva come una nuvola sul cielo dell'Impero Romano. Il nipote di Marco Aurelio, Commodo, un giovane dal temperamento capriccioso e ambizioso, si preparava a ereditare il potere. La prospettiva di questa transizione suscitava preoccupazioni, poiché la personalità di Commodo sembrava lontana dal riflesso della saggezza di suo nonno.
"Lucio, la successione di Commodo è un segnale di tempi incerti per Roma. Il suo temperamento capriccioso potrebbe mettere a rischio la stabilità che abbiamo cercato di costruire," confesso con un tono preoccupato. Lucio, con uno sguardo serio, risponde: "Daphne, dobbiamo essere vigili e cercare di influenzare il giovane imperatore affinché segua i principi che mio fratello ci ha insegnato."
La corte mormora dietro porte chiuse, e i consiglieri imperiali discutono in toni sommessi sugli sviluppi della successione. L'incertezza permea l'aria, e noi, testimoni della transizione, sentiamo il peso della responsabilità che si erge davanti a noi. Mentre Roma si prepara ad affrontare l'era di Commodo, le nostre parole e azioni potrebbero plasmare il destino dell'Impero. La tensione cresce, e il futuro si presenta come un mistero avvolto nell'incertezza della successione.
"Commodo, l'eredità di Marco Aurelio è un faro che guida le nostre azioni. Dobbiamo assicurarci che Roma continui a prosperare sotto il tuo regno," lo ammonisco con voce ferma.
Il giovane imperatore, tuttavia, sembra più incline a seguire i suoi desideri personali che a rispettare le tradizioni e la saggezza degli imperatori precedenti.
ante diem VI Kalendas Octobres 185 d.C
Camminando tra i corridoi di palazzo vedo Commodo tirare a se con la forza la sua sorellastra, Lucilla. "Commodo, basta!" esclamo, cercando di mantenere la calma nonostante la rabbia crescente. "La tua famiglia e Roma non meritano questo comportamento."
Il giovane imperatore mi guarda con disprezzo. "Daphne, questa non è affar tuo. Non interferire."
"Interferirò sempre quando si tratta di proteggere ciò che è giusto," ribatto con fermezza. "Lascia andare Lucilla. Non sei il tuo potere personale."
Lucilla, nel frattempo, si sforza di sganciarsi dalla presa di Commodo. "Daphne, grazie," mormora con gratitudine. "Commodo, devi governare con saggezza e rispetto," aggiungo, sperando che le mie parole abbiano un impatto su di lui.
Commodo, pur mostrando momentanea riluttanza, alla fine lascia andare Lucilla. Mentre lei si allontana, il giovane imperatore fissa il suo sguardo su di me con un misto di rabbia e sfida.
"Daphne, tu e la tua moralità non interferirete con la mia volontà," afferma,"Il tuo compito è guidare l'Imperatore, non distruggere la vita di chi ti circonda," aggiunge
La tensione persiste nell'aria mentre Commodo sospira e si allontana, lasciandomi con il peso delle mie preoccupazioni per il futuro dell'Impero. Lucilla mi guarda con gratitudine, e negli occhi della giovane principessa vedo la riflessione delle incertezze e delle sfide che l'attenderanno in questo tumultuoso percorso di potere.
Nonostante i miei anni di dedizione, Commodo decide che il mio ruolo a corte non è più necessario. La sua decisione è carica di politica e intrighi, una mossa per liberarsi delle influenze che potrebbero limitare la sua ascesa senza restrizioni.
"La tua presenza qui è superflua, Daphne. L'Impero deve evolversi, e le vecchie consigliere non fanno più parte del mio piano," dichiara Commodo con una freddezza che mi lascia senza parole.
Con dignità, mi allontano dalla corte che ho servito per così tanto tempo. Gli sguardi preoccupati degli altri cortigiani riflettono l'incertezza del futuro senza la mia guida, mentre la porta si chiude alle mie spalle, lasciandomi sola con i segreti e le memorie che la storia ha tessuto.
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La storia infinita
FanficDaphne, figlia di Apollo e Afrodite, sarà costretta a vagare nelle epoche, fino a trovare il suo posto in società (se avete letto "Amore Proibito" questa storia parla della stessa Daphne)