166. Violenta persuasione

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1 gennaio 1623 d.C

La notte è silenziosa, interrotta solo dal soffice fruscio del vento fuori dalle finestre. Mi distendo sul letto, cercando di trovare un po' di riposo dopo una serata così intensa. Mentre chiudo gli occhi, sento un leggero scricchiolio alla porta. Mi giro di scatto e vedo la figura di Richard emergere dall'ombra. "Richard," sussurro, sorpresa e un po' allarmata. "Cosa ci fai qui?"

Lui avanza lentamente, il suo volto serio e gli occhi fissi nei miei. "Daphne, non volevo spaventarti," dice con voce bassa. "Ma dovevo parlarti, non potevo aspettare."

Mi siedo sul letto, stringendo le coperte attorno a me. "È così urgente da non poter aspettare il mattino?"

Lui si avvicina, la sua presenza imponente ma stranamente rassicurante. "Sì, è urgente. Non posso smettere di pensare a te e alla tua situazione. Voglio aiutarti, Daphne, in ogni modo possibile."

Sento il mio cuore battere più forte, diviso tra la preoccupazione e la speranza. "Richard, hai mostrato grande gentilezza, ma questa è una situazione delicata. I miei figli, la mia posizione... non è facile."

Lui si inginocchia accanto al letto, prendendomi una mano nelle sue. "Lo so, ma non posso ignorare quello che sento. So che è presto, e non voglio metterti sotto pressione. Voglio solo che tu sappia che ci sono, che non sei sola."

Il suo tocco è caldo e sincero, e per un momento, sento una scintilla di conforto. "Apprezzo molto le tue parole e il tuo supporto," rispondo, cercando di nascondere la vulnerabilità nella mia voce. "Ma devi capire che ho passato molto, e ci vorrà tempo per guarire."

Richard si avvicina ancora di più, il suo sguardo che cambia, diventando improvvisamente freddo e determinato. "Daphne, non capisci? Non è una richiesta."

Il mio cuore accelera mentre cerco di allontanarmi, ma lui mi afferra con forza, spingendomi contro il letto. "No, Richard, fermati!" urlo, ma le mie parole sembrano cadere nel vuoto.

La sua presa diventa più stretta e la paura mi paralizza. Tremo, cercando di divincolarmi, ma è tutto inutile. Le sue mani sono ovunque, ogni tentativo di resistenza viene soffocato dalla sua forza brutale. Le lacrime scorrono silenziosamente sul mio viso mentre la disperazione prende il sopravvento.

Finalmente, quando tutto sembra perduto, sento un rumore alla porta. Richard si blocca per un istante, poi si rialza bruscamente. "Questo non è finito, Daphne," sussurra minacciosamente, lasciandomi sola nella stanza. La porta si chiude dietro di lui con un tonfo, e io resto lì, scossa e distrutta.

Mi stringo al petto, cercando di calmare i singhiozzi. "Perché, madre? Perché deve essere così?" sussurro nel buio. La notte è silenziosa, ma il mio cuore batte forte, pieno di dolore e paura.

La mattina, mi alzo con fatica, cercando di riprendermi. La luce del giorno filtra attraverso le tende, portando con sé una speranza sottile. Mi preparo con cura, indossando un abito semplice ma dignitoso, i miei capelli rossi sistemati con precisione. La collana con la colomba e il sole brilla dolcemente contro il mio petto.

Richard non tarda a manifestarsi. Lo vedo nei corridoi del palazzo, il suo sguardo predatorio su di me. Ogni incontro con lui è un promemoria del pericolo che rappresenta, ma devo mantenere la calma. "Lady Daphne, ci incontriamo ancora. Spero che la nostra conversazione notturna non sia stata troppo sconvolgente per voi."

La sua voce è un sussurro velenoso, e io rispondo con tutta la dignità che riesco a raccogliere. "Lord Richard, mi scuso se la mia risposta non è stata di vostro gradimento. Ho bisogno di proteggere i miei figli e mantenere la mia onorabilità."

Il suo sorriso si allarga. "Proteggere i vostri figli... certo, è naturale. Ma forse stai sottovalutando quanto io possa essere... persuasivo."

Con un respiro profondo, abbasso lo sguardo, un gesto di sottomissione che mi costa più di quanto potrei mai esprimere. "Lord Richard," inizio, la mia voce tremante ma ferma, "capisco la vostra posizione. Farò ciò che chiedete, ma vi prego, lasciate in pace i miei figli."

Il suo sorriso si fa ancora più ampio, il trionfo evidente nei suoi occhi. "Molto bene, Lady Daphne. Vedete, non è poi così difficile."

Mi prendo un momento per raccogliere le mie forze prima di seguirlo in una stanza appartata. Il terrore e la repulsione si mescolano dentro di me, ma continuo a ripetermi che sto facendo questo per proteggere James ed Eleanor.

La notte si trasforma in un incubo da cui non posso fuggire. Richard si avvicina, e ogni fibra del mio essere urla di resistere, ma rimango ferma, sopportando l'umiliazione e il dolore. Quando finalmente tutto è finito, mi lascio cadere sul pavimento, esausta e svuotata. Richard si sistema il vestito, gettandomi un ultimo sguardo soddisfatto. "Ricorda, Lady Daphne, questo è solo l'inizio. Mantieni i tuoi figli al sicuro e io manterrò la mia parola."

Con queste parole, se ne va, lasciandomi sola nel buio. Mi sento distrutta, ma non posso permettermi di crollare. Devo trovare la forza di andare avanti, per i miei figli.

Più tardi, nella mia camera, crollo sul letto, le lacrime scorrono liberamente. "Madre, Padre, se mai ho bisogno del vostro aiuto, è ora," sussurro nell'oscurità. "Proteggete i miei figli. Datemi la forza di resistere contro Richard e chiunque tenti di farci del male."

Ma non c'è risposta, solo il silenzio freddo della notte. E mentre mi corico, so che la lotta è solo all'inizio.

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