20 novembre 1615d.C
Con il passare dei mesi, la maschera di gentilezza del signor Darcy comincia a sgretolarsi, rivelando la sua vera natura violenta e controllante. Le sue richieste di un erede diventano sempre più pressanti, e le sue esplosioni di rabbia diventano sempre più frequenti e violente. "Perché non hai ancora dato alla luce un erede?" grida, il suo volto contratto dalla rabbia mentre mi fissa con occhi spietati. "Sono stanco di aspettare. La mia linea di sangue deve continuare!"
La mia voce trema mentre cerco di rispondere con calma, nonostante il terrore che si annida nel mio petto. "Ti prego, mio signore, ho bisogno di più tempo. Non è un processo che può essere affrettato."
Ma le mie parole cadono nel vuoto, annegate dal suo furore implacabile. Si avvicina con passi pesanti, la sua presenza oppressiva riempiendo lo spazio intorno a me. "Ti ho sposata per questo scopo," ringhia, afferrandomi con forza per i polsi. "E non mi deluderai."
Il suo sguardo brucia con una determinazione feroce mentre mi stringe con forza, il suo dominio su di me diventando sempre più oppressivo con ogni respiro "Smettila!" grido, cercando di liberarmi dalla sua presa. "Non puoi trattarmi così!"
Ma le mie parole risuonano deboli, come un sussurro fragile nel vento. Il signor Darcy ride sarcastico, il suono graffiante come spine che si conficcano nella mia carne. "Oh, ma posso," sibila, la sua voce tagliente come lama affilata. "E lo farò finché non otterrai ciò che desidero."
Una lacrima solitaria scivola lungo il mio viso, testimone silenzioso della mia disperazione. "Non mi sfidare, Daphne," ringhia il signor Darcy, i suoi occhi scintillanti di furia mentre mi fissa con intensità. "Devi capire il tuo posto in questa casa."
"Non sono tua prigioniera, William," rispondo con voce flebile, il mio coraggio vacillante ma non spezzato. "Ho diritto alla mia dignità e al mio rispetto."
Con un grugnito di disgusto, si avvicina pericolosamente, il suo respiro caldo sul mio viso. "La tua dignità? Il tuo rispetto?" sbuffa, il sarcasmo pesante nella sua voce. "Non hai diritti qui se non quelli che ti concedo io."
Nell'oscurità oppressiva della camera matrimoniale, il silenzio è rotto solo dal suono dei miei singhiozzi soffocati mentre il signor Darcy si abbatte su di me con una violenza crudele e incontenibile. I miei occhi bruciano di terrore mentre cerco disperatamente di proteggermi, ma sono impotente di fronte alla sua forza soverchiante.Le sue mani, ruvide e implacabili, mi afferrano con ferocia, strappando via ogni residuo di dignità e di speranza. Il dolore, acuto e dilaniante, mi avvolge come una morsa, mentre imploro silenziosamente per una fine al mio tormento."Ti insegnerò il tuo posto, donna," ringhia il signor Darcy, il suo volto contorto dalla furia mentre mi riduce a niente più di un oggetto da possedere e da dominare.
Nel silenzio carico di tensione della camera matrimoniale, il signor Darcy si abbatte su di me con una brutalità che mi spezza l'anima, mentre sento il suo respiro caldo e pesante sul mio collo. Un brivido di terrore mi percorre la spina dorsale mentre cerco disperatamente di liberarmi dalla sua presa implacabile. "Ti farò mia," mormora, la sua voce carica di desiderio e dominio. "Ti renderò completamente mia."
Il mio cuore batte furiosamente nel mio petto, un tamburo incessante di paura e angoscia mentre l'oscurità mi inghiotte. Imploro silenziosamente per una fine a questo tormento, ma so che le mie preghiere cadono nel vuoto, ignorate dal mio aguzzino implacabile.
Il dolore è acuto e dilaniante mentre il signor Darcy si spinge dentro di me con una violenza che mi strappa un gemito soffocato. Nel momento in cui il signor Darcy raggiunge il culmine del suo desiderio, il suo corpo si scuote violentemente contro il mio mentre si abbandona al piacere egoista e brutale. Sento il suo calore interno mentre si riversa dentro di me, un'ultima dimostrazione del suo potere e del suo controllo.
Una volta soddisfatto, il signor Darcy si ritira da me con disinteresse, come se fossi poco più di un oggetto da usare e poi abbandonare. La sua presenza si allontana lentamente dalla stanza, lasciandomi sola nel buio e nel silenzio.
Le lacrime scorrono liberamente lungo le mie guance mentre il senso di vuoto e di vergogna mi avvolge come un'ombra sinistra. Mi sento sporca e violata, tradita dal mio stesso corpo che ha permesso a un mostro di avvicinarsi così tanto.
Delle serve entrano nella stanza e mi trovano nel mio stato vulnerabile e devastato. Il loro sguardo compassionevole mi avvolge come una coperta di conforto mentre mi avvicinano con gentilezza e premura. "Mi dispiace, my lady," sussurra una delle serve, la sua voce morbida e rassicurante. "Siamo qui per prenderci cura di voi".
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La storia infinita
FanfictionDaphne, figlia di Apollo e Afrodite, sarà costretta a vagare nelle epoche, fino a trovare il suo posto in società (se avete letto "Amore Proibito" questa storia parla della stessa Daphne)