66. Duca Alarico

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26 marzo 777 d.C

Con l'alba, il chiarore del sole riversa attraverso le finestre, tingendo la camera di un caldo bagliore dorato. Alarico, ancora accanto a me, posa uno sguardo preoccupato. "Come ti senti questa mattina, Daphne?"

Un sorriso debole si dipinge sul mio volto, rivelandogli la mia gratitudine per la sua gentilezza. "Duca Alarico, grazie per la vostra premura. La notte è stata tranquilla e ristoratrice."

Mentre ci prepariamo per affrontare il giorno, il destino intrecciato di questa unione si snoda di fronte a noi come una strada appena percorsa. La camera che ha custodito i segreti della notte si apre sulla luce di una nuova giornata, e la storia di Daphne, intrisa di mistero, si sviluppa tra le mura di un matrimonio che unisce dovere e forse, con il tempo, un legame più profondo.

Dopo la prima notte di nozze, mi immergo nella routine della vita cortigiana. Le dame di corte mi circondano, dedicandosi a preparare abiti sfarzosi e ad adornare i miei capelli con gioielli scintillanti.

"La vostra grazia, oggi avrete un pranzo con il duca nella sala principale," annuncia una delle dame mentre aggiusta il pizzo di un abito elegante. "Dovreste apparire radiante per onorare il vostro ruolo di duchessa."

Accetto silenziosamente le loro cure, mentre il mio sguardo si perde oltre le finestre, interrogando il mio cuore sul futuro di questa unione. Prima di dirigermi verso il pranzo, prendo un momento per contemplare il giardino, cercando conforto nell'armonia della natura.

Accomodati al tavolo, il duca Alarico e io intratteniamo conversazioni formali, dove il rispetto è tangibile ma l'aria è intrisa di una tensione sottesa. Mentre gustiamo i piatti prelibati, le parole danzano attorno ai segreti che custodiamo, come foglie trasportate dal vento.

Dopo il pranzo, Alarico si ritira per affari di stato, lasciandomi a passeggiare nei giardini del castello. La brezza leggera accarezza il mio viso, e mentre mi immergo nella bellezza della natura, rifletto sulla complessità della mia nuova vita.

Qui non posso venerare i miei dei ne parlare con la mia famiglia, avrei voluto avere mia madre al mio fianco ma Afrodite non c'era.

I giardini del castello offrono un rifugio tranquillo, ma la mancanza della tua famiglia e la distanza dai luoghi sacri che conosci possono lasciarti un vuoto nel cuore. Mentre vaghi tra i sentieri fioriti, un servo avvicina con rispetto. "Lady Daphne, c'è qualcosa che possiamo fare per rendere la vostra permanenza più confortevole?"

Ringrazio il servo per la gentile offerta, "Vi sono grata per la vostra preoccupazione. Vorrei solo un po' di tempo per me stessa, se non vi dispiace." Mentre mi allontano, i miei pensieri si intrecciano con il vento che sfiora il mio viso.

Decido di dirigermi verso la cappella del castello, sperando di trovare un angolo di spiritualità in quel luogo. Quando apro la pesante porta di legno, la luce filtrante dalle vetrate colorate illumina l'interno, creando un'atmosfera mistica.

Seduta su una panca, cerco la quiete interiore in questo spazio sacro. Tuttavia, nel silenzio della cappella, la mia mente danza tra la nostalgia per ciò che ho lasciato e la sfida di adattarmi a questa nuova esistenza.

Mentre mi trovo in contemplazione nella cappella, la porta si apre lentamente, e un raggio di luce solare attraversa la navata, rivelando la figura di Alarico che si avvicina con rispetto. "Lady Daphne, ho cercato il vostro riposo. Trovate conforto qui?"

"Duca Alarico," rispondo con un sorriso leggero, "questo luogo offre un rifugio di pace. Ma mi rendo conto che la mia vita qui è un equilibrio tra il passato e il presente."

Alarico si siede accanto a me, e nel silenzio della cappella, il suono dei nostri respiri si mescola con quello degli uccelli all'esterno. "La vostra presenza aggiunge una nuova dimensione a questo luogo sacro," afferma Alarico, "eppure, capisco che portate con voi un passato che non è completamente rivelato."

Rifletto sulla sua osservazione, conscia che il velo del mistero che avvolge la mia storia passata non può essere sollevato facilmente. In questo castello, tra le mura di un matrimonio nato da doveri e convenzioni, mi trovo a navigare tra le sfumature di un'esistenza che si snoda come un racconto in continua evoluzione.

Il suono di una melodia proveniente da lontano svela la presenza di un liutaio nel cortile. "Vi piacerebbe ascoltarne la melodia?" propone Alarico, offrendomi un'occasione di evasione dalle intricanti trame della vita di corte.

"Lo apprezzerei molto," rispondo, e insieme ci dirigiamo verso il cortile, lasciando la cappella carica di segreti e speranze.

Il cortile del castello è animato dalla melodia del liutaio, che intreccia note d'amore e malinconia. Ci sediamo su una panchina, immersi nella dolcezza della musica che sembra sciogliere le tensioni del mondo circostante.

"È una melodia incantevole," ammetto, osservando il liutaio che con maestria crea armonie che fluttuano nell'aria. "La musica ha il potere di comunicare emozioni che le parole spesso non possono esprimere."

Alarico annuisce, gli occhi fissi sulla scena. "Eppure, c'è qualcosa di inespresso nei tuoi occhi, Daphne. Cosa ti turba?"

Rifletto su come condividere i pensieri più profondi con Alarico, navigando tra il desiderio di confidarmi e il timore di svelare troppo. "Il mio passato è un enigma, e mi sento a metà, tra la verità e il mistero."

"La verità emerge con il tempo," risponde Alarico, porgendomi una mano rassicurante. "E sono qui per camminare a tuo fianco, sia nei misteri che nelle verità."

Un senso di gratitudine mi pervade mentre la melodia continua a svelare il suo racconto nei nostri cuori. In quel momento, il castello e le sue complesse dinamiche si dissolvono, lasciando spazio a una connessione più profonda tra me e Alarico, intrecciata dalla musica che avvolge il nostro destino.

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