59. Rose rosse

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Ante diem V Kalendas Iunias 380 d.C.

Decido di passeggiare tra i rigogliosi giardini del Palazzo. La brezza leggera porta con sé il profumo dei fiori, mentre il sole danza tra le foglie degli alberi. Mentre percorro i sentieri di ciottoli, scorgo Onorio che ammira una rosa in piena fioritura. Il suo sguardo si alza quando mi avvicino, e un sorriso spontaneo illumina il suo volto. "Principessa Daphne, il destino sembra favorire questi nostri incontri nei giardini," afferma Onorio, inchinandosi leggermente. "Principe Onorio, sono lieta d'incontrarla" rispondo con un sorriso giocoso. Le sue mani colgono una rosa rossa già fiorita e me la porge "Mi ricorda i tuoi capelli" mi sorride. "È bellissima".

Tra i fiori e gli alberi secolari, i nostri sguardi si intrecciano in un dialogo silenzioso. Onorio sembra colpito dalla bellezza dei giardini, ma il suo sguardo rivela un interesse più profondo, un'intimità che va al di là delle parole.

Ci fermiamo vicino a una fontana circondata da statue dorate. L'acqua scorre delicatamente, creando un sottofondo rilassante. Onorio, con galanteria, mi offre il braccio per ballare. Senza la musica ad accompagnare i nostri passi danziamo leggeri tra i raggi dorati del sole che filtrano tra le foglie. I nostri sguardi si intensificano, e le parole diventano superflue. Onorio, con gentilezza, accarezza il mio viso con la mano. "Principessa Daphne, questi giorni sono stati un sogno, ma più di tutto, sono grato per l'incontro con te."

Il mio cuore batte con forza, risuonando come il ritmo di una canzone d'amore. "Principe Onorio, il destino può intrecciare le vite in modi misteriosi."

Sotto il cielo azzurro e il calore del sole, Onorio si avvicina e i nostri labbra si uniscono in un delicato bacio, suggellando un legame che sembra risalire a secoli passati. Il sole si abbassa all'orizzonte, tingendo il cielo di sfumature calde mentre continuiamo a passeggiare tra i giardini, cullati dalla magia di un amore fiorito tra i petali del destino.

Ante diem XXVIII Maias 380 d.C.

I giorni successivi continuano in un vortice di armonia e comprensione tra me e Onorio. Le sale del Palazzo diventano testimoni delle nostre risate e delle nostre conversazioni, mentre la bellezza di Roma si svela attraverso gli occhi dell'amore rinato.

La città eterna, con la sua storia millenaria, diventa lo sfondo di lunghe passeggiate e esplorazioni condivise. La nostra relazione si consolida tra il susseguirsi delle giornate, e il Palazzo diventa un rifugio intimo dove il tempo sembra rallentare.

Una sera, mentre ammiriamo il tramonto dalla terrazza del Palazzo, Onorio mi guarda con occhi pieni di affetto. "Daphne, sei la luce che ha illuminato il mio cammino. Ogni momento con te è come un dipinto prezioso che voglio custodire per l'eternità."

Rispondo con un sorriso, sentendo la profondità delle sue parole. "Onorio, anch'io ho trovato una pace e una gioia che pensavo perdute nel vortice del tempo. Il nostro amore è un dono prezioso."

Ma, nel cuore dell'armonia, la consapevolezza della mia natura divina si fa sentire. La dea Venere, mia madre, mi appare in sogno, il suo sguardo misto di saggezza e preoccupazione. "Daphne, il tuo amore per Onorio è un raggio di luce, ma il destino degli dèi è intramontabile. Ricorda chi sei."

Al risveglio, il dilemma si insinua nella mia mente. Il mio cuore è con Onorio, ma il richiamo degli dèi è ineluttabile. La scelta diventa un conflitto interiore, dove l'amore umano si scontra con la grandezza divina.

Durante una serata tranquilla nel giardino del Palazzo, con il suono delle fontane che accompagnano il nostro dialogo, trovo il coraggio di rivelare la verità ad Onorio. "Onorio, c'è qualcosa che devi sapere," inizio con voce solenne.

Mi guarda con occhi curiosi e preoccupati, "Daphne, cosa ti affligge? Parla con me."

Respiro profondamente, "Non è nulla, ho solo paura che questa nostra relazione non possa essere apprezzata dall'Imperatore."

Onorio mi fissa, cercando di comprendere la portata delle mie parole. "Mio padre approverà e se non dovesse farlo attenderemo la sua morte per poter stare insieme" mi sorride affettuosamente

Il suo coraggio e la sua determinazione toccano il mio cuore. In quel momento, capisco che la forza dell'amore può superare anche le barriere tra gli dèi e gli uomini. La notte continua, ma la nostra relazione, ora consapevole della mia natura divina, è destinata a confrontarsi con le sfide del destino. Onorio mi guarda con amore nei suoi occhi. "Promettimi che saremo insieme per sempre." mi dice prendendo il mio viso tra le sue mani. "Te lo prometto" gli rispondo.

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