ante diem XI Kalendas Martias 27 d.C
Passeggio per le strade di Gerusalemme, avvolta in una tunica leggera dai colori sobri che si adatta al contesto della città. Sono accompagnata da un servo di Erode mentre cammino con grazia per le strade affollate.
Il mio sguardo incrocia quello di un giovane uomo dai lineamenti gentili, con occhi che riflettono saggezza e una serenità che sembra al di là della sua giovane età. Il suo viso è solcato da esperienze che vanno oltre l'apparente giovinezza. "Salve, signorina," inizia con rispetto vedendo che osservo. "Come posso esservi d'aiuto?". Guardo il giovane con occhi scrutatori, un misto di curiosità e diffidenza. "Chi sei tu?" chiedo con cautela. "Gesù di Nazareth," risponde con gentilezza, "vedevo che ascoltavate le parole che dice giù in piazza".
"A dire il vero cercavo di comprendere il perché della folla" rispondo calma. "Vorrei parlarvi di un nuovo cammino, di amore e compassione." dice l'uomo. Mi irrigidisco leggermente "I valori che porti sono apprezzati da qualsiasi uomo, indipendentemente dalle credenze. Sono valori etici, che ci distinguono dagli animali selvaggi."
Gesù sorride comprensivo, rispettando le differenze. "La luce può illuminare anche l'oscurità più profonda. Siate aperta al cambiamento." Guardo l'uomo con una mescolanza di rispetto e cautela. "Se il tuo cammino promuove il bene, potrebbe trovare un posto nel cuore degli uomini. Ma la mia strada è intrecciata a dèi molteplici."
Torno a casa, attraversando le strade trafficate di Gerusalemme. La mia carrozza mi attende, e il mio sguardo si posa sulla città.
Intravedo Erode Archelao in uno stato di disperazione. "Cerco il Re dei Giudei," mormora, gli occhi persi nel vuoto. "Erode, cosa ti turba?" chiedo, scrutando il suo volto segnato dall'angoscia. "Sono stato avvertito da antiche profezie. Il Re dei Giudei, un messia, minaccia il mio potere," confessa con voce sottile. "Antiche profezie?" replico, sollevando un sopracciglio. "Non credi alle profezie degli dèi?"
Erode annuisce con una smorfia di incertezza. "Ma questa profezia è diversa. Dicono che porterà un nuovo regno di giustizia e amore."
"Giustizia e amore? Non sono forse valori che potrebbero migliorare il mondo?" osservo, desiderando forse ingenuamente che anche il mio regno potesse conoscere tali principi "Pensa alla dea Venere, portatrice di questi valori sacri, e della dea Dike che garantisce la giustizia divina su noi uomini. Forse questo re di cui parli non è altro che un uomo che cerca di esaltare i valori dei nostri dei".
"Eppure, quest'uomo afferma di portare un messaggio divino," risponde Erode, il suo sguardo incerto. "Un messia destinato a cambiare il corso della storia."
"Le profezie spesso sono interpretate in modi diversi," dico, riflettendo sulla natura delle credenze. Mio padre Apollo ha sempre proferito profezie ma spesso queste sono state mal interpretate. Erode, con uno sguardo intenso, sussurra: "Daphne, la tua bellezza è una benedizione divina che rende il mio regno ancor più potente. I valori di cui parlavi prima, giustizia e amore, li trovo incarnati in te."
I nostri sguardi si intrecciano, tra il desiderio di Erode e la mia rassegnazione. Il sovrano si avvicina con passo deciso, il suo sguardo brilla di desiderio mentre continua.
ante diem III Nonas Aprilis 39d.C
La folla radunata attira la mia attenzione, senza che io sia a conoscenza del dramma che sta per svolgersi davanti ai miei occhi. Nelle polverose strade di Gerusalemme, una folla si raduna in silenzio, e un nome risuona nell'aria carica di tensione: Gesù di Nazareth.
"Perché tanta agitazione?" chiedo a uno degli astanti, la mia voce trapela un'ombra di preoccupazione. Il volto di un anziano si volge verso di me, gli occhi riflettendo tristezza e reverenza. "È il profeta, il Re dei Giudei, ma sta per essere giustiziato."
"Giustiziato?" sussurro, colta da un senso di sgomento. Il mio sguardo si posa sulla scena crudele che si svolge, dove l'agonia di un uomo sospeso su una croce si svela di fronte a me.
Chino la testa in un silenzioso tributo, cercando di comprendere le forze che guidano queste azioni. "Per cosa lo condannano?" chiedo, la mia voce trattenuta mentre la folla intorno a me vibra di emozioni contrastanti.
L'anziano mi guarda con occhi tristi. "Dicono che minacci il potere costituito, che promuova valori che destabilizzano l'ordine stabilito."Un murmure di voci si solleva nella folla, e il mio sguardo si intreccia con quello di una donna che piange. Il crepuscolo avvolge la folla e la croce si staglia contro l'orizzonte.
"Principessa!" mi chiamano delle guardie. Mi volto verso le guardie che mi chiamano. "Cosa succede?" chiedo, cercando di nascondere l'agitazione. "Principessa, Erode richiede la tua presenza al palazzo. C'è un consiglio straordinario," annuncia uno dei soldati con una certa solennità.
"È lei la moglie!" esclama uno di quelli che piange per la croce. Le guardie si schierano intorno a me, formando uno scudo umano contro l'ira della folla. Le pietre colpiscono il muro di uomini che si frappone tra me e la furia della folla, e le guardie, con fermezza, cercano di proteggermi.
Cammino tra la folla in silenzio, il mio passo risuona nel crepuscolo. Raggiungo il palazzo sento risa e Erode si rivolge a me con un sorriso freddo. "Daphne, oggi abbiamo garantito la stabilità del nostro regno. Questo messia non rappresenta più una minaccia." Mentre il consiglio si ritira, Erode si avvicina a me con uno sguardo trionfante. "Daphne, dovremmo celebrare questa vittoria insieme. Ho organizzato una cena in mio onore."
"Immagino vi stiate riferendo all'uomo crocifisso. È la violenza che voi chiamate giustizia?" gli chiedo. Erode, ignorando la mia domanda, insiste: "Daphne, oggi abbiamo preservato la nostra autorità. La cena sarà un modo per festeggiare la sicurezza del nostro regno."
"Non parteciperò a una festa celebrata sulla sofferenza altrui," dichiaro con fermezza, ma Erode persiste, insistendo sulla mia presenza. Il mio sguardo si infiamma, e una fiamma danza nei miei occhi. "Erode, non spingermi oltre i limiti," lo avverto ma Erode ride con disprezzo, credendo di aver sconfitto ogni minaccia. "Pensi davvero che tu possa sfidare il mio potere?" chiede con arroganza. Con un movimento deciso, guido il fuoco attraverso il palazzo, creando una barriera ardente tra noi. "Preferisco la libertà alla tua falsa prosperità," affermo, mentre le fiamme danzano e illuminano il mio volto. "Cosa hai fatto?" chiede il re spaventato.
"Mi restituisco la libertà che mi hai negato in tutti questi anni" rispondo, sgattaiolando via attraverso la notte.
Mentre mi allontano, sento il crepitio delle fiamme dietro di me, mentre gli zoccoli di un cavallo nero galoppano verso il porto.
Sotto il manto della notte, mi imbarco silenziosamente su una nave che giace nelle acque oscure. Le onde sussurrano segreti mentre il vento accompagna il mio viaggio verso un destino incerto. Senza sapere la direzione precisa, confido nell'oscuro abbraccio del mare per guidarmi lontano da un passato di sofferenze e oppressione. La brezza salmastra accarezza il mio viso mentre la nave taglia l'oscurità, portandomi verso un nuovo capitolo carico di mistero e speranza.
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La storia infinita
FanficDaphne, figlia di Apollo e Afrodite, sarà costretta a vagare nelle epoche, fino a trovare il suo posto in società (se avete letto "Amore Proibito" questa storia parla della stessa Daphne)