5 novembre 992 d.C
In una notte tempestosa, le nuvole si addensano nel cielo sopra Hogwarts, preannunciando una tempesta imminente. Godric mi guarda con sguardi tormentati, e il suono del tuono riecheggia nel silenzio carico di tensione. "Daphne," inizia, la sua voce portando con sé un peso palpabile. "Non posso più ignorare la complessità dei nostri sentimenti. La strada che stiamo percorrendo è troppo incerta."
Le parole si insinuano nel mio cuore come una freccia, e il mio sguardo incontra il suo, cercando risposte. "Cosa stai cercando di dire, Godric?" chiedo, con la voce appena un sussurro tra i fragori della tempesta. "Io... devo lasciarti, Daphne," annuncia, il suo sguardo tormentato. "C'è un percorso che devo seguire, e non posso permettere che il nostro legame ne sia ostacolato." afferma mentre vento ulula tra le torri di Hogwarts, come se il castello stesso rispecchiasse la tempesta dentro di me. "Ma...abbiamo creato questo insieme, cos'ho fatto? Dove ho sbagliato?," chiedo balbettando, cercando di afferrare una realtà che sfugge via. Godric si ferma, e il suo sguardo incontra il mio, come se cercasse una risposta che nemmeno lui conosce. "Daphne," mormora, il tono della sua voce trasmettendo una mescolanza di determinazione e rammarico. "Hogwarts sarà grande, sarà la nostra eredità. Ma le nostre strade, ora, devono allontanarsi."
Le prime gocce di pioggia cadono, un riflesso del mio sconforto interiore, cerco di afferrare le sue mani, ma le gocce d'acqua scivolano tra le nostre dita. "Godric, aspetta! Non voglio che tutto questo finisca così," supplico, ma il vento porta via le mie parole. Mi accascio, sentendo il peso della decisione di Godric pesare sul mio cuore. Con la pioggia a cancellare le lacrime, rimango immobile, scrutando il cielo come se in esso potessi trovare risposte ai misteri della vita.
Cerco le forze per andar via dal cortile. Corro fradicia nei sotterranei, dove sta la sala dei Serpeverde. Salazar osserva le profondità del lago dalla vetrata. Mi stringo a lui, senza dire una parola; il suo abbraccio è un rifugio dalla tempesta dentro di me. "Daphne," mormora, nel suo sguardo, scorgo l'ombra della comprensione, come se il tumulto dei miei pensieri fosse un libro aperto tra le sue mani. Con la grazia di un legilimens, si addentra nei recessi della mia mente, navigando tra le pagine degli sguardi e delle parole non pronunciate. Non c'è bisogno di articolare ciò che pesa su di me; Salazar legge nei meandri della mia anima come se fossi un libro scritto in una lingua che solo lui comprende. Mi stringe più forte a se, comprendendo il mio dolore. "Ogni decisione, per quanto dolorosa, ci apre a nuovi orizzonti. Non sei sola. Sono qui per te." dice Salazar, la sua voce morbida e comprensiva. Ascolto le sue parole come una carezza di conforto nel buio. "Grazie," sussurro, la mia voce ancora impregnata di dolore. Nel buio, trovo conforto nel calore del suo abbraccio. Le sue labbra si avvicinano dolcemente alle mie, e i nostri baci diventano una via di fuga temporanea dalla tempesta che infuria nel mio cuore.
Dopo il bacio, Salazar offre un letto nel suo spartano dormitorio dei Serpeverde. "Prenditi il tempo che ti serve, Daphne. Qui troverai un rifugio sicuro," dice con gentilezza, il suo sguardo riflettendo la comprensione. Seguo Salazar attraverso i corridoi.
La camera sotterranea dei Serpeverde emana un'aria di mistero e fascino, circondata dalle pareti di pietra grezza che contribuiscono a creare un'atmosfera avvolgente. Il letto, situato in un angolo, è drappeggiato da tende verde smeraldo, aggiungendo un tocco di eleganza e mistero. Una scrivania di legno scuro accanto al letto ospita una lampada a olio che getta una luce morbida sulla superficie, illuminando un vecchio libro di incantesimi.
Le pareti sono decorate con tappeti che raffigurano serpentelli in movimento, svelando la lealtà della casa dei Serpeverde. Una piccola mensola mostra piccoli oggetti magici, e il suono lontano di acqua scorrevole rivela la vicinanza del lago nero. La finestra, nonostante sia situata nei sotterranei, offre una vista affascinante del lago, regalando un tocco di mistero all'ambiente.
Mi avvicino al letto con un senso di rassegnazione, sciogliendo i capelli rosso fuoco che cadono liberamente sulle spalle. Con un sospiro, mi libero dei vestiti dai toni dorati e rossi, simboli del passato legato a Godric Grifondoro.
Indosso una morbida camicia da notte verde, cercando un minimo di conforto nella calma degli abiti nuovi. I tessuti morbidi scivolano sulla mia pelle, e il verde, simbolo di Salazar Serpeverde, sembra avvolgermi in un abbraccio rassicurante. Con il cuore ancora pesante, mi distendo sul letto, osservando il soffitto mentre la luce della lampada crea danze di ombre intorno a me. La notte avanza, e io mi avvolgo nei pensieri, cercando di elaborare la tempesta di emozioni che ha scosso il mio mondo.
Mentre il sonno mi avvolge sento una presenza dentro di me, sebbene io sappia di essere sola. Mi sveglio con gli occhi ancora impastati dal sonno e vedo la coda di un grande serpente usciere tra le mie gambe. Il serpente, maestoso e dalle scaglie verdi, serpeggia sulla mia coperta. In preda al panico, cerco di retrocedere, ma la coda del serpente si avvolge delicatamente attorno a una delle mie caviglie. "Salazar!" lo chiamo spaventa mentre il serpente entra di nuovo dentro di me con più foga. Sento la sua presenza viscida. Dopo un po' il serpente si ritira, e il suo sguardo penetrante sembra scrutare la mia anima. "Daphne," sibila una voce, mentre il serpente scende dal mio letto e le sue scaglie si ritirano trasformandosi in "Salazar?" sussurro, ancora incredula"Cosa sta succedendo?" chiedo spaventata. Le sue mani, ora umane, toccano delicatamente il mio viso. "Daphne, il nostro legame è speciale. Posso sentire il tuo dolore, la tua tristezza. Voglio aiutarti a guarire."
Ancora intontita da questa esperienza magica, cerco di capire le sue parole. "Ma io e Godric..." inizio, ma Salazar posa un dito sulle mie labbra, interrompendo il mio discorso. "Il passato è ciò che è, ma il futuro è aperto a infinite possibilità," afferma. "Daphne, lascia che ti aiuti a guarire, a trovare la forza dentro di te per affrontare ciò che verrà."
Con un gesto gentile, Salazar mi avvolge in un abbraccio, e mentre la sua presenza mi circonda, sento un calore rassicurante.
STAI LEGGENDO
La storia infinita
FanfictionDaphne, figlia di Apollo e Afrodite, sarà costretta a vagare nelle epoche, fino a trovare il suo posto in società (se avete letto "Amore Proibito" questa storia parla della stessa Daphne)