172. Ritorno a Hogwarts

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Nell'Olimpo, il mondo terreno sembra un lontano ricordo, un'ombra sbiadita di ciò che una volta ero. Qui, circondata dalla maestosità degli dei e dalla luce eterna, mi sento finalmente libera dal peso delle mie sofferenze terrene. Cammino tra i giardini incantati, dove i fiori sbocciano in una sinfonia di colori e gli uccelli cantano melodie celestiali. Mi immergo nei flutti dell'eterno fiume dell'immortalità, sentendo la sua corrente portare via ogni traccia di dolore e angoscia. Ma non posso dimenticare completamente il mondo che ho lasciato. I volti dei miei figli, delle persone che ho amato e perso, continuano a danzare nella mia mente. Anche qui, nell'eternità dell'Olimpo, porto con me i ricordi e le cicatrici del mio passato. Eppure, nonostante tutto, c'è una pace che non ho mai conosciuto prima. Qui, tra gli dei, posso finalmente trovare consolazione e speranza per l'eternità. La mia permanenza nell'Olimpo mi ha permesso di osservare il fluire del tempo sulla Terra, mentre gli eventi si susseguono uno dopo l'altro: ho visto imperi sorgere e cadere, rivoluzioni scuotere le fondamenta della società, e il mondo trasformarsi sotto il peso del progresso e della guerra. Tuttavia, nonostante l'infinità di avvenimenti che ho vissuto dall'alto, ho sentito il richiamo di un luogo che mi ha sempre affascinato: Hogwarts, la scuola di magia e stregoneria. Ecate ascolta la mia richiesta con attenzione, i suoi occhi brillanti di saggezza e potere scrutarono la mia anima. "Daphne, tu che hai contribuito alla fondazione di Hogwarts e hai legato il tuo destino a Serpeverde, hai già dimostrato il tuo legame con il mondo della magia," disse con voce solenne. "Molto è cambiato da quando hai abbandonato il mondo dei mortali per l'Olimpo. Ma se il tuo cuore desidera ritornare tra le mura di Hogwarts, sarai benvenuta come studentessa." La sua voce risuonò con un'aura di autorità, ma anche di calda accoglienza. Con un sorriso di gratitudine, mi inchinai rispettosamente. "Grazie, grande Ecate. Prometto di onorare questa opportunità e di imparare tutto ciò che posso per servire il mondo della magia."

Ecate annuì con soddisfazione, emanando un'energia positiva che mi avvolse come una carezza. "Che il tuo cammino a Hogwarts sia illuminato dalla conoscenza e dalla saggezza," disse, prima di scomparire tra i vortici magici dell'oltre.

1 settembre 1946 d.C

Mi trovo nel cuore pulsante della Sala Grande di Hogwarts, circondata dalle possenti mura di pietra che raccontano storie millenarie di magia e avventure. Di fronte a me, i professori mi scrutano con occhi curiosi, ignari del mio passato immortale. Il professor Flitwick, con il suo viso gentile e gli occhiali spessi, si avvicina con un sorriso cordiale. "Benvenuta a Hogwarts, signorina...?"

"Daphne," rispondo prontamente, cercando di nascondere la mia emozione dietro un'espressione calma. "Daphne Dimitroa."

"Un piacere averti qui," dice Flitwick con un inchino cortese. "Sono il professor Flitwick, il professor di incantesimi. Ma ora, è il momento di smistarti nella tua casa."

Gli altri professori annuiscono in accordo, e mi trovo a seguire il professor Flitwick mentre attraversiamo la sala verso il Cappello Parlante. Le parole del mio passato risuonano nella mia mente, ricordi di quando ho aiutato a creare questa scuola e ho sposato uno dei fondatori.

Mentre mi avvicino al Cappello Parlante, i ricordi del mio passato riecheggiano nella mia mente, un tempo in cui ho giocato un ruolo chiave nella fondazione di Hogwarts. Una sensazione di familiarità mi avvolge mentre il cappello inizia a scandagliare i miei pensieri e ricordi, riconoscendo l'antica connessione che condivido con questa scuola magica.

"Ah, Daphne," sibila il Cappello Parlante con un tono di riconoscimento. "Ricordo bene te e il tuo contributo alla creazione di questa grande istituzione. E ora ritorni qui, sotto nuove sembianze."

Sento una leggera onda di emozione nel riconoscimento del mio passato, ma mantengo la compostezza mentre il cappello prosegue il suo esame dei miei pensieri e aspirazioni attuali. Dopo un momento di riflessione, il cappello annuncia la sua decisione con orgoglio. "Serpeverde!"

Accolgo il verdetto con una mescolanza di gratitudine e determinazione, pronta ad abbracciare il mio nuovo ruolo a Hogwarts e a fare tutto il possibile per onorare il mio passato e il mio futuro in questa scuola magica. Entro nella camera dei dormitori di Serpeverde, lasciando che il silenzio della stanza mi avvolga. È strano ritrovarmi qui dopo così tanto tempo, soprattutto senza alcuna compagnia con cui condividere questo spazio. Mi volto verso il ritratto di Salazar Serpeverde, il fondatore della mia casa, anche se so che lui è solo un'immagine del passato.

"Salazar," sussurro, rivolgendomi al ritratto con un misto di rispetto e nostalgia. Mentre mi volto verso il ritratto di Salazar Serpeverde, una voce risuona dietro di me. "Signora Dimotroa, sono il prefetto di Serpeverde per quest'anno. Mi chiamo Abraxas Malfoy."

Mi giro verso il giovane prefetto, osservandolo con interesse. La sua postura è sicura, i suoi occhi riflettono determinazione e orgoglio per la casa a cui appartiene. Con un sorriso, mi rivolgo nuovamente al ritratto di Salazar Serpeverde, sentendomi parte di un legame che attraversa i secoli. Anche se la mia vita ha preso molte strade e ho vissuto molte vite, qui a Hogwarts sento di essere tornata a casa.

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