39. Aurora

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ante diem XVI Kalendas Octobres 96 d.C

Nel regno di Domiziano, l'ombra del potere autoritario ha gettato una lunga penombra su Roma. Il suo governo ha diviso l'impero tra quelli che temevano il suo regime e coloro che cercavano di resistere alla sua stretta. Mentre la politica interna si scontrava con le tensioni crescenti, il mio cuore di madre e sovrana era sospeso tra la preoccupazione per il bene di Roma e la consapevolezza della pericolosa deriva del mio figlio.

Una notte cupa e densa di tensione, un messaggero mi ferma solennemente mentre sono intenta a tornare nella mia camera, portando con sé la notizia che cambierà il corso della nostra storia. "Maestà," annuncia con voce sommessa, "Domiziano è stato assassinato." Il mio cuore si ferma per un istante, "Sua moglie, Domizia Longina, è coinvolta in una cospirazione contro di lui."

Il mondo sembra piegarsi sotto il peso di questa rivelazione. Un groppo si forma nella mia gola, e i miei occhi si riempiono di lacrime. "No," sussurro, quasi incapace di accettare la verità. "Il mio unico figlio..."

La sala del trono, una volta luogo di decisioni imperiali, diventa il palcoscenico della tragedia. Rivolgendomi ai consiglieri e ai cortigiani, devo annunciare la morte di mio figlio. "Domiziano è caduto per mano di chi avrebbe dovuto amarlo," dichiaro con voce ferma, sebbene il dolore laceri il mio cuore. Guardo negli occhi di Domizia Longina, la donna che avrebbe dovuto essere la compagna di mio figlio. Il suo sguardo, una volta fiero e sicuro, ora vacilla sotto il peso della colpa.
Domizia, traditrice o tradita, sfiora il mio sguardo solo per un istante prima di abbassare gli occhi. "Imperatrice Daphne," mormora con voce spezzata, "non c'è rimorso abbastanza profondo per ciò che è accaduto."

La sala è pervasa da un silenzio solenne mentre i consiglieri e i cortigiani osservano la scena. Il tradimento familiare getta un'ombra oscura su ciò che resta della nostra dinastia. "Il tradimento non ci piegherà," proclamo con determinazione, conscia che la giustizia deve essere cercata non solo per il bene di Roma, ma anche per l'onore di mio figlio.

Domizia, con la testa ancora china, non risponde. Il suo tradimento ha lasciato cicatrici profonde nella trama della nostra famiglia e nella storia di Roma. La lotta per la giustizia e la preservazione della grandezza di Roma deve ora affrontare l'ombra di questo tradimento, e io, come madre e sovrana, mi preparo a guidare la città attraverso questa oscura tempesta.

Dopo la perdita di Domiziano, il mio cuore è avvolto nella tristezza e nell'abisso del lutto. Mi ritrovo di nuovo a fronteggiare la scomparsa di un figlio, e la sensazione di vuoto è insopportabile. Camminando tra i corridoi del palazzo, mi sforzo di nascondere il dolore dietro una maschera di regalità.

Ogni passo è un ricordo di ciò che è stato, e la sala del trono diventa un luogo di risonante tristezza. Annuncio la morte di Domiziano con un nodo alla gola, cercando di rimanere salda nonostante la devastazione. La sua fine per mano di chi avrebbe dovuto amarlo è una ferita ancora più profonda, una ferita che si estende al cuore di Roma.

Tra le ombre della perdita, cerco di confrontare Longina. I nostri sguardi si incrociano, e nel suo volto vedo riflessa la colpa e il rimorso. "Hai tradito non solo tuo marito ma anche la tua famiglia e Roma stessa," le dico con voce fredda, cercando di trattenere la rabbia che ribolle dentro di me.

Mentre le mie parole risuonano nella sala, la figura elegante di mia figlia Aurora entra accompagnata da suo marito Nerva. Mia figlia si avvicina a me stringendomi in un abbraccio "Mi dispiace così tanto" singhiozza. "Mi resti solo tu" affermo stringendola. Nerva posa una mano sulla spalla di Aurora. "Farò il possibile per regnare al meglio" afferma con rispetto e determinazione.

Nella quiete della sala del trono, Aurora e io ci confrontiamo con uno sguardo carico di emozioni taciute e di dolore condiviso. "Madre, ho visto la grandezza e la rovina che ha attraversato questa famiglia e Roma," esordisce Aurora con voce ferma, ma con occhi che tradiscono la sua tristezza. "Dove andremo ora?"

Le mie mani stringono leggermente il suo braccio, cercando conforto nel contatto fisico. "Aurora, la nostra famiglia ha superato tragedie e trionfi. La tua responsabilità è ora di guidare al meglio con Nerva. Roma ha bisogno di una corona stabile."

"Madre, ho paura di fallire. La storia dei Flavi è segnata da sangue e intrighi," confessa Aurora, e vedo nei suoi occhi il timore di non essere all'altezza della situazione. "Figlia mia, il tuo destino è intrecciato con quello di Roma. Con Nerva al tuo fianco, affronterete le sfide insieme. Non dimenticare mai la forza che hai ereditato da coloro che ti hanno preceduto."

"Madre, hai sempre guidato con saggezza e compassione," afferma Aurora, cercando nella mia esperienza una guida per il futuro incerto. "Sarò onorata di portare avanti il nostro lignaggio, ma temo le sfide che potrebbero giungere."

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