140. Howard

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1 marzo 1516d.C

L'alba sorge lentamente, tingendo il cielo di sfumature calde. Thomas mi afferra la mano con gentilezza mentre saliamo sulla carrozza, il suo sguardo rassicurante cercando di dissipare le mie ansie. "Sei pronta per questo viaggio" chiede con voce morbida, il suo sorriso illuminato dalla luce mattutina. "Sì," rispondo con un sorriso teso, cercando di nascondere la mia preoccupazione dietro una maschera di coraggio.

La carrozza inizia a muoversi lentamente, il rumore dei cavalli che scandisce il ritmo del nostro viaggio. Guardo fuori dal finestrino, osservando i campi e i boschi che scorrono davanti ai miei occhi come un dipinto in movimento. Il paesaggio è avvolto nell'aura dorata dell'alba, eppure non riesco a trovare conforto nella sua bellezza. La mia mente è turbata dai pensieri e dalle incertezze che mi tormentano, pregando che questa nuova tappa del nostro viaggio possa portare qualche forma di risoluzione.

Thomas mi stringe la mano con forza, un segno di sostegno e affetto mentre affrontiamo insieme le sfide che ci attendono. "Mia madre mi ha spiegato la situazione" afferma lui. "Thomas, possiamo non parlarne? Mi fa male ricordare quel momento" rispondo. Lui annuisce "Ma per quanto tu voglia evitare l'argomento arriverà il momento in cui dovrai accudire quel bambino. Dovresti affrontare il ricordo, non evitarlo".

"Accudirlo?" chiedo impaurita "Pensavo l'avremmo dato a qualche serva" affermo. "Mi fingerò il padre, e sarà il mio primo genito, porterà il mio nome. Seppur non mio tu lo sei e quando ti ho presa con me ho preso anche questo figlio" afferma Thomas. Abbasso lo sguardo, incapace di ribellarmi. "Vedi piccola Daphne? Questo è il compito di una donna, questo è il tuo compito" sento la voce di Ares nella mia testa, la voce del dio che mi ha messo in grembo più problemi del previsto.

La carrozza procede con un lento ma costante movimento, attraversando strade e paesaggi che si trasformano mentre ci avviciniamo alla residenza di Howard. Guardo fuori dal finestrino, osservando le case e le vie di Londra scorrere davanti ai miei occhi, il cuore ancora pesante di incertezza ma anche di una strana forma di speranza per il futuro.

Quando finalmente giungiamo davanti alla maestosa residenza di Howard, un senso di solennità e importanza pervade l'aria intorno a noi. La dimora si staglia imponente di fronte a noi, con le sue torri e le sue facciate maestose che sembrano custodire segreti antichi e storie senza fine.

Thomas mi offre la mano per scendere dalla carrozza, il suo sostegno rassicurante mentre affrontiamo insieme questo nuovo capitolo delle nostre vite. "Siamo arrivati," dice con un sorriso incoraggiante. Scendo dalla carrozza con cautela, osservando con occhi curiosi e meravigliati ogni dettaglio della residenza di Howard. La dimora si erge imponente di fronte a me, le sue alte torri e le sue facciate sontuose sembrano raccontare storie millenarie di potere e nobiltà. Il suono dei nostri passi echeggia nel cortile, mentre ci avviciniamo alla maestosa porta d'ingresso.

Le colonne di marmo che adornano l'ingresso sembrano toccare il cielo, mentre le decorazioni scolpite sulle porte riflettono la luce del sole con uno splendore dorato. Ogni dettaglio architettonico, ogni decorazione preziosa sembra narrare la storia di una famiglia nobile e potente, immergendomi in un mondo di lusso e magnificenza che mi è sempre stato estraneo.

Thomas mi sorride incoraggiante, guidandomi con sicurezza attraverso l'ingresso principale. "Vieni, Daphne," dice con voce calda, la sua mano ancora stretta nella mia, "Siamo a casa."

Seguo Thomas all'interno della dimora, lasciandomi avvolgere dall'atmosfera sontuosa e avvolgente della residenza di Howard. Attraversiamo l'atrio principale, dove il suono dei nostri passi si mescola al riverbero delle nostre voci e al fruscio dei vestiti. Il mio sguardo si posa su ogni dettaglio, catturando l'eleganza dei mobili antichi e l'opulenza delle decorazioni che adornano le pareti. Il profumo di fiori freschi e di legno lucido aleggia nell'aria, mentre ci addentriamo sempre più nel cuore della dimora.

Arriviamo nella sala da pranzo, dove una lunga tavola imbandita ci accoglie con eleganza. Il riflesso delle candele danza sulle posate d'argento e sulle cristallerie scintillanti, mentre il servizio impeccabile dei domestici aggiunge un tocco di raffinatezza all'atmosfera. Mi siedo accanto a Thomas, sentendomi ancora un po' intimidita dalla sontuosità del luogo. "Qualcosa non va?" mi chiede Thomas. "È tutto così bello qui" affermo con un sorriso. Thomas mi sorride, sollevando leggermente un sopracciglio in segno di approvazione. "Sono contento che ti piaccia," dice con un tono caldo, prendendo un bicchiere di vino dalla tavola e offrendomelo con cortesia. "Spero che ti senta a tuo agio qui."

Accetto il bicchiere con gratitudine, annuendo con un sorriso mentre osservo l'ambiente intorno a me con ammirazione. "Grazie," rispondo sinceramente, sollevando il bicchiere in un gesto di ringraziamento. "Mi sento davvero fortunata ad essere qui con te."

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