108. Servo

1 0 0
                                    

16 marzo 1107 d.C

Un lieve colpo alla porta mi raggiunge come un'eco nella penombra della camera. "Signora Daphne, è giunta l'ora di alzarvi. L'Imperatore richiede la vostra presenza alla colazione," annuncia il servo, la sua voce un riverbero discreto nel silenzio che segue il nostro momento di intimità.

Mi raddrizzo rapidamente, cercando di nascondere il turbamento nei miei occhi. "Grazie, sarò pronta in breve," rispondo con voce ferma, mentre il servo si allontana, ignaro della tempesta di pensieri che turbano la mia mente.

Mi affretto a vestirmi con gli abiti nuovi che il servo ha gentilmente predisposto per me. Mentre attraverso i corridoi del palazzo, la magnificenza delle decorazioni e la maestosità degli affreschi mi circondano, ma la mia mente è intrappolata nei ricordi di ciò che è appena accaduto.

All'arrivo nella sala da pranzo, l'Imperatore Enrico IV mi accoglie con uno sguardo caloroso. "Daphne, mi fa piacere vedervi. Spero che il vostro soggiorno nel mio palazzo sia confortevole," esordisce con cortesia.

"Vi sono grata per la vostra generosità, Maestà," rispondo con un inchino rispettoso. La colazione procede con conversazioni di corte, ma la mia mente è divisa tra il presente e un passato di sofferenze e desideri inconfessabili.

Mentre la colazione continua, l'Imperatore Enrico IV mi guarda con un sorriso gentile. "Daphne, alla luce del vostro arrivo e delle vostre esperienze, ho deciso di conferirvi un titolo che rifletta la vostra storia e il vostro viaggio. Da oggi in poi, sarete conosciuta come Contessa Daphne."

Il titolo risuona nell'aria come un eco del destino, e i nobili presenti nella sala reagiscono con un misto di sorpresa e rispetto. Tuttavia, tra loro, un nobile anziano alza un sopracciglio con evidente disapprovazione. "Contessa, che strano titolo per una donna di così umili origini," sussurra tra sé, ma abbastanza forte da essere udito. Alzo lo sguardo verso il nobile anziano con determinazione. "Onorevole signore, la vita spesso ci conduce lungo sentieri imprevedibili, e il mio viaggio è stato intessuto di sfide e crescita. Accolgo il titolo di Contessa con gratitudine e spero di dimostrare il suo valore attraverso le azioni e la dedizione alla corte dell'Imperatore Enrico IV," rispondo con fermezza.

L'Imperatore Enrico IV ascolta le mie parole con un sorriso compiaciuto, ma nel suo sguardo leggo una decisione già presa. "Contessa Daphne, le vostre parole sono nobili e promettenti. In considerazione del bene della corte e dell'unità tra le casate, ho preso una decisione. Voi e il nobile anziano, Sir Reynald, sarete uniti in matrimonio."

Alzo lo sguardo verso l'Imperatore con rispetto, ma anche con un'ombra di preoccupazione nei miei occhi. "Maestà, comprendo la vostra saggezza nel cercare l'unità tra le casate, ma non posso negare che la differenza d'età e di cuore tra me e Sir Reynald sia evidente. La mia speranza è che la corte possa considerare alternative che preservino il bene della sua gente e la pace tra le casate," rispondo con voce ferma, ma rispettosa.

L'Imperatore, sebbene con un cenno di comprensione, mantiene la sua decisione, lasciandomi intrappolata tra dovere e desiderio.

Dopo un momento di silenzio carico di tensione, mi allontano dalla sala in direzione della mia camera, cercando rifugio nei corridoi silenziosi del palazzo.

Giunta nella quiete della mia stanza, il tumulto di emozioni mi travolge. Nel vuoto della solitudine, la figura del giovane servo, con il suo sguardo ammirato, torna a occupare la mia mente. Un impulso irrefrenabile mi spinge a cercare consolazione nei suoi occhi.

Con passi frettolosi, raggiungo la stanza del giovane servo. La porta cigola appena si apre, e nella penombra trovo i suoi occhi che brillano di sorpresa. Senza dire una parola, mi avvicino e, con un gesto impetuoso, poso le labbra sulle sue, cercando fugace conforto nella ribellione contro il destino che mi è stato imposto.

Le labbra del giovane servo rispondono al mio bacio con un misto di sorpresa e desiderio. Il calore del momento sembra sciogliere le catene del dovere e della convenzione, aprendo un varco verso una liberazione proibita. La stanza silenziosa diventa il teatro di un'interludio segreto, in cui i nostri respiri sincronizzati narrano una storia di desiderio e consolazione.

Le mani del servo si posano con delicatezza sulle mie spalle, e i suoi occhi rivelano una passione inaspettata. "Signora, state bene?" mi chiede poi il servo. "Non sono mai stata meglio," rispondo con un sussurro appassionato, mentre la mia mano si solleva per sfiorare il suo viso con gentilezza. Tuttavia, nel riflesso delle fiamme danzanti della candela, leggo l'ombra di un dubbio nel suo sguardo.

L'abbraccio segreto si dissolve lentamente, lasciando dietro di sé un senso di euforia mista a rimorso. "Dobbiamo fare attenzione," lo avverto con un tono malinconico, sapendo che il nostro momento di fuga è destinato a concludersi.

Mentre le ombre della stanza danzano con il segreto condiviso, il servo annuisce con comprensione. La realtà del mondo esterno ci richiama, e la consapevolezza dei rischi che abbiamo preso si insinua nel silenzio che segue.

La storia infinita Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora