29 gennaio 1108 d.C.
Le contrazioni mi colgono di sorpresa, come onde di dolore che infrangono la tranquillità della mia prigione dorata. Nella penombra della mia stanza, la paura e l'anticipazione si mescolano. Sir Reynald, ignaro del mio stato, è immerso nei suoi affari nobiliari, mentre il servo, il mio complice segreto, si avvicina preoccupato.
"Signora, state bene?" chiede con occhi carichi di preoccupazione.
"È giunto il momento," sussurro, cercando di nascondere il dolore che si insinua nel mio corpo. La necessità di nascondere la mia gravidanza ha portato alla situazione attuale, e ora, nel momento più intimo e vulnerabile, non posso chiedere aiuto senza rivelare il segreto che ho protetto con tanto fervore.
Fuggo nel bosco circostante, dove la natura diventa la mia compagna silenziosa. Le fronde degli alberi sembrano tessere un mantello di protezione intorno a me, mentre le contrazioni si intensificano. La terra sotto di me diventa il letto rudimentale su cui mi stendo, e il cielo sopra di me assiste al mio dolore silenzioso.
I lupi si radunano intorno a me durante il travaglio. La luna piena brilla sopra di noi, rivelando le loro sagome inquietanti. Il mio sguardo, annebbiato dal dolore e dalla disperazione, incrocia quello dei lupi, e per un attimo sembra che essi comprendano la mia sofferenza.
La fatica del parto si conclude con il pianto del neonato, un suono fragile ma pieno di vita. Con un cenno del capo, come se la natura stessa avesse accettato la mia decisione, i lupi si avvicinano, pronti a prendere il bambino. Una mescolanza di pianto umano e ululati selvaggi si fonde nell'aria notturna.
Nel buio, Sir Reynald appare con occhi increduli e rabbia bollente. "Daphne, cosa hai fatto?" urla, ignorando la presenza dei lupi. La loro fame acuisce il dilemma, e la natura selvaggia sembra reclamare ciò che è suo. "Non era tuo" sussurro con voce tremante, mentre il sangue continua a scorrere da sotto le mie vesti. Sir Reynald, incapace di accettare la verità sconcertante, si avvicina con passo pesante. Il suo volto è un mix di incredulità e furia, il suo sguardo brilla di rabbia mentre i lupi si muovono nelle ombre circostanti. "Non era mio?" grida Sir Reynald, la sua voce un tuono tagliente nell'aria serena della notte. Il suolo sottolinea i passi pesanti, mentre avanza verso di me. Il neonato, ormai avvolto nell'abbraccio dei lupi, continua a piangere, un lamento fragile che si mescola con l'ululato selvaggio. "Traditrice!" urla Sir Reynald, la sua mano si alza in un gesto di rabbia.
Il dolore fisico si unisce alla sofferenza emotiva mentre il sangue continua a fluire da sotto le mie vesti. La luce argentea della luna rivela il mio volto pallido, segnato da lacrime e dolore.
"Spero che quelle creature si nutrono anche di te" sussurra Sir Reynald, con un'espressione di disgusto e disperazione, dopo si ritira. lLa luce della luna si spegne gradualmente, avvolgendo il bosco nel manto oscuro della notte.Il pianto del neonato si attenua, lasciando dietro di sé solo l'eco di una scelta che cambierà il corso delle nostre vite. Nel buio, mentre la consapevolezza della mia decisione si insinua nella mia anima, tutto sembra sfumare in un abisso senza fine.
Nell'oscurità più profonda, una figura femminile appare avvolta da un alone di mistero. Persefone, la regina degli Inferi, emerge come un'ombra salvatrice. La sua presenza, avvolta in un'aura di potere e compassione, mi avvolge come un abbraccio divino. Le sue mani, fredde come la morte e calde come la vita, toccano la mia fronte, e l'oscurità si chiude su di noi.
Nel regno degli Inferi, circondata da ombre danzanti e paesaggi oscuri, la dea Persefone emerge come guida attraverso l'eternità. "Ti aiuterò a tornare lassù, ma per ora è meglio che tu resti qui nascosta," pronuncia con voce calma, le sue parole un sussurro tra il soffio del vento sotterraneo.
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La storia infinita
FanfictionDaphne, figlia di Apollo e Afrodite, sarà costretta a vagare nelle epoche, fino a trovare il suo posto in società (se avete letto "Amore Proibito" questa storia parla della stessa Daphne)