40. Nerva

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ante diem XV Kalendas Novembres 97 a.C

La sala risuona di un misto di tensione e speranza mentre Aurora entra in travaglio. Il medico e le levatrici si affrettano a prepararsi per il parto, e il palazzo è immerso in un silenzio teso.

Stringo la mano di Aurora, cercando di trasmetterle forza e coraggio. Nel frattempo, i servi sanno che c'è un senso di ansia nell'aria, e alcuni rivolgono sguardi preoccupati l'uno all'altro.

Dentro la stanza, mentre il medico guida Aurora attraverso il travaglio, le preghiere silenziose di tutti salgono verso le stelle. In particolare, mi rivolgo a Giunone, la dea del matrimonio e della nascita, implorando il suo aiuto per proteggere Aurora e il bambino che sta per venire al mondo.

"Giunone assisti la mia amata figlia attraverso questa prova," prego mentalmente, sentendo la gravità del momento.

Il parto si complica, e la preoccupazione cresce. Il medico e le levatrici intensificano i loro sforzi, cercando di garantire la sicurezza di Aurora e del bambino.

Gli sforzi di Aurora sono evidenti, e il medico presente sospira a causa della complessità della situazione. "Devi essere forte, Aurora," le dico incoraggiandola mentre tiene la mia mano con forza. "Madre, fa che il nostro figlio cresca in un mondo di amore e saggezza," sussurra Aurora con un sorriso tenue, mentre il dolore e la speranza si mescolano nei suoi occhi.

La sala è pervasa da un silenzio teso, rotto solo dai suoni struggenti di Aurora che lotta per portare al mondo questa nuova vita. Poi, nell'attimo in cui il neonato piange per la prima volta, la stanza si riempie di gioia e ansia. La mia ansia cresce quando vedo il medico agitarsi e discutere con gli altri presenti. "Madre," Aurora sussurra debolmente, stringendo il bambino. "Grazie per tutto."

Con un sorriso tenero, Aurora chiude gli occhi e il suo respiro si fa sempre più flebile. "Aurora!" esclamo, cercando di trattenere le lacrime mentre mi rendo conto della tragedia che si sta svolgendo. Guardo il bambino tra le braccia di mia figlia, un misto di gioia e dolore che riempie il mio cuore. "Aurora," sussurro, la mia voce soffocata dalla tristezza, mentre il destino della mia famiglia si intreccia nuovamente in un delicato equilibrio tra vita e morte.

Un silenzio glaciale scende sulla stanza, interrotto solo dal pianto debole del neonato. Il medico scambia uno sguardo preoccupato con gli altri presenti, indicando la fragilità della nuova vita appena giunta e la fragile linea tra la vita e la morte.

Le lacrime sfiorano il mio viso mentre cerco di contenere il dolore. Aurora, stretta dalla crudele morsa della morte, tiene ancora tra le braccia il piccolo, il suo volto riflette una tranquillità che contrasta con la devastazione che si è abbattuta sulla sala. "Giunone, perché questa doppia tragedia?" prego silenziosamente, cercando risposte che sfuggono al mio dolore. Guardo Aurora, la mia dolce figlia, ora priva di vita, con il bambino nelle sue braccia, simbolo di speranza svanita.

Nerva si avvicina con sguardo assorto. "La vita può essere ingiusta e implacabile," mormora Nerva, la sua voce è sommessa ma carica di tristezza. "Roma andrà avanti diversamente" afferma con freddezza. Nerva cerca il mio sguardo, e i nostri occhi si incontrano. "Daphne, ho ereditato un impero instabile e diviso. La successione rapida di imperatori non ha portato la stabilità che cercavamo."

"Cosa vuoi dire?," chiedo asciugando le lacrime sul mio volto. "Le lotte per il potere hanno destabilizzato l'impero, ma ora ho l'opportunità di introdurre stabilità e unità," spiega Nerva, cercando di trasmettermi un barlume di speranza. "Roma deve tornare a essere il faro di civiltà che tutti si aspettano. Ho adottato un ragazzo, Traiano. Voglio che tu lo educhi per il suo compiti da imperatore" ordina con decisione. "Mi dispiace Nerva ma io non ho più nulla qui a Roma" affermo "Ho perso tutto e ho bisogno del tempo per me".

"Se andrai nella tua domus te la farò confiscare" mi minaccia. Di fronte alle minacce di Nerva, il peso delle responsabilità e il desiderio di garantire un futuro stabile per Roma prevalgono sul mio bisogno di pace personale. "Farò come hai chiesto, Nerva. Educherò Traiano nel modo migliore possibile," rispondo con una ferma risoluzione.

Il palazzo, una volta luogo di gioie familiari e decisioni imperiali, ora è intriso di tensione e incertezza. La mia dedizione a Roma si manifesta nel sacrificio personale, mentre affronto la sfida di plasmare il giovane Traiano in un leader degno dell'Impero.

Nel ruolo di educatrice, cerco di trasmettere a Traiano non solo la saggezza politica e amministrativa, ma anche il rispetto per il passato e la comprensione delle dinamiche sociali. La mia connessione con lui, sebbene diversa da quella con i miei figli biologici, si basa su un profondo senso di responsabilità nei confronti dell'Impero e della sua prosperità.

ante diem VII Kalendas Februarias 98 d.C

Un giorno, la notizia della morte di Nerva raggiunge Roma, generando un senso di lutto e incertezza nell'Impero. La sala del trono, una volta luogo di decisioni e annunci imperiali, si avvolge in un silenzio funebre.

Traiano, il giovane imperatore adottato, deve ora affrontare il peso del comando in un momento di transizione. "Daphne, non voglio regnare, voglio te al mio fianco, come moglie non come tutrice"

Le parole di Traiano risuonano nella sala del trono, creando un momento di sospensione nel quale le dinamiche dell'Impero Romano e della mia vita si intrecciano ancora una volta. "Traiano il mio destino è stato segnato da tragedie e cambiamenti. Tuttavia, sarò sempre al tuo fianco come consigliera e guida."

Traiano, con la maestosa corona imperiale sul capo, si erge come l'erede di Roma. L'atmosfera della sala del trono vibra di solennità mentre le acclamazioni dei presenti si mescolano con il fruscio degli abiti ricamati. L'incoronazione di Traiano è un rito che sottolinea la continuità dell'impero, e il suo matrimonio con Plotina aggiunge una nuova dimensione di stabilità e affetto.

La figura di Plotina, regale e risoluta, si fonde con quella di Traiano in un'alleanza che promette forza e saggezza per la guida di Roma. La coppia imperiale incarna l'armonia necessaria per affrontare le sfide che l'impero potrebbe incontrare. La cerimonia, immersa nella magnificenza degli ornamenti e nella pompa degli onori, è il segno tangibile di un nuovo capitolo nella storia di Roma.

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