93. Presente e Passato

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7 aprile 1002 d.C

Passano anni, e il mio viaggio mi porta in una terra dove la magia è un'idea straniera. Trovo rifugio tra coloro che non praticano la magia e che, invece, si affidano alle preghiere al dio eterno cristiano. Un uomo dall'aspetto di un lord si trova a discutere con alcuni mercanti, e noto la mia presenza mentre passeggio tra le bancarelle del mercato. "Salve," mi saluta con rispetto, "Sono Sir Geoffrey" si presenta: "È un piacere conoscerti, Daphne," risponde Sir Geoffrey con un sorriso cordiale. "Sembrate lontana dalla vostra terra d'origine. Cosa vi ha portato qui tra la gente comune?"

"Ho scoperto che c'è un mondo fuori dalle mura del castello che può insegnarci molte lezioni preziose," rispondo rimanendo vaga sul mio passato e sul mio vero essere. Sir Geoffrey annuisce con comprensione. "Il mondo là fuori è davvero un luogo straordinario, ricco di insegnamenti e opportunità. Se vi serve rifugio o aiuto, sono qui per voi."

"Vi sono grata per la vostra gentilezza, Sir Geoffrey," rispondo con un sorriso. Sir Geoffrey mi conduce tra le strade della cittadina, presentandomi a mercanti, contadini e membri della comunità. Mi sento parte di qualcosa di nuovo, un luogo in cui la magia è solo un ricordo lontano. Mentre la mia vera natura rimane celata, apprezzo la possibilità di vivere tra coloro che non sanno nulla del mio passato.

Sir Geoffrey, con un gesto ospitale, mi invita a seguirlo nel suo imponente castello che si erge maestoso sulla collina, dominando la cittadina sottostante. Attraversiamo un ponte levatoio e varchiamo le massicce porte di legno adornate con stemmi e decorazioni. "All'interno del castello, troverete sicurezza e conforto," mi assicura Sir Geoffrey mentre percorriamo i corridoi lastricati di pietra. Le mura sono adornate da arazzi e candele, creando un'atmosfera accogliente.

Raggiungiamo una sala principale con soffitti alti e un grande camino al centro, il cui calore avvolge l'ambiente. "Vi offro l'ospitalità del mio castello. Qui sarete al sicuro," dichiara Sir Geoffrey con un sorriso gentile. "Mi auguro che vi possiate sentire a casa qui, Daphne."

"È un luogo incantevole, Sir Geoffrey, e la vostra ospitalità è più che apprezzata," rispondo sinceramente, guardando il panorama che si svela sotto il cielo stellato.

15 giugno 1002 d.C

Passano gli anni, durante i quali Sir Geoffrey e io sviluppiamo una stretta amicizia. Un giorno, durante una conversazione tra le mura del castello, Sir Geoffrey mi annuncia: "Abbiamo bisogno di un'ereditiera, Daphne. E mi piacerebbe che foste voi."

Il mio cuore balza nell'apprendere di questa proposta inaspettata. "Ma io non sono di nobili natali, Sir Geoffrey. Come potrei essere un'ereditiera?"

"La nobiltà non è solo sangue, Daphne. È il cuore, la saggezza e il desiderio di guidare questa comunità verso un futuro migliore. E voi possedete tutte queste qualità."

La proposta di Sir Geoffrey apre una nuova porta nella mia vita, una che non avrei mai immaginato. "Il vostro onore mi lusinga profondamente, ma temo di non essere all'altezza di un compito così grande," rispondo con umiltà, sentendo il peso della responsabilità su di me. Sir Geoffrey poggia una mano sulla mia spalla con affetto. "Daphne, ho fiducia che sarete una lady straordinaria. La vostra umiltà è una delle vostre virtù, e la comunità vi accetterà con cuore aperto. E se non dovesse farlo non dovrete darvi problemi. Io voglio voi al mio fianco" mi sorride. Annuisco. Forse questa è l'unica chances per tornare a vivere dentro una corte. "Vi sono grata per la vostra fiducia, Sir Geoffrey. Cercherò di essere all'altezza delle aspettative e di onorare questa opportunità che mi avete offerto," rispondo, cercando di nascondere l'emozione che cresce dentro di me.

La madre di Sir Geoffrey, Lady Rosalind, entra nella sala con grazia. "Lady Daphne, benvenuta nella nostra famiglia. Sono certa che insieme plasmeremo un futuro luminoso per questa terra."

Le lezioni di etichetta e politica iniziano. Lady Rosalind mi guida attraverso i protocolli della nobiltà, dalla gestione degli affari di stato ai balli di corte. Non è cambiato molto dall'ultima volta, solo più rigidità nei confronti della nuova massima autorità: la chiesa.

5 giugno 1002 d.C

Il grande giorno delle nozze si avvicina, e il castello di Camelot si riempie di un'atmosfera festosa. Nella sala delle donne, Lady Rosalind coordina i preparativi con attenzione, mentre le damigelle d'onore intonano canti allegri. "È giunto il momento, Lady Daphne. Ser Geoffrey vi aspetta con ansia," annuncia Lady Rosalind, sorridendo con calore.

Indosso l'abito elegante, un meraviglioso tessuto che fluisce intorno a me come un sogno. Le damigelle d'onore aggiungono gli ultimi ritocchi, assicurandosi che ogni dettaglio sia impeccabile.

Mentre mi avvicino all'altare, posso sentire il battito del cuore accelerare. Ser Geoffrey mi sorride con occhi luminosi, e il Re Artù, presente per dare l'autorizzazione a questa unione, osserva con regale approvazione. "Approvo questa unione con tutto il mio cuore," dichiara Re Artù con voce solenne. Un volto familiare sembra correre accanto al re, come se fosse in ritardo. "Daphne?" si chiede stupito. Guardo attraverso i suoi occhiali a mezza luna "Merlino?" esclamo riconoscendolo. "Pare ci conosciate" afferma mio marito. "Meglio così, Merlino è un buon consigliere proprio come vostra moglie" sorride il re a Geoffrey. "Moglie?" ripete Merlino. "Sì, Merlino, Lady Daphne e io ci siamo uniti in matrimonio oggi," dichiara Ser Geoffrey, mentre il re annuisce con approvazione. Merlino mi fissa "Lady Daphne, la vostra scelta è sorprendente," commenta Merlino con voce controllata.

Sento il gelo nell'aria "Merlino, il passato è il passato. Voglio concentrarmi sul presente e il futuro con Ser Geoffrey," dico con voce ferma, sperando di fermare ogni ulteriore rivelazione.

Re Artù interviene, cercando di dissipare l'atmosfera tesa. "Ognuno di noi ha i suoi segreti e la sua redenzione. Oggi celebriamo l'unione di Lady Daphne e Ser Geoffrey."

La cerimonia procede con grazia, e mentre le promesse vengono scambiate, il castello risuona di gioia e celebrazione. La festa continua nel salone, con danze e canti che riempiono l'aria. Ser Geoffrey mi guida tra gli invitati, e nel suo sguardo trovo conforto e amore.

Merlino mi prede da parte "Hai intenzione di uccidere anche i suoi di figli?" mi chiede rancoroso. "Emyris, per favore, sai bene perchè l'ho fatto".

"E non l'ho mai perdonato" afferma con occhi pieni di rabbia. "Mi dispiace, ma sono stata realista e anche se in modo estremo ho agito per il bene di tutti e due".

"E per il bene di chi ti sposi con un Ser che oltre il titolo e gli averi non ha nulla per essere definito tale? Costui si dice sia fuggito da numerose battaglie e poi, a guardarlo bene, è fin troppo storto per impugnare bene una spada".

"Non mi importa se non potrà difendermi con le armi, a quello so pensarci da sola, mi serve un titolo per vivere dignitosamente" confesso. "Dimmi solo una cosa, e sii sincera. Lo ami?" mi chiede. "No" rispondo con sincerità. "E a me? Mi amavi?" mi chiede poi prendendomi per i fianchi così da poter ballare con me. Annuisco senza rispondere. Pensare a noi mi fa ancora male.

La musica ci avvolge mentre balliamo, e tra noi si crea una tensione palpabile. L'amicizia che un tempo condividevamo sembra essersi trasformata in qualcosa di diverso, una connessione complicata dalle scelte del passato.

Continuando a ballare, cerco di distogliere il pensiero dalle emozioni complesse che questo incontro ha risvegliato. La festa intorno a noi è ancora in pieno svolgimento, ma nel mio cuore si agita una tempesta di sentimenti mai completamente sopiti.

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