57. La domus che non cede

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Ante diem III Nonas Maias 380 d.C.

Decido di lasciare Tessalonica e mi dirigo verso il porto, dove navi dai legni scuri e vele possenti si ergono come guardiani del mare. Mentre mi avvicino al molo, un capitano accogliente mi invita a salire a bordo della sua nave, un'imbarcazione che solca le onde con grazia e determinazione.

A bordo, incrocio lo sguardo di un filosofo errante, un uomo dai tratti del volto segnati dall'esperienza e dagli studi profondi. Decido di avvicinarmi a lui con rispetto. "Salve,," dico con una nota di curiosità, "il viaggio ci unisce in questa avventura tra le onde del mare."

Ambrogio, sollevando lo sguardo dai suoi pensieri, risponde con un cenno di saluto. "Salve, viaggiatrice. Posso esserle d'aiuto?."

"Mi chiamo Daphne. Sono qui per condividere storie e conoscenze, per imparare dagli altri viaggiatori che attraversano il nostro cammino."

L'uomo, tuttavia, sembra poco incline al dialogo aperto. "Le mie convinzioni sono radicate in antiche filosofie e saggezze," dichiara con un tono distante. "Non so quanto possa imparare da coloro che seguono percorsi divini diversi. Le divergenze possono portare a scontri inutili. Ognuno dovrebbe seguire la propria strada senza interferenze."

Il capitano, notando l'interazione, si avvicina con interesse. "Ambrogio, questa viaggiatrice, Daphne, è un'ospite benvenuta a bordo. Le sue storie attraversano epoche e terre lontane."

Nonostante gli sforzi del capitano, l'atmosfera rimane tesa. Mentre la nave procede attraverso il blu infinito del mare, Ambrogio e io continuiamo la nostra navigazione in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri e nella propria visione del mondo.

Il sole dipinge il cielo con toni caldi mentre la nave solca le acque, e nell'aria si avverte la complessità delle relazioni tra le anime in viaggio. In mezzo al vasto oceano, la differenza di credenze sembra essere un'isola isolata, ma il destino ha ancora in serbo il suo intricato intreccio.

Ante diem XII Kalendas Iunias 380 d.C.

La nave solca le acque del Mediterraneo fino a raggiungere le coste d'Italia, dove città antiche e moderne si stagliano contro l'orizzonte. L'odore del mare si mescola con l'aria terrestre mentre ci avviciniamo a un porto italiano, le acque diventano sempre più calme sotto il riflesso del sole che si alza nel cielo.

Il capitano guida con destrezza l'imbarcazione verso il porto, e la città si svela con la sua architettura caratteristica. Le onde cullano dolcemente la nave mentre si avvicina al molo, e i marinai si preparano ad ancorare.

Una volta che la nave è saldamente ancorata, decido di scendere a terra, pronta ad esplorare questa nuova tappa del mio viaggio. L'Italia, con le sue strade lastricate di storia e cultura, si apre davanti a me, e sono pronta ad immergermi nelle sue meraviglie.

Decido di fare ritorno a Roma, la città eterna che ha visto nascere e svilupparsi molte fasi della mia lunga esistenza. Il viaggio attraverso l'Italia è una passeggiata attraverso i secoli, e mentre attraverso le antiche strade lastricate, sento il richiamo di storie e avventure passate.

Il sole splende alto nel cielo romano mentre mi avventuro verso la mia domus. La strada è familiare, ma il contesto cambia continuamente, trasformando la mia percezione del tempo e dello spazio.

Giungo alla mia dimora romana, testimone di epoche e trasformazioni. L'ingresso è ornato da colonne di marmo che si ergono con maestosità, e il portico accoglie i visitatori nell'ombra fresca. Le pareti mostrano affreschi che narrano storie della mia vita e di avvenimenti epocali che hanno attraversato i secoli.

Ad accogliermi c'è il suono dell'acqua che scorre nelle fontane, un'armonia che ha cullato i momenti di gioia e tristezza vissuti in questa dimora. Mi immergo nel giardino, avvolto dai profumi di fiori esotici che ho coltivato, anche grazie a Cerere, nel corso del tempo.

Mi dirigo nel tempio della domus, dove ogni divinità è onorata con statue di più o meno grande grandezza, disposte in modo circolare come si siedo nei consigli. Il luogo sacro, adornato da fiori e incenso, mi in ginocchio, rivolgo le mie preghiere a mia madre Venere,
"Dolce madre, guida i miei passi attraverso le sfide del tempo, così come hai fatto in passato," mormoro con devozione, sentendo la presenza della divinità che ha dato origine alla mia esistenza immortale.

Il tempio si illumina di una luce eterea, e nel silenzio delle preghiere, sento una connessione profonda con la mia madre divina. Le fiamme delle candele danzano, riflesse nei marmi preziosi del tempio, creando un'atmosfera di sacralità che permea ogni angolo della domus. Attraverso i corridoi ornati da affreschi che narrano storie di amore, guerra e intrighi, mi avventuro nelle stanze che custodiscono i ricordi di un'epoca ormai remota.

Entro nella biblioteca, dove i rotoli di pergamena riposano sugli scaffali in legno scuro. Questi documenti raccontano di conquiste, di sapere antico, e della mia personale ricerca di conoscenza nel corso dei secoli. Mi fermo per un attimo, sfogliando le pagine ingiallite, riscoprendo parole scritte molto tempo fa.

Una sala dedicata all'arte ospita sculture e dipinti, espressioni di bellezza immortalate nel marmo e nei colori vibranti delle tele. Ogni opera è un frammento di un passato che continua a vivere attraverso il mio sguardo eterno.

Il cortile interno, adornato da giardini lussureggianti, offre un rifugio sereno. Le statue di antichi dei e dee si ergono tra i fiori, testimoni muti di epoche che sono sfumate nella storia. Mi siedo su una panchina di marmo, assaporando la quiete che pervade questo angolo della mia dimora.

Nella sala degli specchi, riflessi di secoli passati mi scrutano. Osservo la figura che ha attraversato ere di cambiamenti, che ha resistito alle tempeste del tempo. Il mio riflesso è un mosaico di memorie, di gioie e dolori che hanno scolpito la mia essenza immortale.

All'imbrunire, mentre il cielo si tinge di toni arancioni e rosa, mi ritrovo nella stanza da letto. Il letto regale è il mio rifugio per la notte, e mentre mi avvolgo nei ricordi di un'epoca antica, cedo al sonno che sfiora appena la mia esistenza eterna.

Nel silenzio della notte romana, la mia domus continua a essere una fucina di memorie, una dimora che incarna il passato, il presente e, forse, il futuro. Attraverso il flusso eterno del tempo, Roma e la mia dimora sono ancorate nei ricordi che resistono al susseguirsi implacabile degli anni.

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