ante diem XVII Kalendas Aprilis 69 d.C
Il mio ritorno a Roma è come una passeggiata tra le rovine di un mondo che conoscevo. Le strade, una volta animate dalla grandezza di un impero, sono ora spettrali e offuscate dalla polvere dell'incertezza.
Fermo una matrona, restando ferma sopra il cavallo dal manto bianco, "Chiedo scusa, cosa sta succedendo?" le chiedo. La matrona mi guarda con occhi incerti. "I quattro imperatori si contendono il potere, e ogni decisione è come una pietra gettata in uno stagno, creando onde che colpiscono tutti noi." risponde con voce appesantita.
Guido il mio cavallo attraverso le strade deserte di Roma, i miei occhi scrutano le rovine di ciò che una volta fu un glorioso impero. Raggiungo il Palazzo Reale, ormai un'ombra del suo antico splendore. All'ingresso, guardie nervose, si inchinano in segno di rispetto. "Bentornata a Roma, Daphne," dice il comandante delle guardie. "Gli imperatori sono al loro consiglio. Posso accompagnarvi?"
"Ringrazio, ma posso procedere da sola," rispondo cortesemente, avanzando attraverso i corridoi silenziosi del palazzo.
Cammino attraverso i corridoi silenziosi, il mio cuore palpita di emozione e incertezza. Entro in una sala dove i quattro imperatori stanno discutendo animatamente, "Chi ha fatto entrare quella donna!" esclama uno degli imperatori, il suo sguardo freddo si posa su di me.
La sala è ornata da colonne di marmo e affreschi che narrano storie di conquiste passate. Gli imperatori si scambiano sguardi nervosi, mentre la mia figura risalta nel contesto, avvolta da un mantello che ondeggia leggero.
"Sono Daphne," annuncio con fermezza, "tornata per servire Roma in tempi di incertezza."
Uno dei presenti mi osserva con curiosità mentre uno degli imperatori si avvicina, il suo sguardo scrutatore sembra attraversare la mia figura. "Tutto ciò che puoi fare è sposare uno di noi," ride sarcastico, seguito dalle risate di compiacimento degli altri. "Le donne a Roma non hanno voce nelle questioni politiche," interviene un altro imperatore con disprezzo.
"Non siete qui per decidere chi sono o cosa posso fare," ribatto con fermezza, nonostante il contesto ostile. Il silenzio che segue è pesante, ma il mio sguardo rimane saldo, sfidando le aspettative tradizionali. La mia presenza nella sala dei potenti è come un'anomalia, ma sono determinata a giocare un ruolo significativo in questo periodo tumultuoso. "Guardie, portatela via" ordina uno di loro.
Le guardie mi afferrano con una presa ferma, portandomi via dalla sala dei potenti. Attraverso i corridoi, il mio passo è deciso nonostante la costrizione. Mi trovo nella stanza assegnatami, una sorta di gabbia dorata in questo gioco di potere. La finestra offre uno sguardo su Roma, una città che cambia e si contorce sotto le influenze di chi cerca di controllarla.
Mentre la porta si chiude dietro di me, rimango sola con i miei pensieri e l'ineluttabile senso di incertezza che pervade l'aria. Sono prigioniera di una situazione intricata, ma la mia risolutezza resta intatta.
La porta si apre di nuovo, ma questa volta non sono le guardie. Entra un uomo dall'aspetto regale, i suoi occhi profondi rivelano un'aura di mistero. "Sono entrato senza bussare, mi perdonerai?" dice con un sorriso affascinante. "Chi sei?" chiedo con una certa cautela, scrutando il suo volto per cercare indizi sulla sua identità. "Sono Vesperiano," risponde, "e ho assistito a una donna coraggiosa che ha sfidato gli imperatori. Sembri essere tu."
Il nostro sguardo si incrocia, e in quel momento, Vesperiano e io ci scambiamo sguardi intensi, come se il tempo si fermasse per un istante. "Hai coraggio ad affrontare gli imperatori in questo modo," dice con un tono di ammirazione. "Cosa ti spinge a rischiare così tanto?"
"Sono tornata per servire Roma, non per sottomettermi alle convenzioni sociali," rispondo con determinazione. "Sei un enigma," ammette Vesperiano con un sorriso, "una donna che osa sfidare gli imperatori, presentandosi dal nulla."
"Sono qui per cambiare il corso delle cose. Non ho paura di affrontare il caos se può portare a un futuro migliore per Roma," rispondo con fermezza. Vesperiano si avvicina lentamente. "C'è molto di te che ancora devo scoprire, Daphne. Siamo entrambi in questo intrigo chiamato vita."
Le nostre mani si sfiorano, creando una connessione silenziosa ma potente. "Hai mai sentito parlare della Sfinge?" mi chiede. "La Sfinge?" rispondo con interesse, la mia mente è pronta ad affrontare un nuovo mistero. "Sì, conosco la leggenda. Una creatura enigmatica che pone indovinelli agli avventurieri. Ma cosa c'entra con noi?"
Vesperiano sorride misteriosamente. "La Sfinge rappresenta l'enigma della vita, la ricerca di risposte nelle sfide che ci vengono poste. Forse siamo qui per risolvere il nostro indovinello." Vesperiano fissa il vuoto per un istante prima di fissare di nuovo i suoi occhi nei miei. "Daphne, la vita è fatta di enigmi. Forse, tra tutti, il più grande è il mistero dell'amore."
La mia espressione si ammorbidisce di fronte a quelle parole, e gli sguardi si incrociano in un dialogo senza parole. "L'amore può essere un indovinello complicato da risolvere," rispondo con sincerità. Vesperiano avanza leggermente, la sua presenza avvolge come una brezza calda. "Ma forse è proprio questo il nostro destino: risolvere l'enigma dell'amore insieme." Il cuore batte forte nel petto, Vesperiano si avvicina con dolcezza, e il nostro sguardo si intreccia come se voglia decifrare l'enigma di un sentimento crescente. Senza dire una parola, la distanza tra noi si assottiglia fino a sfiorare le labbra. Il bacio è un susseguirsi di emozioni, unione di anime in un intreccio che sfida il caos circostante. In questo momento, tutto il resto svanisce, e siamo solo noi due, risolvendo insieme l'enigma dell'amore.
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La storia infinita
ФанфикDaphne, figlia di Apollo e Afrodite, sarà costretta a vagare nelle epoche, fino a trovare il suo posto in società (se avete letto "Amore Proibito" questa storia parla della stessa Daphne)