6 febbraio 814 d.C
Tra i paesaggi selvaggi e lontani, trovo rifugio in luoghi dove la presenza umana è scarra. Nel corso dei mesi, imparo a sopravvivere con risorse limitate, a trovare cibo e riparo nella natura incontaminata che mi circonda. La mia connessione con gli dei antichi si intensifica, trovando consolazione nelle preghiere sotto il manto stellato.
Nelle notti tranquille, mi immergo nei ricordi di Roma e dell'Impero romano d'Occidente, riflettendo sulle vicende che mi hanno portato a questa fuga. La mia mente naviga tra gli intrighi di corte, l'instabilità politica e le relazioni complesse che hanno segnato la mia esistenza immortale.
Nel mio vagare trovo rifugio in una modesta locanda, accogliente e avvolta da un'atmosfera rustica. Gli abitanti del villaggio, seduti intorno ai tavoli di legno consumato, parlano a voce altra, e il lamento di un liuto si mescola con il crepitio del fuoco nel camino.
Mentre mi siedo a un tavolo solitario, ascolto frammenti di conversazioni tra i frequentatori della locanda. Le voci sottolineano il lutto per la morte di Carlo Magno,"Il grande sovrano ci ha lasciato," sussurra un contadino con occhi addolorati, mentre gli altri annuiscono in segno di rispetto.
La notizia della sua morte ha raggiunto persino queste terre remote, mi domando cosa avrà deciso di fare un re che mi è parso più saggio di altri. Mentre il vento ulula fuori, l'atmosfera nella locanda è carica di nostalgia e reverenza per il defunto sovrano.
Una donna avvicina silenziosamente il mio tavolo, lo sguardo improntato alla tristezza. "Signora disturbo?," inizia con rispetto, "anche voi avete sentito la notizia della morte di Carlo Magno. Il nostro sovrano era una guida saggia e un faro di stabilità."
Le sue parole sono intrise di una miscela di rispetto e dolore. "Mi chiamo Isabella," continua la donna, "e ho conosciuto la generosità di Carlo Magno. Ogni inverno, inviava provviste a noi qui nei Pirenei. La sua morte è una perdita per tutti noi."
Rispondo con un cenno, riconoscendo la portata della perdita non solo per i cortigiani, ma per tutto il regno. La donna continua a parlare di come il sovrano avesse influenzato le loro vite, mentre il fuoco nel camino scintilla, accompagnando il racconto di una generazione affranta dalla notizia.
Mentre ascolto le storie di Isabella, il clatter di spade e l'entrata delle guardie irrompono nella locanda, interrompendo il dialogo e gettando un'ombra di tensione nell'aria. I loro sguardi scrutano il luogo alla ricerca di qualcuno, e il cuore mi batte più veloce mentre cerco di fondere la mia figura con l'ombra del tavolo.
Isabella, intuendo il pericolo, abbassa la voce. "Signora Daphne, dovete andare via. Non è sicuro per voi qui."
Sento il fiato trattenuto, e nel momento in cui le guardie si avvicinano al mio tavolo, scivolo fuori dalla locanda, abbracciando l'oscurità notturna e le promesse incerte del cammino davanti a me.
Nel silenzio della notte, i miei passi mi portano lontano dalla locanda, mentre il paesaggio dei Pirenei si dipana davanti a me. La luna fa brillare la neve sui picchi, creando un'atmosfera magica che accompagna la mia fuga.
Cerco rifugio tra i boschi e le valli, sfruttando le abilità apprese nei mesi di solitudine. La mia mente si concentra su ogni passo, mentre la notte diventa complice del mio cammino verso l'incertezza.
Durante il viaggio, mi avvicino a comunità isolate, ascoltando racconti di sovrani e dinastie che si susseguono nel mondo umano. Evito di rivelare la mia identità, immersa nel ruolo di una viandante in cerca di conoscenza.
Il vento mi sussurra segreti e il chiarore delle stelle guida il mio percorso attraverso paesaggi selvaggi. Mentre mi avventuro in questa odissea, il destino rimane oscuro, ma la promessa di libertà mi spinge avanti.
9 febbraio 814 d.C
Nel buio dei boschi notturni dei Pirenei innevati, i miei passi mi conducono inaspettatamente verso una scena vivida: due donne, avvolte in mantelli scuri, stanno discutendo accanitamente. Mi avvicino cautamente, cercando di non disturbare il loro confronto. Una delle donne, dai capelli corvini, stringe una pergamena e pronuncia parole arcane con fervore. L'altra, con occhi penetranti e unghie lunghe come artigli, alza la voce in risposta. "Le tue arti oscure non sono da sottovalutare, Madame Lorgnedelune! Ma la magia della natura è ciò che protegge queste terre." Le due donne sembrano non accorgersi della mia presenza, immerse nella loro disputa magica. Mi nascondo dietro un albero, ascoltando con cautela. La donna dagli occhi penetranti, alza la testa con fierezza. "Le buone maniere non aiuteranno le streghe a proteggersi, Madame Coeurgentil!"
Mentre mi allontano silenziosamente, le streghe, improvvisamente, si fermano nella loro contesa. Madame Coeurgentil e Madame Lorgnedelune, con occhi d'argento e sguardi penetranti, si voltano verso di me. Nel buio della notte, i loro mantelli scuri sembrano fiammeggiare con un riflesso magico.
"Chi è questa?" domanda Madame Lorgnedelune, la sua voce un sussurro carico di potere. "Una viandante," rispondo, cercando di mantenere la calma di fronte alle forze magiche che percepisco. Madame Coeurgentil si avvicina, e con uno sguardo scrutatore, chiede: "Cosa ti porta nei boschi dei Pirenei, gentile ragazza?"
"Vi ho sentite discutere e ho pensato che forse potrei offrire un consiglio," dico, cercando di essere diplomatica. "Le vostre magie sono potenti, ma ne conosco di più forti. Sono d'accordo con Madame Lorgnedelune riguardo l'inefficacia delle buone maniere in momenti di pericolo ma sono cresciuta nelle corti, quindi so anche che le buone maniere siano essenziali per non risultare sgradevoli. Piuttosto di litigare perché non allearsi? Alle giovani streghe servirebbe un'istruzione che spesso non viene data e anche un posto sicuro dove poter proteggere i loro poteri." Madame Lorgnedelune e Madame Coeurgentil si scambiano uno sguardo, considerando la mia proposta. La magia nell'aria sembra intrecciarsi, come se il destino stesso stesse aspettando il verdetto di queste streghe potenti.
Nel cuore dei Pirenei, tra boschi millenari e vette maestose, il castello dell'Accademia di Magia di Beauxbatons sorge come un gioiello nascosto. Avvolto in un velo di magia si erge imponente;
le mura del castello, costruite con pietra levigata dal tempo, risplendono sotto la luce lunare, emanando un'aura di mistero e potere. Le torri, snodandosi verso il cielo stellato, ospitano i dormitori delle case, ciascuno decorato con colori e simboli distintivi. All'esterno, il giardino si estende come un sogno incantato. Fiori dalle sfumature iridescenti danzano sotto il vento, mentre il recinto degli animali ospita creature magiche e misteriose. Un lago sereno riflette il cielo notturno, mentre una serra esotica contiene piante rare e straordinarie."Madame, dovremmo ringraziarvi per questo" mi sorride Madame Coeurgentil. "Sarete stanca e procedere con questa bufera non sembra la condizione ideale per viaggiare. Entrare pure a palazzo" mi sorride Madame Lorgnedelune. "Vi ringrazio, una sosta non farà male" sorrido accettando il loro invito.
Caminiamo attraverso un corridoio incantato, illuminato da lanterne fluttuanti che rispondono al tocco magico delle streghe. "Beauxbatons sarà un luogo di apprendimento e conoscenza," afferma Madame Coeurgentil, "e speriamo che il tuo breve soggiorno qui sia piacevole." Sorrido, riconoscendo la gentilezza dietro le loro parole.
Entriamo in una sala da pranzo elegante, dove il cibo appare come per incanto sulle tavole ben apparecchiate. Ci sediamo e la conversazione fluisce tra racconti di antiche magie e avventure misteriose. "Siamo curiose di sapere di più su di te, viandante," dice Madame Lorgnedelune con un sorriso intrigato.
Racconto loro brevemente dei miei viaggi attraverso terre lontane, degli incontri con creature magiche e di come la magia sia intrecciata nel filo della mia vita. "Il mondo è pieno di meraviglie e misteri," riflette Madame Coeurgentil, "e ogni incontro porta con sé nuove opportunità."
Dopo la cena, ci dirigiamo verso le camere degli ospiti. "Che la magia della notte vi avvolga in un sonno tranquillo," mi augura Madame Lorgnedelune, aprendo la porta di una stanza lussuosamente arredata. "Domani sarà un nuovo giorno di avventure," sussurra Madame Coeurgentil con un sorriso, lasciandomi alle meraviglie del castello di Beauxbatons.
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La storia infinita
FanfictionDaphne, figlia di Apollo e Afrodite, sarà costretta a vagare nelle epoche, fino a trovare il suo posto in società (se avete letto "Amore Proibito" questa storia parla della stessa Daphne)