15 novembre 1622 d.C
I mesi passano e con essi cresce il mio timore. Una sera, James è colpito da una febbre violenta che non accenna a diminuire. Lo veglio notte e giorno, sperando in un miracolo. La sua pelle è bollente, il suo respiro affannoso e i suoi occhi, solitamente pieni di vita, ora sono opachi e confusi. Mi inginocchio al bordo del letto di James, le mani giunte in preghiera. "Asclepio, dio della guarigione, ti imploro di salvare mio figlio," sussurro disperata. "Offrirò qualsiasi cosa in cambio della sua vita."
Improvvisamente, la stanza si riempie di una luce dorata e calda. Asclepio appare davanti a me, il suo sguardo calmo e compassionevole. "Daphne," dice con voce gentile ma ferma. "La tua richiesta è ascoltata, ma ogni guarigione ha un prezzo."
"Sono disposta a pagarlo," rispondo senza esitazione, sentendo il mio cuore battere furiosamente nel petto. Asclepio mi guarda con una tristezza infinita nei suoi occhi. "Per salvare James, dovrai sacrificare la vita di una delle tue figlie."
La mia mente vacilla davanti alla crudele realtà delle sue parole. "Lo farò," dico infine, la voce rotta ma risoluta. "Chiunque sceglierai, accetto il tuo giudizio."
Asclepio annuisce e si avvicina a James, posando una mano sul suo petto. "La tua fede e il tuo sacrificio sono notati, Daphne," dice. "Il bambino guarirà."
Sento una sensazione di sollievo misto a terrore mentre Asclepio svanisce, lasciando dietro di sé una scia di luce dorata. La febbre di James inizia a calare immediatamente, il suo respiro si fa più regolare e la sua pelle torna a una temperatura normale. La porta si apre e una delle serve entra, portando con sé una bacinella d'acqua fredda e panni puliti. "Lady Daphne, come sta il piccolo James?" chiede con preoccupazione. "Sta migliorando," rispondo, nascondendo il tumulto nel mio cuore. "Prepara un bagno freddo, aiuterà a far scendere la febbre."
Mentre la serva si allontana, mi siedo accanto a James, accarezzando i suoi capelli bagnati di sudore. La mia mente è assalita dalla consapevolezza del prezzo che dovrò pagare. So che una delle mie bambine non vedrà il nuovo giorno, ma almeno James è salvo.
Mentre veglio su James, il respiro calmo e regolare di mio figlio è l'unica cosa che mi dà conforto. La notte è lunga e tormentata, ma il suo miglioramento è evidente. Finalmente mi lascio andare a un breve sonno, esausta ma sollevata.
All'alba, la porta si apre con un cigolio leggero e la balia entra, il viso pallido e segnato da un'espressione di dolore. "Mia lady," sussurra con voce tremante, "ho una notizia terribile."
Il mio cuore si ferma un attimo prima di riprendere a battere furiosamente. "Cosa è successo?" chiedo, la paura già insinuata nella mia voce. "Eleanor," risponde la balia, gli occhi colmi di lacrime. "Non si è svegliata questa mattina. La bambina è morta nel sonno."
Il mondo sembra crollare intorno a me. Mi alzo di scatto, barcollando mentre la realtà delle sue parole mi colpisce come un pugno nello stomaco. "No," mormoro, incredula. "No, non può essere."
La balia si avvicina, cercando di sostenermi. "Mi dispiace tanto, mia lady," dice, la voce soffocata dal pianto. "Era così serena... non ha sofferto."
Le sue parole sono come una lama nel mio cuore. Il sacrificio è stato fatto, ma il dolore che provo è insopportabile. Guardo James, che dorme ancora pacificamente, ignaro del prezzo che è stato pagato per la sua vita.
Stringo i denti, cercando di trattenere le lacrime. "Preparati per il funerale," ordino alla balia con voce ferma. La balia annuisce, asciugandosi le lacrime mentre si allontana per eseguire i miei ordini.
19 novembre 1622 d.C
Il giorno del funerale è cupo e piovoso, come se il cielo stesso piangesse per la perdita di Eleanor. Le serve e i domestici sono raccolti in silenzio, rispettando il lutto della famiglia. l
Mentre osservo il piccolo feretro essere calato nella terra, il mio cuore è spezzato, ma so che non posso permettermi di mostrare debolezza. Devo andare avanti per James, per le mie altre figlie, per mantenere la promessa che ho fatto agli dei. Mi inginocchio accanto alla tomba, una preghiera silenziosa sulle labbra, chiedendo forza e protezione per la mia famiglia. Tutti i presenti sono avvolti in un silenzio rispettoso, e i volti delle suore, delle serve, e delle guardie riflettono la gravità della perdita. Dopo che l'ultima preghiera è stata recitata e l'ultimo fiore è stato posato sulla piccola bara, mi avvicino alla tomba fresca, il dolore che ho cercato di nascondere esplode in un tumulto di emozioni.
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La storia infinita
FanfictionDaphne, figlia di Apollo e Afrodite, sarà costretta a vagare nelle epoche, fino a trovare il suo posto in società (se avete letto "Amore Proibito" questa storia parla della stessa Daphne)