92. Abbraccio di famiglia

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10 novembre 998 d.C

Nell'oscurità della torre, mentre la luna proietta la sua luce fredda attraverso la finestra, Salazar entra nella mia cella. Il suo sguardo è serio, riflette una preoccupazione che raramente ho visto nei secoli. "Da quanto tempo mi tieni qui?" domando, il mio sguardo fisso su Salazar. "Daphne, comprendi che è per la tua sicurezza. Non possiamo ignorare quello che è accaduto," risponde con voce calma, ma posso percepire la tensione nei suoi occhi. "La mia sicurezza? O vuoi solo impedirmi di vedere Seraphina?" replico, la mia voce carica di rabbia "Pensi ucciderei anche lei? Pensi che riuscirei a guardare mia figlia e ucciderla?".

Salazar stringe la mascella, gli occhi fissi nei miei. "Daphne, questa è una situazione delicata. Devi capire che ho agito per proteggerti e proteggere gli altri." La sua voce è ferma, ma riconosco un'ombra di tristezza in quelle parole. "In ogni vita che ho vissuto, Salazar, ho imparato a proteggermi da sola. Questa prigione, questa privazione, è un tormento che non merito," affermo con determinazione. "E Seraphina? Le negherai il diritto di stare sua madre?" Il mio sguardo sfida Salazar, cercando una fessura nella sua risolutezza.

Salazar sospira profondamente. "Daphne, capisco il tuo dolore, ma non possiamo ignorare il pericolo che tu rappresenti in questo momento. Devo pensare alla sicurezza di tutti."

"No, stai pensando solo a te stesso e Merlino, che evidentemente ha troppo paura per affrontarmi di persona".

"La situazione è più complessa di quanto tu possa comprendere," ribatte Salazar con fermezza "Merlino è distrutto dal dolore, e la sua rabbia è comprensibile."

"Comprensibile? Sì, certo, ma tu... tu mi hai rinchiusa qui come un animale senza diritto di vedere mia figlia," rispondo con amarezza "Mi hai sempre detto che la famiglia è importante, ma ora sembra che tu la stia distruggendo."

Salazar si avvicina, la sua espressione seria. "Daphne, non voglio distruggere la nostra famiglia, ma devo trovare un modo per proteggerla. C'è qualcosa che devi sapere" afferma; Salazar esita prima di parlare, come se cercasse le parole giuste. "Daphne, Merlino ha invocato il Consiglio degli Stregoni. C'è la preoccupazione che la tua azione, la tua scelta di prendere la vita del tuo stesso figlio, possa destabilizzare l'equilibrio tra il mondo magico e quello non magico."

Il mio sguardo si fa più penetrante. "Il Consiglio degli Stregoni? Non possono stabilire il destino della mia famiglia!"

"Stanno prendendo in considerazione la revoca della tua immunità magica. Devi capire che, al di là della nostra famiglia, ci sono leggi e responsabilità più ampie da considerare."

"Mi stai minacciando? Vuoi che mi arrenda alla volontà di un Consiglio che non ha mai avuto a cuore il nostro benessere?" rispondo con una feroce determinazione. "Se è così, allora forse è giunto il momento di cambiare le regole del gioco."

Salazar solleva una mano in un gesto di pacificazione. "Non è una minaccia, Daphne. È un avvertimento. Se il Consiglio decidesse di revocare la tua immunità, ciò potrebbe portare a conseguenze che nessuno di noi vuole affrontare."

"Lasciami andare" gli dico "Lasciami vedere mia figlia un'ultima volta, lasciami spiegare perchè non potrò vederla crescere e poi me ne andrò, via dall'isola".

Salazar abbassa lo sguardo, una fitta di dolore nei suoi occhi. "Non è così semplice, Daphne. Il Consiglio deve essere tranquillizzato.."

"Non posso accettare di essere prigioniera," affermo con rabbia e disperazione. Salazar si passa una mano tra i capelli, evidenziando la sua frustrazione. "Sto facendo tutto ciò che posso per mediare tra le esigenze del Consiglio e la tua libertà, ma ciò richiederà tempo. Devi pazientare."

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