94. Rancore

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6 novembre 1002 d.C

Mesi passano, e Camelot si prepara ad accogliere una nuova vita. La notizia della mia gravidanza è accolta con gioia, e il castello si anima con preparativi e chiacchiere di chi sta per diventare genitore.

Ser Geoffrey, con occhi scintillanti di emozione, mi avvicina delicatamente. "Daphne, questo è il più grande dono che il destino ci potesse offrire. Siamo pronti ad accogliere il nostro piccolo erede.", Ser Geoffrey prende la mia mano. "Immagino il suono delle risate dei bambini che riempiranno queste stanze," dice con affetto.

Le donne del castello, nel frattempo, si riuniscono per condividere consigli e preparare vestitini e coperte fatte a mano per il bambino in arrivo. "Lady Daphne, il vostro erede sarà il fiore più prezioso di Camelot," afferma una delle damigelle.

Di sera, passeggiando tra le mura, vedo Merlino in ginocchio osservare la luna. "Ho saputo della notizia" afferma quasi sentendo la mia presenza "Non si fa che parlare del bellissimo erede che nascerà. Chissà per quanto tempo resterà vivo".

"Non volevo disturbarti" affermo abbassando il capo per non guardarlo negli occhi "Come mai sei qui?".

"Non ricordi questa data?" mi chiede, scuoto la testa "È la notte che hai messo al mondo e poi distrutto nostro figlio" mi risponde "Oggi avrebbe quattro anni il nostro bambino, tu non sai nemmeno se era maschio o femmina".

Le sue parole pesano come un macigno sulle mie spalle, e la mia voce si spezza in un singhiozzo mentre il rimorso si fa strada nel mio cuore. "Merlino..." Mi avvicino con timore, cercando di comprendere il dolore che ho inflitto. "Sai che non avevo alternative, che agii per evitargli una vita senza una madre," dico con voce soffocata dalle lacrime "Ma capisco il tuo dolore, e mi dispiace profondamente. Non passa giorno a cui non penso a come sarebbe oggi, a come sarebbe la mia vita, la sua, a come Seraphina avrebbe accolto il fratello, a pensare alla nostra famiglia" singhiozzo. "È inutile che ti giustifichi. Ringrazia Salazar se non ti hanno uccisa" mi dice con voce tagliente. "Merlino, vorrei poter cancellare il passato, ma so che non posso. Ti prego di trovare in te stesso la forza di perdonare, anche se so che può essere quasi impossibile."

8 gennaio 1003 d.C

Passano mesi, durante i quali il castello si prepara al grande evento. La gravidanza è stata un periodo di attesa pieno di speranze e ora, finalmente, la dolce attesa giunge al termine.

In una tranquilla notte, il castello è immerso in un silenzio carico di anticipazione. La sala del parto è pervasa da una tensione, interrotta solo dal ritmo regolare dei respiri affannati. Ser Geoffrey, ansioso, aspetta fuori con altri nobili. e levatrici si scambiano sguardi preoccupati,
"Respira profondamente, Daphne. Stai facendo del tuo meglio," incoraggia una levatrice, cercando di mantenere un tono rassicurante "Andrà tutto bene," sussurra con voce gentile.

Nel frattempo, Merlino, anche se con un pizzico di rancore nel cuore, si avvicina. "Artù mi aveva detto di una donna incinta no di...." inizia a dire. "Sta zitto e se puoi aiutami aiutami altrimenti levati dai coglioni" grido dolorante. La sala è colma di sospiri e gemiti, e la tensione cresce mentre la notte avanza. Le levatrici cercano di gestire la situazione al meglio delle loro capacità, mentre Merlino, pur sentendosi respinto, decide di mettere da parte il rancore e offre il suo aiuto.

Il dolore si intensifica, ma anche la determinazione di portare avanti questo momento cruciale. Nel silenzio intermittente da sospiri e incoraggiamenti, il suono di un pianto di neonato squarcia l'aria. "Vedi di crescerlo, almeno lui"mi dice freddo Merlino. Il suo tono tagliente, carico di amarezza, aggiunge un'ombra al momento di gioia. Annuisco, consapevole che il nostro passato complicato lascerà un'impronta indelebile sulla vita di questo neonato.

Ser Geoffrey, nel frattempo, si avvicina con occhi colmi di felicità e amore. "Daphne, sei stata coraggiosa. Il nostro piccolo avrà il meglio da entrambi noi," mi rassicura, cercando di dissipare la tensione nell'aria.

Il neonato giace tra le mie braccia, avvolto in coperte calde, e il suo pianto si attenua lentamente. Guardo in quegli occhi innocenti, sperando che il futuro possa essere diverso, libero da ombre del passato. Ser Geoffrey si avvicina con un sorriso affettuoso e accarezza delicatamente la testa del nostro piccolo. "È perfetto, amore. E abbiamo tutta una vita davanti per amarlo e crescerlo insieme," afferma con voce tenera.

Merlino osserva il momento da una certa distanza, il suo sguardo esprime una combinazione di complessi sentimenti. "Non ho intenzione di intromettermi nella vostra vita familiare. Auguro al piccolo tutto il bene possibile," dice con una voce più pacata, come se cercasse di chiudere un capitolo doloroso.

Il castello, nel frattempo, è immerso nella notizia della nascita, e la gioia si diffonde tra i membri della corte. Gli auguri e le congratulazioni risuonano nelle sale, creando un'atmosfera di festa.

Mentre stringo il nostro neonato tra le braccia, una levatrice me lo leva e Merlino si avvicina a me "Perchè lui no?" mi chiede scendendo sul letto accanto a me. "Perchè lui è la chiave del mio futuro. Non gli darò altri figli, ne basta uno, uno maschio. Aspetterò la morte del Ser e me ne andrò dall'Inghilterra. Quest'isola non fa altro che provocarmi dolori" affermo. Merlino annuisce, comprendendo la fermezza delle mie parole. "Farò in modo che tu mantenga la tua parola, Daphne. Ti voglio fuori dalla mia vita" dice con serietà, andandosene.

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