1 aprile 1099 d.C
Le prime luci dell'alba filtrano attraverso le sottili fessure della mia cella, gettando un debole chiarore sulla pietra fredda. Il suono degli spifferi del vento e il canto degli uccelli all'esterno sembrano un contrasto irreale con la mia situazione.
Ad un tratto, la porta della cella si apre con un cigolio metallico. Guardie imponenti entrano e prendono con forza i miei bracci, costringendomi a alzarmi. Mi trascinano attraverso i corridoi del castello, la pietra fredda sotto i miei piedi nudi, mentre il peso della situazione cresce.
Arriviamo davanti alle porte della sala del trono, e il mio stomaco si contrae nell'attesa dell'incontro con il Sultano Aladino. La sala è illuminata dalla luce del mattino che filtra attraverso le finestre, e il sultano è seduto sul suo trono, uno sguardo scrutatore fisso su di me. "Portate la prigioniera avanti" ordina il sultano con autorità. Mi trovo di fronte a lui, sperando di poter spiegare le ragioni dietro il mio gesto. "Daphne, hai l'opportunità di chiarire questa situazione. Spiega il motivo dietro l'incendio e convincimi del tuo intento."
Mi avvicino al sultano Aladino con rispetto, cercando di presentare la situazione senza rivelare completamente la mia vera natura. "Sultano, vi giuro che il fuoco non era diretto contro di voi o il vostro regno. I vostri soldati hanno tentato di violentarmi e mi sono difesa. In quella tenta non c'erano altro che candelabri. Vi chiedo perdono per qualsiasi preoccupazione o danno causato."
Il sultano Aladino ascolta attentamente, e la sala del trono rimane avvolta in un silenzio teso. Dopo un momento, alza la mano in segno di calma. "Daphne, comprendo che la situazione è intricata e che hai agito per difendere te stessa. La violenza non è mai giustificata, ma mi rendo conto che ti sei trovata in una situazione difficile."
Con un gesto, il sultano indica alle guardie di allentare la presa su di me. "Accetto le tue scuse, ma devi capire che il tuo potere divino ha destato preoccupazioni. Resterai sotto la mia sorveglianza, ma non sarai più trattata come una prigioniera. Potrai risiedere nel palazzo come mia ospite, a patto che rispetti le leggi e la pace del mio regno."
Un senso di sollievo mi pervade, e un leggero sorriso appare sul mio volto. "Vi ringrazio per la vostra comprensione, Sultano Aladino. Prometto di rispettare le leggi e di vivere in pace nel vostro regno."
Il sultano Aladino annuisce con un sorriso comprensivo. "Spero che possiamo superare gli eventi passati e costruire un rapporto basato sulla fiducia reciproca. Ora, Layla ti accompagnerà alle tue nuove stanze nel palazzo. Spero che tu possa trovare la tranquillità qui."
Layla si avvicina con gentilezza, pronta ad accompagnarmi attraverso i corridoi del palazzo. Raggiungo le nuove stanze assegnatemi nel palazzo del sultano Aladino. La camera è arredata con tessuti pregiati e ornamenti dorati, creando un ambiente ricco di lusso. Layla mi porge un set di abiti tipici, prevalentemente verdi, che riflettono la tradizione del regno. Gli abiti verdi, ricamati con dettagli dorati, aderiscono elegantemente al mio corpo. Il velo, leggero e trasparente, scorre assieme ai miei capelli rossi senza coprirli del tutto. Mi specchio in una cornice dorata, la luce che filtra dalle finestre accarezza i tessuti, creando giochi di ombre che danzano sulla tappezzeria.
Nel salone principale del palazzo, le voci sussurrate e il tintinnio di gioielli creano un sottofondo elegante. Gli ospiti si inchinano al nostro passaggio, rivolgendo sguardi curiosi dietro i loro ventagli e veli. Layla mi presenta come una figura enigmatica e riservata, suscitando un misto di fascinazione e interrogativi tra i presenti. "Questa è Daphne, una nuova arrivata nel nostro regno," annuncia Layla con un sorriso affabile. "Benvenuta, Daphne," accoglie una nobildonna avvicinandosi. "Abbiamo sentito parlare delle tue gesta misteriose. Raccontaci di te."
"Sono qui per cercare un nuovo inizio e apprezzare la bellezza del vostro regno," rispondo con un sorriso. Gli sguardi e le conversazioni si moltiplicano intorno a me mentre mi immergo nella vita di corte. Mentre mi immergo nella corte di Aladino, una guardia si avvicina a me "Il sultano vuole vedervi" annuncia. Un brivido di nervosismo corre lungo la mia spina dorsale mentre mi dirigo verso le stanze del sultano.
Le stanze del sultano sono un lussureggiante rifugio di eleganza orientale. Tappeti morbidi adornano il pavimento, e le pareti sono rivestite di tessuti preziosi. Il sultano Aladino mi accoglie con uno sguardo intenso, e il suo tono di voce rivelatore trasmette un senso di determinazione.
Il sultano Aladino mi fa cenno di accomodarmi e inizia a parlare della sua terra, dei suoi desideri, e della crescente ammirazione che prova per me. "Daphne, voi siete come una stella che ha attraversato il deserto della mia vita, portando con voi la luce e la novità. Ho imparato ad apprezzare la vostra forza e la vostra bellezza. Vorrei che restaste qui, al mio fianco," dichiara con un tono di voce gentile e sincero. "Mio signore, voi avete già una moglie" gli ricordo. Tuttavia il sultano Aladino si avvicina con garbo, la sua mano si estende delicatamente verso di me. "In voi trovo una luce che desidero tenermi accanto," afferma con dolcezza. "Non posso, non voglio, intraprendere relazioni con chi è già unito in matrimonio" affermo con decisione. Lui annuisce e mi congeda senza più dire una parola.
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La storia infinita
FanficDaphne, figlia di Apollo e Afrodite, sarà costretta a vagare nelle epoche, fino a trovare il suo posto in società (se avete letto "Amore Proibito" questa storia parla della stessa Daphne)