27 gennaio 1516d.C
Passano i giorni e le mie ferite fisiche sembrano essere guarite. Mi ritrovo sola, avvolta nel silenzio opprimente della mia sofferenza, mentre il tempo scorre implacabile intorno a me. Nessun olimpico, nemmeno i miei genitori Apollo e Afrodite, si sono degnati di rivolgere lo sguardo verso di me. La mia sofferenza rimane nascosta agli occhi del mondo, sepolta sotto il peso del silenzio e della vergogna. Continuo a vivere la mia vita quotidiana, cercando di mascherare il mio dolore dietro un sorriso forzato e gesti di normalità.
Il calore del fuoco danza delicatamente nel camino, avvolgendo la stanza in un'atmosfera accogliente mentre io, Lady Eleanor e sua figlia Margaret siamo nel salotto, ognuna ceduta alle sue attività. Il crepitio del legno che brucia riempie il silenzio, rompendo appena il quieto scorrere del tempo. "Sembra che il freddo non voglia abbandonarci," osserva Lady Eleanor, interrompendo il suo ricamo per rivolgere un cenno verso la finestra dove la neve continua a cadere leggera. "Non vedo l'ora che arrivi la primavera." aggiunge la piccola Margaret mentre gioca con le bambole.
"Daphne, perchè non giochi anche tu? Hai già ricamato quattro fiocchi di neve" mi propone lady Eleanor. "Daphne fa bene a imparare l'arte della tessitura, madre" interviene Edmund entrando "Dobbiamo parlare"
Mentre Edmund si allontana per parlare con sua madre, io resto seduta accanto a Margaret, cercando di rassicurarla con uno sguardo tranquillo nonostante la mia stessa ansia. "Va tutto bene, Margaret," dico dolcemente, mettendo una mano sulla sua per confortarla.
Margaret annuisce leggermente, ma vedo ancora l'ombra di apprensione nei suoi occhi. "E se papà o Richard non tornassero più?" mi chiede lei preoccupata. "Torneranno, ne sono certa".
Mentre attendo con Margaret, il crepitio del fuoco nel camino sembra riempire il silenzio della stanza, aggiungendo un sottofondo rassicurante al nostro turbamento interiore. Guardo fuori dalla finestra, osservando la neve cadere silenziosamente nel cortile, mentre la luce del tramonto inizia a tingere il cielo di tonalità rosate e arancioni.
Passano alcuni minuti di ansiosa attesa prima che Edmund e Lady Eleanor tornino nel salotto. I loro volti sono sereni ma concentrati, e capisco immediatamente che la loro conversazione è stata di grande importanza. "Tutto a posto?" chiedo con voce tesa, cercando di leggere le loro espressioni.
Lady Eleanor sorride leggermente, cercando di tranquillizzarmi. "Sì, tutto a posto per ora," risponde con calma. "Abbiamo discusso di alcune questioni di famiglia, ma niente di cui preoccuparsi per il momento."
Mentre mi preparo per la notte una presenza familiare si fa improvvisamente sentire nella stanza. Alzo lo sguardo e vedo mia madre Afrodite che mi osserva con occhi teneri e compassionevoli. "Madre," esclamo con sorpresa, il cuore colmo di emozione per la sua visita improvvisa. "Cosa ti porta qui?"
Afrodite si avvicina con grazia, il suo viso radioso e sereno mentre mi tende una mano con affetto. "Sono qui per te, mia cara Daphne," risponde con una voce dolce e rassicurante. "Ho saputo cos'è successo con Ares e non potevo restare lontana."
Mi avvicino a lei con un misto di gratitudine e vulnerabilità, accettando la sua mano con un sospiro di sollievo. "Grazie, madre," sussurro, sentendomi avvolta da una sensazione di calma e protezione. "Mi mancavi."
Afrodite mi sorride dolcemente, i suoi occhi luminosi e gentili mentre mi guarda con amore materno. "Sono qui ora, mia cara," risponde con affetto. "E sarò sempre qui per te, nei momenti di gioia e di tristezza, di luce e di tenebre."
Afrodite mi abbraccia con tenerezza, i suoi lunghi capelli dorati che cadono delicatamente intorno a noi come un manto di calore e protezione. Restiamo così, unite nel nostro abbraccio materno-filiale, mentre il tempo sembra rallentare intorno a noi.
Dopo un momento, Afrodite si allontana leggermente per guardarmi negli occhi, il suo sguardo luminoso e compassionevole. "Daphne, mia cara, so quanto hai sofferto," mormora con voce morbida, le sue parole portatrici di una profonda empatia. "Ma non lasciare che il dolore e la vergogna ti consumino. Sei forte, sei coraggiosa, e avrai sempre il mio sostegno."
La sua voce, ricca di gentilezza e saggezza, penetra nel mio cuore, offrendomi una nuova speranza e un senso di forza interiore. "Grazie, madre," rispondo con gratitudine, sentendo il calore della sua presenza avvolgermi. Con un ultimo abbraccio, Afrodite mi lascia, illuminando il buio della mia stanza.
Lady Eleanor entra nella mia stanza con un sorriso gentile, portando con sé un'atmosfera di tranquillità e affetto. "Daphne, mia cara, è tutto a posto?" chiede con preoccupazione nella voce, avvicinandosi con passo leggero.
Mi volto verso di lei, nascondendo dietro il mio sorriso forzato la tempesta di emozioni che ribolle nel mio petto. "Sì, madre, tutto bene," rispondo con voce ferma, cercando di mantenere la mia compostezza nonostante il turbinio di pensieri che mi assale.
Lady Eleanor si siede accanto a me sul letto, posando una mano sulla mia, i suoi occhi azzurri colmi di amore materno. "Penso che tu debba saperlo" afferma con voce sommessa. "Sapere cosa?"
"Edmund ha deciso che devi sposarti quanto prima" afferma "Sa già che suo padre non tornerà e non vuole prendersi cura di te. Ho provato a farlo ragionare ma non vuole ragioni. Proverò a proteggerti finché potrò"
Il mio cuore si ferma per un istante di fronte alle parole di Lady Eleanor, una sensazione di sgomento e disperazione che mi avvolge come un mantello oscuro. "Sposarmi?" ripeto, la voce tremante mentre cerco di elaborare ciò che ho sentito. "Ma... ma chi..."
Lady Eleanor mi guarda con compassione, comprendendo il mio stato d'animo. "Edmund ha pensato bene che dovresti sposare il figlio di un nobile, così da garantirti un futuro sicuro e rispettabile," spiega con delicatezza "È una decisione presa per il bene della famiglia, anche se capisco che possa sembrarti difficile da accettare."
Mi sento come se il mondo intorno a me stia collassando, ogni certezza svanita in un istante. "Non posso... non posso sposarmi con qualcuno che non amo," sussurro con voce strozzata dall'emozione "Non posso essere costretta a sacrificare la mia felicità per un'unione di convenienza. Non mi è stato permesso di combattere e neppure mi è permesso scegliere autonomamente se e chi sposare?"
"Purtroppo non siamo noi a prendere le decisioni e se William non tornerà saremo costrette a sottostare alle decisioni di Edmund" afferma lady Eleanor. "Ma perchè? Non è lui ad avere saggezza, non può certo comandare solo perchè ha una minchia attaccata al corpo" ribatto irritata.
"Le cose sono così nel nostro mondo, mia cara," risponde con voce calma, cercando di trovare le parole giuste per confortarmi. "La società impone le sue regole, e noi dobbiamo piegarci a esse, anche se a volte sembrano ingiuste e oppressive."
La mia rabbia brucia dentro di me, sento il desiderio di ribellarmi contro un destino imposto, ma la consapevolezza della mia impotenza mi opprime ancora di più. "Ma non è giusto!" esclamo con disperazione, le lacrime sgorgando dai miei occhi. "Non posso accettare di essere trattata come una merce da scambiare, privata della mia libertà e del mio diritto a scegliere il mio futuro."
Lady Eleanor mi avvolge in un abbraccio amorevole, cercando di confortarmi nel momento di angoscia. "Lo so, Daphne, lo so," sussurra con voce dolce. "Ma dobbiamo trovare la nostra forza dentro di noi, anche quando sembra che tutto vada contro di noi. Adesso riposa, fa finta che non ti abbia detto nulla" mi dice posando un bacio sulla mia fronte e rimboccandomi le coperte prima di uscire dalla camera.
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La storia infinita
ФанфикDaphne, figlia di Apollo e Afrodite, sarà costretta a vagare nelle epoche, fino a trovare il suo posto in società (se avete letto "Amore Proibito" questa storia parla della stessa Daphne)