6. Funerali

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L'11º giorno del mese di Pýanepsión nell'anno 89 dell'Olimpiade

Il palazzo è avvolto da un silenzio funereo mentre la processione funebre si snoda attraverso i corridoi. Il corpo di Meandro giace su una lettiga, avvolto in drappi scuri e corone di fiori funebri. Gli ululati delle donne piangenti accompagnano il corteo, mentre il dolore simulato dei presenti riversa nell'aria una tristezza irreale.

Il corpo di Meandro viene collocato su una pira funeraria, e le fiamme, incanalate da braccieri solenni, divorano il re defunto. Le preghiere per la sua anima risuonano in un canto struggente, mentre il fumo si leva nell'aria come un'offerta ai cieli. La cerimonia di addio è permeata da una malinconia artificiale, un lamento orchestrato che nasconde la verità dietro la morte del sovrano.

Nel tumulto delle emozioni controllate, continuo a recitare il mio ruolo, ma nel profondo del mio essere, il peso della menzogna si fa sempre più oppressivo. Cammina tra i presenti, il viso velato dalla tristezza di un addio falso.

Con passo deciso, raduno i miei figli, il loro sguardo riflette la confusione e l'ansia per il destino incerto. Calista si avvicina timidamente. "Madre, cosa sta succedendo? Perché dobbiamo lasciare il palazzo?"

Serrando leggermente la sua mano, cerco di trasmettere un senso di conforto. "Calista, mia cara, ci sono questioni complesse che coinvolgono il destino della nostra famiglia. Per ora, dobbiamo lasciare questo luogo per trovare sicurezza."

Il mio primogenito, Elenos, interviene con determinazione. "Madre, se c'è qualcosa che possiamo fare, qualunque sia la sfida che ci attende, siamo pronti."

Con un sorriso triste, rispondo, "Grazie, Elenos. Ora più che mai, abbiamo bisogno di rimanere uniti. La morte del re è stata una disgrazia"

I miei figli annuiscono, comprensivi. Attraversiamo l'ingresso principale, lasciando alle spalle il palazzo che un tempo chiamavamo casa, in cerca di risposte e speranza in un mondo sconosciuto.

Le guardie, consapevoli dell'evento, ci lasciano passare senza porre domande. All'esterno, la brezza fresca della sera accarezza il mio viso, portando con sé una sensazione di libertà e incertezza.

A bordo di una carrozza, tracciamo la strada attraverso il buio della notte. Una scorta di guardie ci segue, occhi vigili scrutano l'orizzonte in cerca di potenziali minacce. Il rumore regolare dei cavalli si mescola al fruscio delle foglie mentre attraversiamo paesaggi notturni avvolti dal mistero.

Il silenzio della carrozza è rotto solo dai sussurri dei miei figli, stanchi e esausti, tristi per la morte del padre.

Arriviamo di fronte al maestoso portone del palazzo dei miei genitori. Con una serie di colpi concordati, la porta si apre rivelando il volto preoccupato di mia madre, la regina Cersi. Senza dire una parola, ci avviciniamo a lei, i miei figli accanto a me.

"Figlia mia, cosa è successo?" chiede mia madre, gli occhi azzurri carichi di preoccupazione. "Meandro è morto," sussurro, nascondendo le mie vere emozioni dietro la maschera della tristezza. "Il dolore è insopportabile, madre. Abbiamo bisogno del vostro sostegno."

La regina abbraccia me e i miei figli, il suo affetto sincero ma il mio cuore pesa dal peso delle menzogne. La dimora dei miei genitori diventa il nostro rifugio temporaneo, un luogo dove poter tessere la trama intricata di questa nuova fase della nostra vita, nel quale l'inganno e la magia si intrecciano in un balletto pericoloso.

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