13. Venere

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Nonae Aprilis 709 a.U.C.

Le donne romane non sono tanto diverse da quelle greche. Torno alle vecchie abitudini, frequentando conversazioni politiche tra le matrone romane e partecipando a eventi sociali che plasmano il tessuto della società. Partecipo a un'elegante cena nel palazzo di una matrona romana, circondata da donne influenti.

Mentre osservo, una matrona anziana, Livia, si avvicina a me con un sorriso accogliente. "Livia, tua figlia è di una bellezza straordinaria," osservo, cercando di entrare in sintonia con la conversazione. "Ah, Daphne, sei un vero gioiello tra noi. Sappi che a Roma la tua grazia non passa inosservata. C'è un certo senatore interessato alla tua mano," confida Livia con un'occhiata maliziosa. "Vi ringrazio per l'attenzione, matrona. Il mio cuore è aperto a considerazioni serie e rispettose," rispondo, misurando le parole con cura.

In un elegante saloneLivia mi presenta a Lucius, un rispettato senatore romano. "Daphne Dimitroa, permettimi di presentarti Lucius Valerio," annuncia con un sorriso compiaciuto. "Un onore conoscerti, Daphne. Ho sentito parlare della tua bellezza straordinaria e della tua grazia," afferma Lucius con un inchino cortese. "La tua fama ti precede, senatore. Sono grata per l'opportunità di conoscervi," rispondo con un sorriso diplomatico.

Durante la serata, Lucius e io continuiamo a conversare tra le eleganti danze e i suoni della lira che pervadono l'atmosfera. "Daphne, la tua conoscenza delle dinamiche politiche è notevole. Mi piacerebbe che tu diventassi parte integrante dei miei sforzi per migliorare la Repubblica," mi confida con un tono confidente. "Senatore, l'onore sarebbe tutto mio".

Mentre la luna domina il cielo notturno, Lucius fa un passo avanti. "Daphne, sarebbe un onore se tu considerassi l'idea di diventare mia moglie." La proposta di Lucius fluttua nell'aria, sospesa come una decisione cruciale."Senatore Lucius, la vostra offerta è di grande onore," rispondo. "Bene, è deciso. Sarai mia moglie, Daphne," dichiara Lucius, e il nostro destino si lega in quel momento.

ante diem sextum Idus Aprilis 709 a.U.C.

Nella mia domus mi siedo allo scrittoio:

<Cara Cleopatra,
Ti scrivo con notizie importanti dal cuore dell'Impero Romano. Ho ricevuto una proposta di matrimonio da Lucius Valerio, un rispettato senatore romano. Questa unione potrebbe portare benefici alle dinamiche politiche tra Roma e l'Egitto, e soprattutto stabilità alla mia persona. Spero che tu stia bene e sarei grata di ricevere i tuoi consigli su questa decisione.
Con affetto, Daphne>

Mi reco nel tempio della domus, dove mi inginocchio davanti Venere "Madre" la chiamo "Ho bisogno del vostro aiuto, ora più che mai. Com'è possibile che sono arrivata al quarto matrimonio? E che di questi nemmeno uno è stato dettato dal mio cuore?".

Davanti all'altare del tempio, una dolce melodia si diffonde nell'aria, e una luce eterea avvolge la statua di Venere. Improvvisamente, la figura marmorea prende vita, e la dea dell'amore appare con uno sguardo compassionevole.

"Figlia mia, il cammino dell'amore è spesso intricato e complesso," risponde Venere con voce che risuona nel tempio. "La tua bellezza eterna attira l'attenzione, ma il tuo cuore cerca ancora un legame sincero. Non disperare, Daphne. Lascia che il mio amore ti guidi verso la vera felicità." Venere stende la mano verso di me, emanando una luce calorosa e rassicurante. Accetto la mano della dea con gratitudine. Venere scende dall'altare con grazia, avvolta in un mantello di luce dorata. I suoi lunghi capelli fluendo come onde luminose, mentre il suo viso radiante emana amore e comprensione. Indossa una tunica eterea, adornata da motivi celestiali, e intorno a lei danzano petali di rose e profumi avvolgenti.

Il suo sorriso è amore puro, e gli occhi riflettono una saggezza antica. "Lascia che ti guidi" mi dice.

I suoi passi leggeri fanno danzare petali di rose nell'aria. La conduco verso una stanza dalle pareti decorate con pannelli di mosaici che raffigurano scene mitologiche. Al centro della stanza, un tavolo di marmo bianco è adornato con vasi di fiori freschi. Ci sediamo su poltrone rivestite di seta pregiata, la luce della luna filtra attraverso finestre ornate, sul tavolo, dispongo due calici di cristallo e una brocca di vino pregiato.

Venere osserva il panorama circostante con un sorriso amorevole, pronta ad ascoltare i miei pensieri. "Il mio cuore è in tumulto, madre," le confido, sorseggiando il vino. "Quattro matrimoni e nessuno guidato dall'amore sincero. L'ultimo mi aveva concesso una famiglia affettuosa ma ho visto i miei figli e i miei nipoti morire uno dopo l'altro, mi resta sola Cleopatra, che regna in Egitto lontana da me. Ho paura di perdere il contatto con la parte più autentica di me stessa."

Lei si avvicina e poggia una mano sulla mia spalla. "Non temere di perdere te stessa, figlia mia. Ogni esperienza, anche la più dolorosa, contribuisce alla tua crescita e alla tua saggezza. Troverai ancora l'amore sincero che cerchi, e il tuo cuore si ricolmerà di gioia."

Rispondo al suo conforto con un sorriso grato,"Grazie, madre".

"Ti starò accanto, finché avrai bisogno del mio aiuto in questo matrimonio" mi dice lei. L'accompagno in una camera accanto la mia, "Madre, questa è la tua stanza. È modesta, ma spero che possa offrirti un po' di conforto," le dico aprendo la porta della camera accanto alla mia. "La tua ospitalità è apprezzata," risponde Venere, entrando con una grazia divina. La sua presenza irradia calma e amore, e l'atmosfera si carica di un senso di divinità. "Se hai bisogno di qualcosa, sono qui per te," mi dice, rispondono sorrideno con gratitudine, consapevole della fortuna di avere la dea dell'amore accanto a me.

Mentre lascio Venere nella sua camera, la luce della sua presenza si fonde con la serenità della notte.

ante diem quintum Idus Aprilis

La mattina dopo, mi sveglio con la sensazione di una notte trascorsa in un sogno. La luce dorata del sole filtra attraverso le finestre, illuminando la stanza e risvegliando un senso di meraviglia nel mio cuore.

Mi avvicino alla camera di Venere con rispetto, chiedendomi se la dea dell'amore ha trascorso la notte tranquilla. Quando apro la porta, trovo la stanza vuota, ma nell'aria persiste ancora un delicato profumo di fiori.

Entro nella sala da pranzo, sorpresa nel vedere Venere intenta a preparare la colazione. L'aria è pervasa da profumi, mentre la dea con grazia sovrumana organizza il tavolo. "Buongiorno, Daphne," mi saluta Venere con un sorriso radiante, come se fosse un'ospite piuttosto che una divinità. "Ho pensato di preparare la colazione per te. Spero ti piaccia."

Il tavolo è imbandito con pane appena sfornato, formaggi, frutta fresca e miele dorato. Sorpresa e grata, mi accomodo mentre Venere continua a servire con un'abilità che va oltre le competenze umane. "La vita a Roma può essere impegnativa, ma l'amore e l'allegria possono farti attraversare ogni sfida," sorride Venere, porgendomi un bicchiere di cedrata. "Accogli questo nuovo matrimonio con cuore aperto, figlia mia."

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