99. Alla corte del sultano

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31 marzo 1099 d.C

Nell'oscurità della notte, mi muovo con agilità attraverso il mercato di Gerusalemme. Le bancarelle illuminate da lampade ad olio diffondono un bagliore tenue che fa risaltare i colori dei tessuti esposti. La confusione tra i venditori e gli acquirenti offre l'opportunità perfetta per sfuggire con agilità. Mi avvicino a una bancarella che offre vestiti tipici, ricamati con dettagli intricati. Il mercante è distratto dai suoi clienti, così posso agire con destrezza e sottrarre discretamente un abito che si intona perfettamente con l'abbigliamento locale. La stoffa è leggera al tatto, con motivi floreali che si intrecciano elegantemente.

Nascosta nell'ombra, mi cambio rapidamente mimetizzandomi tra le donne della regione. Il tessuto fresco si adatta al mio corpo, e le pietre preziose cucite sui bordi aggiungono un tocco di eleganza. Alzo lo sguardo e incontro quello di una donna del mercato, i suoi occhi fissi in un misto di sorpresa e curiosità. "Oh, scusate," si scusa la donna, il suo sguardo passa dai miei occhi a quelli dell'abito che indosso. "Questi vestiti vi stanno a meraviglia. Siete nuova in città?"

"Vi ringrazio," rispondo con un sorriso, cercando di mantenere la calma. "Sì, sono appena arrivata"

La donna sorride con gentilezza. "Benvenuta! Mi chiamo Layla. Dove abitate?." chiede con curiosità. "È un piacere, Layla. Mi chiamo Daphne," rispondo, sperando che la mia identità rimanga celata sotto il nuovo travestimento. "È un piacere conoscerti, Daphne," risponde Layla con un tono caloroso. Layla osserva con interesse l'abito che indosso, apparentemente colpita dalla mia scelta di adottare gli abiti tradizionali. "Daphne," inizia con gentilezza, "il nostro palazzo ha bisogno di donne raffinate e di buona compagnia. Se siete interessata, potreste considerare l'opzione di diventare una dama di compagnia."

La proposta di Layla mi coglie di sorpresa, ma la sua gentilezza e il suo invito mi riempiono di gratitudine. "È un onore," rispondo sinceramente "Accetto con gioia l'opportunità di contribuire alla corte e di essere di buon servizio."

Layla mi guida verso il palazzo reale, che si erge maestoso al centro della città, circondato da giardini e alti bastioni che proteggono la sua grandiosa struttura. Le torri imponenti si elevano verso il cielo, affiancate da spettacolari archi e balconi finemente lavorati. La pietra chiara delle mura del castello risplende sotto la luce della luna, mentre l'architettura raffinata riflette il prestigio e la magnificenza della regalità.

Entrando attraverso le massicce porte del castello, si accede a un cortile interno circondato da colonnati scolpiti e archi decorati con dettagli intricati. Al centro del cortile, una fontana splende con l'acqua cristallina, creando un'atmosfera serena. Le sale del castello si dipanano in una serie di corridoi ornati da tappeti pregiati e lampadari scintillanti.

Layla mi conduce attraverso i saloni reali, ognuno abbellito con arazzi preziosi, mobili intarsiati e dipinti che narrano storie di antiche leggende. Le stanze risuonano di un'atmosfera di regalità e ospitalità, mentre le finestre ad arco permettono alla luce di filtrare, creando giochi di ombre sulle pareti ornate. "Vieni, ti presento il sultano" mi sorride fermando davanti a una porta di enormi dimensioni. Una luce dorata inonda la stanza attraverso le finestre riccamente decorate, al centro della sala, un imponente trono d'oro risalta contro il sfondo dei tappeti pregiati e delle pareti adornate.

Il sultano, seduto con autorità sul trono, si alza alla nostra entrata. La sua figura regale è avvolta in tessuti riccamente decorati, e le gemme scintillano come stelle sulla sua veste. Barba ben curata e occhi penetranti rivelano saggezza e autorità. Layla fa un gesto rispettoso verso di lui. "Sultano Aladino, permettimi di presentarti Daphne, la nuova dama di compagnia che si è unita a noi. È una donna di notevole talento e grazia, che spero possa portare un nuovo splendore al nostro palazzo."

Il sultano, con un sorriso cortese, si rivolge a me. "Daphne, benvenuta al mio palazzo. Spero che il tuo tempo qui sia ricco di esperienze piacevoli e che possa portare la tua unica bellezza e qualità alla nostra corte." La sua voce risuona con un tono gentile e accogliente. Ringrazio il sultano con un inchino rispettoso, rispondendo con gratitudine. "Sultano Aladino, è un onore essere accolta nella vostra corte. Sarà mio impegno contribuire al benessere del palazzo con tutto ciò che posso offrire."

Layla indica un angolo della sala dove si trova un gruppo di donne di corte. "Daphne, ti presento alcune delle damigelle di compagnia e donne di fiducia della corte. Sono qui per aiutarti e guidarti nei primi giorni."

Mi avvicino con un sorriso, salutando le altre donne presenti. La sala del trono risuona di conversazioni sussurrate e di un leggero tintinnio di gioielli, creando un'atmosfera di eleganza e calore. La serata si protrae con danze e spettacoli che celebrano la ricca cultura della corte.

Il Sultano mi invita a unirmi a una danza, e, con riluttanza iniziale, accetto. Durante la danza, i movimenti eleganti del Sultano Aladino si fondono con i miei, creando un'armonia di movimenti e colori. Tuttavia, noto uno sguardo più intenso nei suoi occhi, un interesse che va oltre la semplice danza. Il Sultano si avvicina sussurrando con gentilezza: "Daphne, la tua bellezza è un incantesimo che avvolge la mia corte, e il tuo sguardo racconta storie misteriose. Potrei essere il re del deserto, ma davanti a te, mi sento come un viandante smarrito."

"Sultano Aladino, il vostro regno è un luogo affascinante, e sono grata di poter condividere queste danze e questi momenti con voi."

Mentre la nostra conversazione continua tra le note della musica, un soldato irrompe nella sala, visibilmente affannato. "Sultano Aladino, c'è un incendio nel campo degli accampamenti! Abbiamo bisogno del vostro comando per contenere la situazione!"

Il sultano si interrompe e si volta verso il soldato. "Un incendio? Immediatamente! Riunite i soldati e portatemi sul luogo."

Il soldato, prima di uscire, fa un'occhiata a me e si blocca per un istante, il suo sguardo rivelando riconoscimento e sorpresa. "Sultano, conosco quella donna. È lei che ha causato l'incendio!" esclama indicandomi. Lo sguardo del Sultano Aladino si fa più severo mentre la tensione cresce nella sala. "Daphne, svelatevi. Cosa c'è di vero in queste accuse?" chiede con voce decisa. "Sultano, vi chiedo perdono. È vero, sono responsabile dell'incendio. Ma c'è una ragione, posso spiegarvi." affermo indietreggiando intimorita. Il sultano alza una mano per fermare ulteriori parole. "Portatela nelle stanze di reclusione" ordina con decisione. "Vi prego lasciatemi spiegare" affermo.

Vengo condotta via, il fruscio dei miei vestiti sembra echeggiare nella sala come una sentenza. I soldati mi conducono verso le stanze di reclusione, dove la luce fioca accentua l'atmosfera cupa. Il mio cuore batte veloce mentre cerco di trovare una via d'uscita da questa intricata situazione. Sono sola, imprigionata nei confini di un castello sconosciuto, e il peso delle circostanze si fa sentire. In silenzio, attendo che qualcuno si presenti per ascoltare la mia spiegazione e spero che il sultano possa comprendere le ragioni dietro i miei atti. Nel buio della cella, i singhiozzi riempiono l'aria mentre prego gli dei che mi liberano di questo fardello "Forse non ero poi così pronta come pensavi" singhiozzo pensando alle parole di mia madre.

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