15 marzo 1107 d.C
Dopo giorni di viaggio, giungo a un maestoso palazzo, un luogo che promette un nuovo inizio. Le torri imponenti si stagliano contro il cielo, e il cortile è ornato da fontane scintillanti. L'architettura è un capolavoro di eleganza, con dettagli finemente intagliati che raccontano storie di antichi regni. Mentre entro attraverso le porte decorate, mi accoglie una dimora che emana un'aura di opulenza. Tappeti pregiati adornano i pavimenti, e le pareti sono dipinte con scene di mondi lontani. La sala principale è illuminata da lampadari sfarzosi, e il suono di musicisti rende l'aria vibrante di armonia.
All'arrivo al palazzo dell'Imperatore Enrico IV, vengo accolta con cerimonie regali. I membri dell'alta nobiltà mi scrutano con curiosità, e il brusio delle conversazioni si attenua al mio passaggio. L'imperatore, una figura imponente seduta sul trono, mi rivolge uno sguardo penetrante. "Che cosa vi porta qui?" chiede con una voce che risuona tra le colonne del palazzo. Mi avvicino all'imperatore con rispetto, chinando leggermente il capo in segno di deferenza. "Maestà, mi chiamo Daphne, una viaggiatrice in cerca di accoglienza nelle vostre terre. La vita mi ha condotta qui, e spero di trovare rifugio nel vostro nobile regno."
L'imperatore mi osserva con occhi scrutatori, poi sorride gentilmente. "Daphne, benvenuta alla mia corte. Sono Enrico IV, imperatore del Sacro Romano Impero. Che il vostro soggiorno qui sia confortevole."
L'imperatore Enrico IV ordina che mi venga assegnata una camera dignitosa nel palazzo. Un servo mi conduce attraverso i corridoi maestosi, le pareti adornate di ricchi arazzi e dipinti che narrano la storia di questo regno. La camera assegnatami è ampia e ben arredata, con mobili pregiati e finestre che si affacciano sui giardini lussureggianti del palazzo.
Mentre mi preparo a cambiare i miei abiti logori, la porta della camera si apre lentamente, rivelando la figura di un giovane servo. I suoi occhi si illuminano di stupore e ammirazione mentre osserva la scena.
"Oh, perdono, signora. Sono qui solo per consegnarvi degli abiti puliti," balbetta il servo, il suo sguardo incantato fissato su di me. La sua presenza, inizialmente imbarazzante, diventa presto permeata da un senso di ammirazione silenziosa.
"Grazie per la premura," rispondo con un sorriso gentile, sentendo il suo sguardo che mi segue mentre lui lascia la stanza.. Mentre mi appresto a cambiare, il giovane servo si avvicina rispettosamente e, con gesti attenti, inizia ad aiutarmi a levare il vestito logoro. "Signora, permettetemi di aiutarvi. È un onore servire una così nobile ospite," mormora con riverenza, il suo tocco delicato come una brezza leggera. Accetto il suo aiuto con un cenno del capo, ma sento il peso di occhi indiscreti sulla mia pelle esposta. La sua mano sfiora la mia pelle con una passione che va oltre il dovere assegnatogli. Le sue dita, morbide come seta, scorrono sulla mia pelle, tracciando linee sottili di calore.
"Signora, il mio compito è servirvi al meglio delle mie capacità," mormora, la sua voce un sussurro che vibra nell'aria carica di tensione. La stanza sembra contrarsi intorno a noi, e l'atmosfera si carica di una strana elettricità. "Vi ringrazio per la vostra premura," rispondo con un filo di voce, cercando di mantenere la compostezza. Tuttavia, la situazione sfugge al controllo e la passione malcelata del servo si fa più evidente, rendendo la mia nudità vulnerabile in questo contesto inaspettato. Il mio sguardo incontra il suo, mi avvicino inaspettatamente, colpendo la sua bocca con la mia in un bacio impetuoso. Le sue labbra rispondono al contatto con ardore, creando un legame improvviso e proibito. Il tempo sembra fermarsi, e per un attimo ci perdiamo in un'oscura danza di desiderio.
Ci separiamo, le labbra ancora brucianti, ma gli occhi colmi di consapevolezza del passo oltre il punto di non ritorno. Tra le pieghe del destino, tra baci ardenti e le ombre dell'eretica, ci lasciamo andare in un vortice di desideri proibiti. I nostri corpi si intrecciano, in una danza sospesa tra l'erotismo e il peccato, un gioco di parole che sfida i confini stabiliti. Le sue mani, che esplorano il mio corpo, sono un inno alla ribellione contro il passato, una fuga sensuale dalla tortura inflitta per eresia. Ogni carezza è una dichiarazione di libertà, una sfida al giudizio imposto. Le sue labbra, ancora umide dai baci rubati, sorridono complice. "Siete il mio sogno erotico." mi sussurra. In quel momento di intimità, le sue parole risuonano come un eco inatteso. Il mio cuore, già affaticato dalle tempeste del passato, inizia a battere più velocemente. "Eretico?" sussurro, la parola pesante nell'aria come un'ombra inquietante. La sua espressione cambia, riconoscendo la tensione nel mio sguardo. "No, Daphne, non intendevo..."
"Ho bisogno di stare sola, andate via" chiedo, cercando di scacciare i fantasmi del passato che minacciano di risvegliarsi. Il servo, nel silenzio imbarazzato, lascia la stanza senza pronunciare parole, ma nell'aria persiste la traccia indelebile di un momento che cambierà le carte in gioco.
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La storia infinita
ФанфикDaphne, figlia di Apollo e Afrodite, sarà costretta a vagare nelle epoche, fino a trovare il suo posto in società (se avete letto "Amore Proibito" questa storia parla della stessa Daphne)