138. Rivincita

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25 febbraio 1516d.C

La mattina seguente, i primi raggi del sole filtrano attraverso le tende della stanza, illuminando delicatamente l'atmosfera. Mentre io e Thomas giaciamo ancora abbracciati nel letto, siamo interrotti dall'arrivo improvviso di Lady Eleanor e la madre di Thomas, Lady Catherine.

"È ora di alzarsi, ragazzi," annuncia Lady Eleanor con un sorriso affettuoso, avvicinandosi al letto con un'espressione luminosa. "La giornata vi attende, e ci sono molte cose da fare."

Tuttavia, il sorriso sul suo volto svanisce rapidamente quando nota la mancanza di segni evidenti sulla biancheria del letto. Lady Catherine, osservando attentamente la situazione, solleva un sopracciglio con sorpresa, il suo sguardo passando rapidamente tra di noi.

"Cosa... cosa significa questo?" chiede lady Howard, il tono della sua voce caricato di confusione e preoccupazione. "Dov'è il sangue della verginità?"

Io e Thomas ci guardiamo imbarazzati, consapevoli della delicatezza della situazione. "Non so..." comincio a dire, cercando di trovare delle spiegazioni, ma le parole mi si bloccano in gola. Lady Eleanor e Lady Catherine scambiano uno sguardo preoccupato, evidentemente turbate dall'assenza del segno tradizionale della verginità. "C'è qualcosa che non ci state dicendo?" chiede Lady Catherine, la sua voce calma ma decisa "Non avrete mentito sulla virtù di vostra figlia, Lady Eleanor" chiede poi rivolgendosi alla mia matrigna.

"Non ho motivo di dubitare della virtù di mia figlia," risponde con fermezza, cercando di mantenere la compostezza nonostante l'angoscia che la pervade.

Io e Thomas ci scambiamo uno sguardo silenzioso, consapevoli che dobbiamo trovare una soluzione rapida per evitare ulteriori domande scomode. "Forse è stato solo un errore," intervengo con voce flebile, cercando di gettare acqua sul fuoco. "Potrebbe essere successo per una serie di motivi."

Lady Catherine osserva attentamente la situazione, ma sembra accettare le parole di Lady Eleanor per il momento. "Facciamo in modo che nessuno possa dubitare" afferma uscendo un coltellino "Dammi la mano" afferma avvicinandosi a me. Faccio come dice e con la lama lascia uscire del sangue dal mio palmo. La mia mano trema leggermente mentre il sangue scorre, tingendo il tessuto bianco del lenzuolo. Lady Catherine osserva attentamente, soddisfatta del risultato. "Questa è una dimostrazione di virtù e onore," dichiara con voce ferma, prendendo il lenzuolo macchiato e mostrandolo agli altri presenti. "Ora non ci saranno più dubbi sulla purezza di vostra figlia."

Lady Eleanor mi guarda con gratitudine e sollievo, mentre Thomas mi stringe la mano con dolcezza, consapevole del sacrificio che ho appena compiuto per proteggere la nostra reputazione.

Nel pomeriggio, mi ritrovo seduta tra le altre donne del palazzo, circondata da stoffe colorate e fili lucenti, mentre lavoriamo ai nostri ricami. Mi ricorda la mia infanzia, quando tessevo con mia madre e le mie sorelle, assieme alle ancelle mentre intonavamo cori per la dea Atena.

Mentre intreccio i fili, Thomas fa la sua comparsa nella stanza, il suo volto luminoso di gioia e entusiasmo. "Daphne, ti va di venire a giocare?" chiede con un sorriso contagioso, indicando l'uscita con un gesto vivace.

Alzo lo sguardo dai miei ricami per incontrare il suo sguardo, sorridendo di rimando al suo invito. "Mi piacerebbe," rispondo con calore, sentendomi sollevata dall'opportunità di allontanarmi per un momento dai doveri di moglie. "Tua moglie è impegnata in questo momento" afferma la duchessa di Howard. "Ma pensavo che potesse prendersi una pausa per giocare un po' con me."risponde Thomas.

La duchessa mi guarda con uno sguardo scrutatore, evidentemente poco convinta della mia presenza nella sala da ricamo. "Daphne, non hai compiti da moglie da svolgere?" chiede con tono severo, il suo sguardo freddo come il ghiaccio.

Mi sento improvvisamente a disagio sotto il suo sguardo penetrante, cercando di trovare le parole giuste per rispondere. "Mi dispiace, signora," dico con voce sommessa, abbassando lo sguardo verso i miei ricami "Non volevo mancare di rispetto ai miei doveri."

La duchessa annuisce soddisfatta della mia risposta, ma non sembra disposta a concedermi il permesso di giocare con Thomas. Tuttavia Thomas mi prende per il polso facendomi alzare "È mia moglie, non tua madre, e se io voglio che lei giochi con me lei giocherà con me" dice Thomas alla madre. Mi sento stringere il polso di Thomas mentre la tensione tra lui e sua madre divampa. La duchessa sembra titubante, ma alla fine cede sotto lo sguardo deciso di suo figlio "Va bene," dice con una smorfia di disgusto.

Un brivido di apprensione mi percorre la schiena mentre lascio la stanza con Thomas. La sua presa è rassicurante, ma non riesco a liberarmi dal senso di inquietudine che mi pervade, sembra essere autoritario come ogni uomo in questa terra. Mentre camminiamo attraverso i corridoi del palazzo, sento il peso del silenzio pesare sulle mie spalle. "Voglio la mia rivincita," dice con determinazione, il suo sguardo brillante di determinazione mentre si avvicina alla sala delle armi."Questa volta sarò io a vincere."

Entriamo nella sala delle armi, e Thomas si avvicina alla bacheca delle spade con un sorriso determinato. "Prendi una spada," mi dice, offrendomi una scelta di armi. "È ora di dimostrare chi è il miglior combattente."

Accetto la spada che mi offre, stringendo il manico con fermezza mentre mi preparo per il duello imminente. "Sei pronto?" chiedo, guardando Thomas con occhi determinati. Lui annuisce assumendo una posizione da combattimento "Andiamo, Daphne. Vediamo di cosa sei capace."

Mi preparo mentalmente mentre stringo la spada, sentendo l'adrenalina pulsare nelle mie vene. I nostri sguardi si incrociano, carichi di determinazione e sfida. Con un cenno d'intesa, ci lanciamo in un duello fervente, il suono metallico dei nostri colpi riempie l'aria, mentre l'energia del combattimento mi invoglia a dare il meglio di me.

Con un movimento rapido, riesco a anticipare il suo prossimo attacco e colpirlo di sorpresa. La mia spada trova il suo bersaglio, e sento la soddisfazione scorrere dentro di me quando Thomas incassa il colpo. "Questo non può essere vero!" esclama, la sua voce piena di frustrazione e delusione "Devo vincere almeno una volta!"

Mi avvicino a lui con un'espressione preoccupata, cercando di placare la sua ira. "Thomas è solo un gioco."

Senza preavviso, solleva la spada e lancia un attacco improvviso, colpendomi di sorpresa. Il dolore acuto mi attraversa quando la lama della spada mi sfiora, e un brivido di shock mi percorre la spina dorsale. "Thomas!" esclamo, mentre mi reco istintivamente a toccare la ferita appena inflitta.

Il suo viso si contorce in un'espressione di rimorso mentre si rende conto di ciò che ha fatto. "Daphne, mi dispiace," balbetta, abbassando la spada con gesto incerto. "Non volevo ferirti, ero solo... così frustrato."

Mi sforzo di mantenere la calma nonostante il dolore, cercando di tranquillizzarlo. "Va bene, Thomas," dico con voce soffocata, cercando di non far trasparire il mio dolore. "È solo un incidente." affermo mentre mi accascio a terra, sento la presenza di qualcuno avvicinarsi di corsa. Edmund irrompe nella sala delle armi, il suo volto contratto dall'ansia mentre si precipita verso di me. "Daphne!" esclama, la sua voce piena di preoccupazione.

Senza fare domande, si china su di me, preoccupato per la ferita. "Dove ti ha colpito?" chiede rapidamente, mentre mi solleva con delicatezza. "Edmund, è solo un taglio," rispondo con voce debole, cercando di minimizzare l'accaduto.

Edmund ignora la mia protesta, concentrato nel soccorrermi. Mi solleva con cautela tra le sue braccia. Mentre mi porta fuori dalla sala delle armi, posso sentire il suo cuore battere forte contro il mio petto, e mi sento improvvisamente grata per la sua premura e la sua gentilezza in un momento di bisogno così urgente.

Arriviamo alla mia camera da letto, dove Edmund mi adagia con delicatezza sul letto, il suo volto contratto dalla preoccupazione. "Resta qui, Daphne," mi dice con voce morbida, mentre si china su di me per esaminare la ferita. "Cercherò qualcuno che possa prendersi cura di te."

Con un cenno di assenso, mi lascio cullare dalla stanchezza e dal dolore, sentendo il conforto della presenza di Edmund accanto a me. Mentre chiude la porta della camera, mi abbandono al sonno, sperando che il dolore svanisca presto sotto le sue cure premurose.

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