23 giugno 1220 d.C
Sono trascorsi mesi da quando ho accettato il mio ruolo di amante di Federico II di Svevia. La corte imperiale è diventata il palcoscenico dei nostri incontri segreti, dove il lusso e l'eleganza nascondono i nostri sentimenti proibiti. La mia presenza qui, accanto all'imperatore, è un equilibrio precario tra il dovere e la passione.
Cammino tra i corridoi opulenti, dove i lampadari luccicanti e i tessuti sontuosi celano le nostre trame nascoste. La corte è un mosaico di intrighi e alleanze, eppure nel suo cuore, il nostro amore è un segreto custodito con attenzione.
Federico, con il suo aspetto regale, mi accoglie con uno sguardo intenso. "Daphne, questa sera c'è un banchetto in onore degli ospiti provenienti dal nord. Sarai la mia compagna alla tavola reale," annuncia, il suo tono mescolato tra il formale e l'intimo.
"Con piacere, mio imperatore," rispondo con un inchino rispettoso, anche se il mio cuore palpita con una tensione mista di emozione e timore. La corte è una danza intricata, dove ogni mossa è scrutata e ogni parola pesa come oro.
Mi ritiro nelle stanze assegnatemi dove una serva, con abiti pregiati e un volto familiare, mi attende. "Signora Daphne, permettetemi di aiutarvi a prepararvi per il banchetto," annuncia con un sorriso discreto.
Con un cenno di assenso, mi lascio avvolgere dalle mani esperte della serva. Gli abiti sontuosi scorrono sulla mia pelle, il mio riflesso nello specchio rivela una donna che vive una doppia vita, una cortigiana di giorno e l'amante dell'imperatore di notte. La serva, con un tocco delicato, adorna i miei capelli con gioielli e nastri. "Vi siete adattata magnificamente alla corte, signora," complimenta, i suoi occhi rivelano una comprensione tacita della mia situazione.
Entro nel salone del banchetto, le candele danzano sulle pareti ornate e il profumo delle prelibatezze riempie l'aria. Federico, seduto al capo della tavola reale, mi accoglie con uno sguardo caloroso. La tavola è imbandita con le delizie della cucina, e mentre le chiacchiere e i brindisi si susseguono, l'apprezzamento per l'arte emerge in ogni angolo. "Oggi siamo onorati di avere con noi artisti della scuola siciliana," annuncia Federico, sollevando il calice. Gli artisti siciliani presentano le loro opere, poesia, ritratti e paesaggi che catturano l'essenza della Sicilia.
"Signora Daphne," mi saluta Costanza d'Aragona, la moglie di Federico, con un sorriso formale, il suo sguardo penetrante rivela una consapevolezza sottile della mia relazione con l'imperatore. "Le opere degli artisti siciliani sono davvero straordinarie, non trovate?" afferma, cercando di intraprendere una conversazione più profonda. "Indubbiamente," rispondo con un sorriso controllato, consapevole della delicatezza del terreno su cui camminiamo. Costanza, con la sua gravidanza evidente, suscita in me una mescolanza di emozioni. La tensione tra noi è palpabile, come se l'aria stessa si caricasse di segreti non detti. "Il futuro dell'impero è un motivo di gioia e speranza," dichiara, posando delicatamente una mano sul suo ventre "E sono onorata di essere io a dare alla luce il figlio di Federico".
Nel silenzio del mio cammino attraverso i corridoi del castello, le parole di Costanza risuonano come un'eco inquietante. Arrivo nella mia camera, e mentre l'atmosfera è intrisa di tensione, decido di affrontare il nodo che si è formato nella mia mente. Federico mi attende, il suo sguardo incrocia il mio quando varco la soglia. "Daphne," mi accoglie con calore, ma nei suoi occhi leggo la consapevolezza delle parole pronunciate da Costanza. Mi avvicino a lui, il mio sguardo diretto al suo volto regale. "Perché, Federico? Perché non sono io a portare il tuo erede?"
Federico, consapevole della complessità del nostro legame, mi afferra delicatamente le mani. "Daphne, ogni scelta che faccio porta con sé un peso profondo. Costanza è mia moglie, e la successione è parte delle regole che governano il nostro impero." La sua risposta è come un eco di responsabilità, ma il mio cuore non può ignorare la ferita che si sta aprendo. "E io? Sono solo un'amante, condannata a vivere nell'ombra della tua scelta?"
Federico mi guarda con intensità, le sue parole sono ponderate. "Tu sei la donna che amo, Daphne, ma il destino dell'impero è più complicato. In ogni passo, devo bilanciare doveri e desideri."
Le mani di Federico esplorano delicatamente i contorni del mio corpo, trasmettendo un languore che va oltre le parole. La sua presa è una promessa di passione profonda, e ogni carezza lascia un solco ardente sulla mia pelle.
Nel buio avvolgente della stanza regale, il nostro abbraccio si trasforma in un rituale di intimità. La tensione accumulata si scioglie in una danza avvolgente, dove il confine tra l'amante e l'imperatore si sfuma. I nostri respiri si sincronizzano, e la passione si intensifica, come un fuoco che cresce sotto la luce della luna.
Le labbra di Federico, ardenti e desiderose, trovano rifugio sulla mia pelle, mentre il nostro amore proibito si svela in gesti appassionati. Ogni sfumatura di emozione è amplificata in questo rituale segreto, e il tempo sembra sospendersi, lasciandoci immergere completamente nella sensualità del momento.
Nella penombra della stanza, il nostro incontro diventa una sinfonia di sensazioni, un inno alla libertà trovata nell'amplesso proibito. I nostri corpi si fondono, e il desiderio che brucia tra di noi diventa il narratore di una storia segreta, scritta nella notte tra le pagine del destino. E così, in quell'attimo di passione, ci perdiamo nel labirinto delle emozioni, abbandonandoci a una connessione che sfida le regole dell'impero.
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La storia infinita
FanfictionDaphne, figlia di Apollo e Afrodite, sarà costretta a vagare nelle epoche, fino a trovare il suo posto in società (se avete letto "Amore Proibito" questa storia parla della stessa Daphne)