24. Il patibolo

3 1 0
                                    

ante diem XI Kalendas Martias 4d.C

Gli anni scorrono come gocce d'acqua su una lastra di vetro, lasciando segni indelebili. Il mio matrimonio con Erode è un vincolo che opprime, una catena d'oro ma dal peso insostenibile. Con Erode, la maschera della moglie devota è impeccabile, ma il suo controllo è sempre più serrato.

Livia e io ci sfioriamo nell'ombra, le nostre mani si cercano nell'ombra, e gli sguardi intrecciati parlano il linguaggio di un amore proibito. "Daphne," sussurra Livia con voce carezzevole, "non gli hai ancora dato figli." dice mentre siamo entrambe nude nel letto. "Non desidero legare nessun essere innocente a questo matrimonio infelice."

La porta cigola, aprendosi con una lenta inevitabilità. Il cuore accelera mentre vedo Erode Archelao entrare, il suo sguardo freddo cattura la scena di intimità tra me e Livia. Le nostre mani cercano disperatamente di coprirci, ma la vulnerabilità dell'amore proibito è esposta alla crudele luce della realtà.

Erode, con un ghigno di disprezzo, guarda la scena con occhi gelidi. "Daphne, sembra che tu abbia dimenticato la tua posizione e i doveri che questa unione comporta. Non c'è posto per traditori nel mio regno."

Erode, con un gesto sprezzante, mi ordina di alzarmi. "Entrambe avete tradito il mio letto e il mio nome." Con un sibilo, il suo schiaffo colpisce il mio viso, la stanza sembra restringersi intorno a noi mentre il suo potere si manifesta crudelmente. Poi guarda Livia, posando la mano sulla spada.  "Per favore, Erode, non punire Livia per le mie azioni," supplico, ma la mia voce è solo un sottile sussurro, soffocato dal peso della colpa. Erode, imperturbabile, annuncia la sua sentenza. "Livia, sei condannata a morte per tradimento e disobbedienza. La tua esecuzione avverrà al tramonto."

Gli occhi di Livia incontrano i miei con una miscela di coraggio e rassegnazione. "Erode, perdonala. Tutta la colpa è mia," imploro, cercando di proteggere Livia dalla condanna ingiusta. Ma Erode resta insensibile alle mie suppliche. Livia, con dignità, accetta il suo destino. "Daphne, non piangere per me," sussurra, i suoi occhi riflettendo la tristezza e la forza di chi affronta la fine. La guardo impotente mentre gli uomini di Erode la conducono via dalla stanza.

Nel silenzio che segue, Erode sfoggia un sorriso malizioso, la sua minaccia penetra il mio spirito. "Non pensare che per te finisce qui," sibila con un tono di sfida, e il timore si insinua nella mia anima come un'ombra inestinguibile.

Il sorriso malizioso di Erode persiste, una promessa oscura che fa eco nelle pareti silenziose della stanza. "La tua ribellione avrà conseguenze," aggiunge con voce tagliente, mentre il mio cuore batte forte nel petto. Nella penombra, il mio respiro è affannato, e la consapevolezza delle conseguenze delle mie azioni si fa più pesante.

Erode si avvicina con passo deciso, il suo sguardo è tagliente come una lama. "Hai infranto le regole," afferma, e la sua mano si alza in un gesto minaccioso. Senza un attimo di esitazione, la violenza irrompe nella stanza. Uno schiaffo colpisce il mio viso, e la forza di Erode mi getta a terra. "Erode, per favore!" imploro, cercando di proteggere il mio volto. La sua risposta è un ghigno di sfida, la sua mano alza di nuovo il pugno, pronto a colpire. Erode continua la sua violenza, mentre mio corpo si contorce di dolore. Ogni colpo è come un martello che schiaccia la mia resistenza, "Erode, per favore, basta!" imploro ancora, la voce rotta dal dolore. Tuttavia, le mie suppliche sembrano cadere nel vuoto, e il tiranno continua. La paura e la rabbia si fondono in un vortice disperato.

In un momento di pietà, la mano di Erode si solleva, e l'aria è carica di tensione. Nel mio sguardo annebbiato dal dolore, riconosco il risplendore della luce delle candele, ma tutto sembra avvolto in una nebbia dolorosa.

Quando finalmente finisce, sono esausta e ferita, il mio corpo giace vulnerabile sul pavimento. L'eco delle mie lacrime si confonde con il silenzio pesante della stanza. La violenza di Erode ha lasciato cicatrici visibili e invisibili. Lentamente, cerco di rialzarmi, osservo Erode con occhi sfocati dalla sofferenza, cercando di trovare una scintilla di umanità in quell'uomo che ha distrutto ogni illusione di amore e sicurezza. "Se questa è la tua idea di dominio e controllo, Erode, spero che tu possa trovarne soddisfazione," sussurro con una debole voce, sfidandolo anche nei momenti di maggior vulnerabilità. "Sei mia moglie, Daphne, e imparerai a piegarti alla mia volontà."

Mentre mi allontano, ho una visione fugace del mio riflesso in uno specchio incrinato, con gli occhi offuscati dal pianto e dalla disperazione. "Madre, perché mi fai questo?" chiedo nell'oscurità, come se le mie parole potessero raggiungere la dea Venere. Le lacrime continuano a scivolare lungo le mie guance, un fiume silente di dolore. "Madre, se il mio amore è un peccato, allora per quale motivo ci hai dotato di cuori capaci di amare?" sussurro nell'oscurità della mia solitudine.

Le guardie di Erode si avvicinano, afferrando le mie braccia ancora tremanti. Mi portano con forza attraverso i corridoi del palazzo, mentre la mia mente è annebbiata dal dolore e dalla paura. Il cammino sembra eterno, le ombre dei corridoi si allungano minacciose.

Arriviamo in una sala illuminata fiocamente, dove Erode Archelao attende con uno sguardo che taglia come un coltello affilato. La luce delle candele danza sulle sue fattezze inquietanti mentre tiene la spada, simbolo del suo potere e della sua crudeltà. "Guarda cos'hai causato," sibila Erode, il suo tono freddo come il ferro. Livia è inginocchiata, i suoi occhi fissi nell'abisso, mentre l'oscurità del patibolo si erge dietro di lei. "Erode, per favore, sii clemente!" imploro, la mia voce rotta dall'angoscia. Le guardie mi tengono ferma, in ginocchio accanto mio marito, impotente di fronte all'orrore che si svela.

"Erode Archelao, per tradimento e disobbedienza, condanna questa donna a morte," dichiara un giustiziere con voce solenne. La lama della spada luccica nell'aria, e l'eco del patibolo si fonde con il mio pianto impotente.

Le guardie, senza pietà, mi riportano alla mia stanza, e la porta si chiude dietro di me. Mentre il pianto silenzioso sfiora il mio volto, cerco conforto negli dei.

Mentre il mio pianto si confonde con l'ombra, una tenue luce primaverile permea la stanza. Un'aura regale prende forma, e davanti a me appare Proserpina, la regina dei morti. Proserpina, avvolta in un manto che sembra tessuto dalle stesse ombre, emerge con un'aura regale e imponente. La sua figura eterea sfoggia un'eleganza intrisa di malinconia, come se portasse il peso delle stagioni sulle spalle. I suoi lunghi capelli neri fluttuano come filamenti d'oscurità, incorniciando un viso di bellezza immortale. Gli occhi di Proserpina, profondi come il buio della notte, contengono saggezza e una compassione che solo una dea che ha conosciuto il regno dei morti può possedere. Indossa un'abito che sembra composto da petali di fiori morenti e foglie avvizzite,

"Figlia di Venere, luce di Apollo," pronuncia con voce che risuona come il sorgere di un fiore. "Nelle tenebre, troverai la tua forza interiore. La morte non è la fine, ma una fase di trasformazione."

Mi avvicino a lei, sentendo l'abbraccio rasserenante della sua presenza. "Proserpina, perché questo destino avverso?" chiedo con voce supplichevole. "La vita è una spirale di stagioni, Daphne," risponde la regina con saggezza. "Anche nella morte, c'è la promessa della rinascita. La tua amata vivrà in eterno nel regno delle tenebre, come fanno i tuoi graziosi figli. Ti faccio la promessa di custodire i tuoi affetti come se fossero i miei, ma tu devi promettere che reagirai alle ingiustizie che subisci e che il fuoco che scorre dentro di te come lava ardente sia usato per proteggerti". Proserpina, con uno sguardo che attraversa le frontiere tra vita e morte, accoglie la mia promessa con un cenno di approvazione. "Che la tua fiamma sia la luce nelle tenebre, Daphne," dice con un sorriso compassionevole, e mentre la regina dei morti si dissolve nell'oscurità, mi preparo a intraprendere il cammino che mi attende, consapevole che anche nell'oscurità ci sono risorse di cui potrò attingere.

La storia infinita Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora